LA NUOVA SARDEGNA – “Tutti gli emendamenti in Parlamento che cancellavano il Titolo V sono stati ritirati – Statuto, salva l’autonomia dell’isola “
CAGLIARI Il golpe per demolire l’Autonomia regionale, come l’ha chiamato a suo tempo il deputato Mauro Pili (Unidos) è scongiurato. Al Senato tutti gli emendamenti anti Regioni a Statuto speciale sono stati ritirati dai «partiti nazionali», per dirla ancora con Pili, e nel disegno di legge di riforma sulle competenze, l’ormai famoso Titolo V è rimasto com’era l’articolo in cui «le Autonomie rimangono speciali fino a quando non adegueranno gli Statuti», In altre parole, non ci sarà il temuto colpo di spugna sulle specificità della Sardegna. Un primo segnale che non ci sarebbe stato l’attacco alla diligenza lo aveva dato in mattinata l’assessore alle Riforme, Gianmario Demuro, al termine di una riunione straordinaria convocata prima della conferenza Stato-Regioni. «Proprio la Conferenza – ha detto – ha condiviso quanto tutte le Regioni e le Province speciali dicono da tempo: il valore ora intoccabile della specificità e che non può essere messo all’improvviso in discussione dallo Stato con un atto unilaterale». Dopo quel primo segnale, in serata c’è stata la svolta al Senato con i nemici delle Autonomie regionali che hanno un passo indietro. «Il ritiro degli emendamenti è certo un passaggio molto importante – ha detto il deputato Mauro Pili – I partiti italiani, dal Pd a Forza Italia, per fortuna si sono ricreduti, ma non va abbassata la guardia. Va tenuta ancora altissime, per evitare altri tentativi di golpe ancora più striscianti in aula». Comunque l’allarme c’è e forse a preoccupare i parlamentari è anche la scarsa attenzione dimostrata finora in Sardegna sulla riforma proposta da Renzi. A dirlo è stato per primo il senatore di Sel, Luciano Uras. «Davanti al nuovo centralismo – ha scritto in una lettera aperta – è indispensabile un confronto continuo fra noi parlamentari eletti in Sardegna e la Regione se vogliamo davvero elaborare importanti e incisive proposte di auto-governo responsabile dell’isola». L’invito è stato subito raccolto dal deputato Roberto Capelli (Centro Democratico): «La difesa dell’Autonomia – scrive nella risposta a Uras – deve essere il nostro primo obiettivo, ma deve essere forte anche l’impegno della Giunta e del Consiglio regionale, perché tutti insieme dobbiamo verificare tutte le possibili azioni che possiamo intraprendere per tutelare i diritti sanciti dallo Statuto a difesa della nostra sovranità». A Cagliari l’appello per un fronte comune è stato raccolto dal presidente della commissione Riforme del Consiglio regionale, Francesco Agus (Sel), che per martedì ha convocato l’assessore Demuro e chiesto la partecipazione alla riunione di tutti i capigruppo: «Occorre – scrive Agus – una presa di posizione forte e unitaria delle istituzioni a difesa dell’autogoverno delle comunità». Ma a credere che il Governo prima o poi cercherà di dare una spallata all’Autonomia è Sardigna Natzione: «Mentre in Sardegna c’è chi insegue sogni sovranisti, Roma ancora una volta agisce con progetti e fatti colonialisti a cui non è più possibile rispondere solo con buone intenzione, dall’isola deve sollevarsi forte e impetuosa l’opposizione a questa fusione forzata pensata dal governo Renzi». (ua)