FOTO: monsignor Arrigo Miglio, nuovo arcivescovo di Cagliari. Messaggio ai fedeli della diocesi.
LA FOTO DELLA SETTIMANA.
FOTO: monsignor Arrigo Miglio, nuovo arcivescovo di Cagliari. Messaggio ai fedeli della diocesi.
Il nuovo Arcivescovo di Cagliari, S.E. Mons. Arrigo Miglio è nato a San Giorgio Canavese (TO) il 18 luglio 1942. Dopo gli studi nel Seminario di Ivrea e l’anno propedeutico nel Seminario di Torino, ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana ed il Pontificio Istituto Biblico in Roma, conseguendo la Licenza in Teologia e in Sacra Scrittura.
L’ordinazione al presbiterato è giunta il 23 settembre 1967. Dapprima vicario parrocchiale, poi parroco in Ivrea, ha diretto la “Casa dell’Ospitalità” nel medesimo centro, e quella alpina “Gino Pistoni” in Gressoney – St. Jean.
Nel 1980 ha ricoperto l’incarico di Vicario per la pastorale e, dal 1981 al 1992, quello di Vicario Generale di Ivrea, durante l’Episcopato di S.E. Mons. Luigi Bettazzi. È stato inoltre Vice assistente nazionale degli Scout e Assistente Generale dell’AGESCI, Assistente Ecclesiastico dell’Istituto secolare delle Missionarie dell’Amore Infinito.
Eletto alla sede vescovile di Iglesias il 25 marzo 1992, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 25 aprile dello stesso anno.
Crediamo importante pubblicare anche il messaggio di saluto che monsignor Arrigo Miglio, nostronuovo Arcivescovo, ha inviato ai fedeli della sua nuova diocesi. Lo pubblichiamo integralmente:I
«Nel momento in cui viene pubblicata ufficialmente la notizia che il Santo Padre Benedetto XVI mi ha nominato vostroarcivescovo desidero farvi giungere un primo saluto affettuoso, con l’assicurazione della mia vicinanza nella preghieraper tutti voi, che da qualche giorno siete entrati con particolare intensità nel mio cuore e nei miei pensieri. Ho accoltola chiamata del Santo Padre con grande emozione. I primi anni del mio servizio episcopale si sono svolti nella vostraterra, nella carissima Diocesi di Iglesias, e mi sento debitore per i tanti doni ricevuti dalla Chiesa sulcitana e da tuttala Chiesa che è in Sardegna: doni di fede, di fraternità e di amicizia, di sensibilità umana e di raffinata cultura».
Un incarico, quello di Arcivescovo di Cagliari, che Monsignor Miglio accoglie con trepidazione: «E’ una missioneimpegnativa e vasta, di fronte alla quale sento tutto il peso dei miei limiti e delle mie povertà: le depongo con fiducianelle mani del Signore, invocando la materna intercessione di Maria, Nostra Signore di Bonaria, Patrona massima dellaSardegna e specialmente dell’Arcidiocesi cagliaritana».
Una trepidazione stemperata però dall’entusiasmo: «Carissimi fratelli e figli, ho vivo desiderio di venire da voi, diincontrarvi uno per uno, di camminare con voi sulla strada entusiasmante della nuova evangelizzazione. Siamochiamati a testimoniare la vita buona e bella del Vangelo, ma anzitutto siamo chiamati a lasciarci portare etrasformare dal Vangelo, Parola di vita che Gesù ci ha donato: “Perché la nostra gioia sia piena”. Queste paroleformano anche il mio motto episcopale e soprattutto ci ricordano un obiettivo particolarmente importante oggi per ilcammino della nuova evangelizzazione: aiutare l’uomo a riscoprire che la via del Vangelo è fonte di gioia e di vitavera».
Aggiunge ancora nella sua lettera ai fratelli e sorelle della sua nuova diocesi: in questi giorni ho sentito molto vicinala presenza di Maria, che ripete anche a mele parole dette ai servi della festa di nozze a Cana di Galilea: “fate tuttoquello cheLui vi dirà”. Ho ricordato così le parole che Gesù rivolse una notte a Paolo: “non temere, perché io sono conte ed ho un popolo numeroso in questa città” (At 18,10).
Negli anni del mio ministero sacerdotale ed episcopale ho toccato con mano tantevolte, proprio come avvenne perl’Apostolo Tommaso, la presenza viva e forte delSignore Risorto, l’azione del suo Santo Spirito, la forza penetrante edinarrestabiledella sua Parola, la ricchezza dei doni che lo Spirito continua ad effondere sullaChiesa. L’esperienza delministero episcopale mi ha offerto molte occasioni in cui ho potuto contemplare con gioia una Chiesa bella, unita a Cristo nella Passione, certo, ma partecipe al tempo stesso della vita nuova del Risorto, una Chiesa che vive un tempodi trasformazione e di profondo rinnovamento.Siamo appena entrati nel cammino quaresimale, che ci condurrà a vivere conmaggiore intensità la nostra unione conGesù Crocifisso e Risorto; con la liturgia della prima domenica di Quaresima lo Spirito conduce anche noi nel deserto, dove Gesù condivide con noi ogni genere di tentazione, sconfigge per noi il potere del Maligno e annuncia che ègiunto il tempo della nuova e definitiva alleanza che Diostabilisce con noi, come era stato annunciato fin dai tempi diNoè. Dio è nostro alleato: “se Dio è per noi chi sarà contro di noi?” (Rm. 8, 31).
In questo particolare momento diventa fonte di speranza vera e affidabile sapere che il Signore è alleato e solidalecon noi, in primo luogo con tutti coloro che soffrono a motivo della crisi che stiamo vivendo e che la Sardegna vive inmodo speciale, crisi di posti di lavoro, crisi di speranza e di fiducia, crisi di amore vero, mentre la povertà pesa sutante, troppe famiglie. Tutte queste sofferenze il Signore non solo vede e conosce ma le prende su di sé, le fa sue echiede a noi sua Chiesa di essere solidali con Lui e con tutti coloro che soffrono.
Fin da ora voglio dire tutto il mio impegno a camminare con il Signore sulla strada della vera solidarietà. Proprio neldeserto Gesù ci ha ricordato che “non di solo pane vive l’uomo”. La crisi di questi anni, ci ripete spesso Benedetto XVI, non è solo economica ma, prima ancora, culturale e spirituale, perché nasce e si alimenta da una mentalità che nonaccoglie il progetto di Dio, dove la persona umana è sempre al primo posto e deve essere la prima risorsa di cuitenere conto. Questa è anche la prima condizione fondamentale per una economia che voglia guardare lontano elavorare per uno sviluppo autentico e duraturo. Se ci lasciamo illuminare dal Vangelo e dall’insegnamento che ci vienedalla dottrina sociale della Chiesa potremo fare di questa crisi il punto di partenza per un rinnovamento profondo, per un nuovo pensiero e per nuovi progetti, così come dice al n.21 l’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI.
Saluto con particolare affetto gli Ecc.mi Arcivescovi che mi hanno preceduto: Mons. Ottorino Pietro Alberti, che mi haimposto le mani nel giorno della mia consacrazione episcopale, è stato mio metropolita e presidente della Conferenzaepiscopale sarda negli anni del mio ministero ad Iglesias, ma soprattutto amico fraterno e discreto; Mons. Giuseppe Mani, che conosco e stimo da tanti anni, di cui ho sempre ammirato entusiasmo, coraggio, testimonianza apostolica eintraprendenza pastorale: da lui ricevo la preziosa eredità della chiesa cagliaritana, che vorrò servire con tutto ilcuore e con tutte le mie forze. Un saluto fraterno rivolgo ai Vescovi della Sardegna, in particolare ai Vescovi emeritiche risiedono a Cagliari. Saluto con affetto i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi, le religiose ed i religiosi, tutti i fedeli diciascuna parrocchia, con un “ciao” tutto speciale ai bambini, ai ragazzi e ai giovani. Un ricordo particolarevorrei fargiungere agli ammalati, affidandomi alla loro preghiera, particolarmente preziosa perché unita alla Croce di Cristo.
Rivolgo un deferente saluto ed ossequio alle On. Autorità civili e militari, assicurando fin da ora pieno rispetto ecollaborazione, nella ricerca del bene comune per la “nostra” cara terra di Sardegna.
Con l’intercessione di Nostra Signora di Bonaria e dei Santi Patroni della Chiesa cagliaritana invoco su tutti e suciascuno la benedizione del Signore.
Ivrea, 25 Febbraio 2012. +Arrigo Miglio