CARTA DI ZURI

PREAMBOLO

Noi, cittadini della Sardegna, promotori della manifestazione «La Sardegna con i poveri della terra. Liberi dalle povertà, per un lavoro dignitoso e una vita dignitosa», riaffermiamo i diritti delle persone e dei popoli attraverso i valori dell’umanesimo solidaristico e partecipiamo dell’identità del popolo sardo nelle sue manifestazioni istituzionali, sociali, culturali, religiose e comunitarie.

La drammatica condizione di bisogno di tante popolazioni del nostro mondo è la negazione dei diritti e della dignità della persona. Per questo motivo condividiamo l’impegno ad affermare che la povertà è ingiusta e illegale. È dunque dovere di tutte le Istituzioni fare guerra alla povertà e deliberare l’adozione di misure adeguate per contrastarla, rendendo obbligatorie le politiche e le misure di inclusione sociale.

Oggi, 27 settembre 2008, ci siamo dati appuntamento da tutta l’Isola nell’antico villaggio di Zuri, per confermare di fronte a tutti, ai poveri come ai potenti che si riuniranno nella nostra terra, il nostro impegno a costruire una società di liberi e di giusti, dove il popolo partecipi alle decisioni dei suoi governanti, le scelte vengano condivise e i diritti di cittadinanza siano costa ntemente rispettati.

PRINCIPI

Noi – le Associazioni, i Sindacati, i rappresentanti dei 40 popoli del mondo presenti nell’Isola, e le delegazioni tutte – partecipanti alla manifestazione «La Sardegna con i poveri della terra. Liberi dalle povertà, per un lavoro dignitoso e una vita dignitosa», approviamo questa Carta di Zuri e facciamo appello a tutti gli Stati, alle Istituzioni e Organizzazioni nazionali e internazionali, ai cittadini perché, nel rispettare questi diritti, si impegnino a un loro effettivo riconoscimento e alla loro osservanza.

1. La Sardegna è vicina ai poveri della terra. I cittadini e le Istituzioni sarde sono impegnati, ciascuno per le sue responsabilità, a promuovere per tutti i popoli pari opportunità di sviluppo e di distribuzione della ricchezza, a rimuovere le ingiustificate differenziazioni tra le persone, a riconoscere e valorizzare le diversità etniche, storiche, culturali e di genere.

2. I sardi hanno costruito nel tempo una loro identità di popolo anche attraverso l’apporto di altre culture. La Sardegna resta aperta a tutti i popoli, combatte ogni forma di prevaricazione e di razzismo, si impegna ad accogliere, ospitare e tutelare chiunque rispetti le leggi.

3. Il popolo sardo ha diritto di darsi proprie istituzioni che consentano il benessere della propria terra e la piena valorizzazione del proprio patrimonio umano, storico, ambientale, culturale e paesaggistico.

4. Il bene comune è obiettivo prioritario nell’esercizio dei diritti di cittadinanza e ogni persona ha diritto a un lavoro e a una vita dignitosi, ad una pensione adeguata e a un reddito sufficiente per i propri bisogni individuali e sociali.

5. Per le Istituzioni del popolo sardo l’accesso alla sanità, alla salute, all’educazione, all’istruzione e alla formazione, all’acqua, alla casa, alla sicurezza sono diritti dei cittadini e non semplicemente dei servizi.

6. La comunità dei sardi si identifica con i diritti internazionalmente riconosciuti agli individui e ai popoli, sul versante soprattutto delle libertà, dello sviluppo economico e sociale e dei diritti inerenti al lavoro, alla salute e all’istruzione. La comunità dei sardi li promuove attraverso la formazione dei suoi cittadini, il funzionamento delle sue istituzioni, il rispetto delle leggi, l’attuazione dei principi di solidarietà e sussidiarietà e, nelle relazioni con gli altri, sulla base del mutuo rispetto e della pace tra i popoli.

7. La Sardegna si sente partecipe dei destini del mondo. Essa si impegna a difendere lo stare bene di tutte le comunità, perché i popoli ne fruiscano nella giustizia e perché la cittadinanza si estenda ad ogni essere umano.

Zuri, 27 settembre 2008