LA NUOVA SARDEGNA “Il governo conferma le Regioni a statuto speciale, ma c’è ancora chi non si fida -Autonomia, la battaglia continua”
CAGLIARI L’Autonomia non è ancora al sicuro, ma è certo meno in pericolo rispetto a qualche giorno fa. Il Governo ha confermato che non ha intenzione di «tagliare» le Regioni a Statuto speciale con la riforma del Titolo V (le competenze) in discussione al Senato e alla Camera. È una vittoria importante, ma meglio ribadirla come ha fatto l’assessore regionale alle Riforme, Gianmario Demuro: «La nostra posizione non si sposta di un millimetro – ha detto – e il ritiro degli emendamenti che mettevano a rischio l’Autonomia, conferma che il segnale forte della Regione Sardegna, assieme alle altre Regioni e Province speciali, è stato raccolto dai partiti e dal Governo». Per Antonello Peru (Forza Italia) però «non basta difendere l’Autonomia, questa è una partita che dobbiamo giocare in attacco. Ma dopo quattro mesi la Giunta Pigliaru non ha presentato le proposte annunciate e ora rischia di subire gli effetti di un discorso che a Roma appare già chiuso. Invece è arrivato il momento di scrivere il nuovo Statuto in cui i sardi siano considerati non come pura e semplice espressione geografica, o peggio ancora economica, ma una realtà che, oltre al giusto riconoscimento dell’insularità, abbia un ruolo in Europa». In un passaggio del comunicato, Peru scrive «oggi potrebbero servire scelte di rottura come quella proposta dal Psd’Az con il referendum per l’indipendenza della Sardegna». Sul fronte della maggioranza a intervenire è stato Gavino Manca del Pd e presidente della commissione Lavoro in Consiglio regionale: «Ritirati gli emendamenti al Senato, la politica regionale deve diventare di nuovo protagonista nel confronto sulle riforme». Per poi aggiungere: «Difendere la nostra autonomia va bene, ma bisogna andare oltre e proprio in questi giorni la Sardegna può e deve fare molto, per dire quale specificità vuole per il futuro della nostra isola». Con un punto fermo: «Sono sempre più convinto che, in questa fase storica, dobbiamo distinguerci per l’alta qualità delle proposte e non la bassa qualità delle polemiche». A prendere posizione è stata anche la direzione regionale del Pd, con un documento in cui sono fissati tre paletti: lo Statuto speciale e l’autonomismo non sono negoziabili, non possono esserci modifiche al patto fra Stato e Regione senza il consenso dell’isola e «vanno ribaditi i diritti di decidere in autonomia su istruzione, ambiente, finanza e continuità territoriale». La conclusione del documento è secca: «La specialità non è un’intollerabile privilegio, come qualcuno cerca di far passare, ma la base per un riequilibrio europeo fra i vari territori». Infine, è la Carta di Zuri a sollecitare la mobilitazione per rispondere ai continui attacchi: «Non è pensabile che alla Sardegna siano tolte le storiche competenze decentrate sotto la spinta di un centralismo statale sempre più preoccupante». (ua)