Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 4, domenica 25 gennaio 2015.

IN CUSTA CHIDA:  notiziario settimanale della Sardegna.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 1.  Uno spiegamento di forze mai visto nell’Oristanese per l’annunciatissimo blitz della questura che  venerdì mattina ha messo fine alla lunga battaglia di Giovanni Spanu e della sua famiglia per non farsi portare via le case e i terreni sulla strada consortile 22 ovest sui quali vivevano e lavoravano ormai da una quarantina d’anni. «Da qui non ce ne andiamo vivi» avevano ripetuto alla vigilia del blitz Giovanni Spanu, 76 anni, originario di Villanova Monteleone, e la moglie Bernardette, di Santa Giusta. Di fronte all’esercito di carabinieri e poliziotti schierato a metà mattinata dalla questura. Giovanni Spanu, la moglie e i cinque figli alla fine si sono però dovuti arrendere. Quando hanno capito che non c’era più nulla da fare si sono rifugiati nel sottotetto e hanno minacciato di darsi fuoco tutti insieme, ma alla fine ha prevalso il buon senso. Il dramma si è consumato poco prima delle 13, quando Giovanni Spanu e la moglie sono usciti abbracciati e rassegnati per l’ultima volta dalla porta di casa.


LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 2. La giornata era cominciata molto presto sulla 22 ovest. Davanti all’azienda della famiglia Spanu, trefabbricati e poco più di sei ettari di terreno coltivati a carote e fragole, i primi militanti e attivisti dei movimenti indipendentisti e antisfratto sono arrivati quando era ancora buio per dare manforte al presidio accampato nell’aia. Alla fine saranno stati una cinquantina, non di più. Troppo pochi per impensierire le forze dell’ordine.

FINALMENTE CI SI MUOVE VERSO L’UNITA’. Il gruppo progressista-sovranista è lanciato  a formare un blocco unico dentro il centrosinistra al governo della Regione. I fondatori: Sel (nella foto, il sen. Uras di Sel), Centro Democratico e Partito dei sardi il fosso l’hanno saltato da poco: al voto per eleggere i “grandi elettori” gli otto consiglieri si sono presentati compatti. Non per contrapporsi al partito guida della coalizione, il Pd, e neanche sgambettare la Giunta, ma con la volontà di dimostrare ben altro: «Siamo pronti, in Consiglio, a fonderci in un gruppo unico». Istemus a bidere…

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 3. A ruota sono arrivati i carabinieri e i poliziotti in assetto antisommossa, avanguardia di un numero imprecisato di carabinieri, poliziotti, vigili urbani e forestali a blindare l’azienda e perfino un elicottero della polizia più una squadra dei vigili del fuoco, due ambulanze, un carro attrezzi e una autocolonna di camion per caricare gli animali e i beni della famiglia Spanu. A quel punto non c’era più storia. La resistenza passiva del segretario di Sardigna Natzione Bustianu Cumpostu e dell’attivista del Movimento popoli liberi Roberta Modena è finita nella polvere. Presi di peso e sbattuti fuori sulla strada. Anticipo sul destino delle future lotte?

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 4. Altre aziende e case andranno all’asta nei prossimi mesi. Ancora dodici a gennaio. Poi l’esplosione a febbraio, con 332 vendite. E a marzo si va, se possibile, sempre più su: 383 locali destinati ad avere un nuovo padrone. Più di settecento immobili nel giro di due mesi. È il calendario della disperazione: i numeri sono forniti dal presidente di Assotziu consumadori Sardigna, Marco Mameli. Anche la stessa sede del Presidio, nel parcheggio davanti alla Regione, è a rischio sgombero.

SU GHISOLFI NEL SULCIS..  Lo Stato di Renzi ha deciso di passare sotto le proprie dirette competenze gli impianti di “biofuel”, la coltivazione di canne del Piano Sulcis di Mossi e Ghisolfi, i rigassificatori, la ricerca di idrocarburi a terra, come il progetto Eleonora della Saras, e in mare». Tutte le questioni calde passeranno per Palazzo Chigi, i quali avrà qui i suoi procuratori. Fabio Enne (nella foto qui a lato) , segretario regionale Cisl esperto di industria, è preoccupato. «Il Governo sta continuando ad avocare a sé decisioni importanti, lasciando alle Regioni niente. E se la Sardegna sta opponendo resistenza, io non me ne sono accorto». Ce l’hanno detto l’altro giorno. Ghisolfi è anche uno dei finanziatori delle ‘campagne’ di Renzi.

LO STATO  ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI . 5.Alla crisi dell’agricoltura in molti casi si aggiungono gli effetti della legge regionale numero 44 del 1988, poi bocciata dall’Unione europea. I famigerati mutui-beffa hanno innescato una spirale di indebitamenti e di impegni a cui le aziende non riuscivano più a far fronte con le banche, con l’Agenzia delle Entrate e con Equitalia. Gli ultimi dati regionali a disposizione, riportati dalla Nuova nel 2013, parlavano di 4mila 948 aziende ancora esposte per un debito complessivo di 31 milioni di euro. Il 12 per cento di queste con un’esposizione tra i 10mila e i 100mila euro, altre 16 aziende (l’uno per cento) addirittura sopra i 100mila.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 6 . I movimenti hanno fatto sapere che non staranno zitti. «Noi lo abbiamo chiesto – spiega Giacomo Dessì – già nel 2011 e più volte abbiamo ribadito il concetto: la Regione deve intervenire con una moratoria non onerosa per bloccare le esecuzioni forzose. Abbiamo protestato anche davanti alle banche. Senza risultato. Prima di intervenire con le esecuzioni bisogna approfondire, capire quale sia la natura del debito. Reagiremo ogni volta: queste situazioni non devono passare sotto silenzio». C’è da dire che soprattutto nelle zone interne non è facile, in questo momento, vendere all’asta un’azienda agricola, a dispetto di prezzi che possono essere molto più bassi del valore degli immobili: sia perché la crisi perdurante del settore non incoraggia a investire, sia per la riprovazione sociale che colpisce chi ottiene un vantaggio economico dalle sventure altrui.

GLI AMICI DI GHISOLFI NEL SULCIS. «Il biofuel? Nessun rischio per le colture di qualità, in Sardegna oltre l’80% dei terreni sono incolti». Gigi Rubiu (nella foto a destra) , consigliere regionale dell’Udc, interviene sul progetto dell’impianto di bioetanolo che Mossi&Ghisolfi vorrebbe aprire a Portovesme. Per Rubiu l’impianto è un’opportunità, ancora di più in un territorio come il Sulcis devastato dalla crisi economica. «Occorre avere un giusto equilibrio sui riflessi che l’impianto potrebbe avere sul territorio – precisa Rubiu – non si dimentichi comunque che il complesso prefigura un importante effetto occupazionale con circa 350-400 posti di lavoro,compreso l’indotto in agricoltura». Secondo Rubiu non ci saranno effetti negativi sull’agroalimentare.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI.  7. Riprovazione che corre anche sul web. Il movimento indipendentista Irs, rappresentato in consiglio regionale, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook nomi e foto di due coniugi indicati come acquirenti dall’azienda Spanu ad Arborea, con apprezzamenti poco lusinghieri e con l’inevitabile coda di commenti velenosi.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 8.  Dopo lo sfratto degli Spanu ad Arborea, Sardegna Vera presenterà un emendamento alla Finanziaria per stanziare un fondo di solidarietà che garantisca una prima assistenza alle persone che si troveranno nelle stesse situazioni della famiglia che ha dovuto lasciare la propria abitazione e azienda agricola svenduta all’asta per un vecchia e contestata cambiale agraria di pochi milioni di lire. «Pur esprimendo tutta la mia vicinanza alla famiglia Spanu, non possiamo limitarci alla mera solidarietà e poi lasciare per strada le persone. A tutti, anche a chi sbaglia, la società sarda deve garantire un tetto e la prima casa deve essere sacra e inviolabile per tutti – spiega il capogruppo Efisio Arbau  –. Chiederò il sostegno di tutto il Consiglio perché stiamo parlando dei soldi dei sardi, dunque privi di colore politico».

Anche la Chiesa dica no all’invio delle scorie». «Santidadi, Dha pregaus de donai fortza a s’isperàntzia de su populu nostu po chi sa Sardigna no essat unu desertu de genti isparéssia, ma nci potzat bivi ancora cun dignitadi e in paxi». Ieri, con questo accorato appello indirizzato direttamente a Papa Francesco, Mario Puddu (foto a sinistra), settantenne professore in pensione e fervente indipendentista, ha posto fine allo sciopero della fame inscenato nell’oratorio – chiesa di San Giovanni Suergiu contro il pericolo che l’Isola venga scelta come sito unico nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. “Se entro una quindicina di giorni non ci sarà una risposta e una presa di posizione netta e chiara anche della Chiesa su questo grave problema – dichiara – riprenderò il digiuno». Nelle due lettere (oltre a quella indirizzata al Pontefice anche una diretta al vescovo di Iglesias e alla Conferenza episcopale sarda), Puddu, supportato da don Tonino Bellu, parroco del paese, esorta anche la Chiesa a prendere una posizione sull’ipotesi di stoccaggio nell’Isola di scorie nucleari.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI.  9. A dare una mano agli Spanu anche dopo lo sgombero sono alcuni attivisti del presidio antisfratto che a turno, da molti mesi, hanno vigilato giorno e notte per cercare di evitare lo sgombero. Missione impossibile di fronte all’imponente schieramento di forze messo in campo dal ministero dell’Interno per portare a termine l’operazione dopo tre anni e passa di attesa. Per Roberta Modena, l’attivista del movimento Popoli liberi che durante il blitz si è presa un colpo di scudo in testa per il quale annuncia una querela, non ci sono dubbi: «Volevano dare una prova di forza in vista della stretta sugli sfratti e gli sgomberi che stanno preprando per i prossimi mesi. Solo martedì sono stati 300 in tutta Italia».

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI.  10. Felice Lubrano, arrestato durante i momenti agitatissimi dello sfratto della famiglia Spanu, ha dovuto pagare dazio. Per l’esattezza un anno e mezzo di pena patteggiata di fronte al giudice del tribunale di Oristano. Felice Lubrano, l’ex alpino militante nei movimenti anti sfratto, era tra coloro che si erano barricati all’interno della casa della famiglia Spanu minacciando di farsi esplodere con delle bombole di gas. Aveva poi dimostrato di non gradire affatto l’irruzione della polizia che aveva dovuto ricorrere ad un’azione di forza per far eseguire il provvedimento. Aveva innaffiato gli agenti con della benzina e successivamente li aveva anche colpiti, prima di essere immobilizzato e arrestato. Varie le accuse che gli venivano contestate. Oltre alla resistenza, erano contestate anche la violenza contro i pubblici ufficiali e le lesioni riportate da qualcuno dei poliziotti che aveva dovuto anche far ricorso al medico per le cure, che fortunatamente si esauriranno in pochi giorni.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 11.  Due volte al mese, nell’aula del tribunale di Tempio vengono battute all’asta, mediamente, duecento tra ville, abitazioni o locali commerciali. Ed è soltanto la punta del mondo di sofferenza economica e umana che affiora, quella più evidente. Meno evidenti sono gli ormai quotidiani pignoramenti mobiliari, quelli che stanno cancellando, per debiti, il tessuto socio-economico, artigianale e della media e piccola industria del nord dell’isola.

PARTES DUAS. Anche Sassari vuole essere riconosciuta città metropolitana e non finire su un binario morto come ex provincia. Il coordinamento provinciale del movimento politico “Insieme per le Autonomie” del Nord Sardegna ha già avviato la mobilitazione. Accanto a quella di Cagliari (già prevista nella legge di riordino degli enti locali), la Regione dovrà istituire una seconda area metropolitana che racchiuda 15 comuni dell’hinterland e quelli di Alghero, Castelsardo, Porto Torres, Sennori, Sorso e Stintino. Inoltre nelle more della cancellazione delle province storiche dello Statuto viene proposta l’istituzione della provincia del nord Sardegna, con capoluogo Olbia, Tempio o Ozieri. Per supportare la richiesta il movimento, coordinato in Sardegna da Franco Cuccureddu (nella foto a sinistra) , sindaco di Castelsardo, chiama a raccolta tutte le forze politiche, sociali, imprenditoriali, sindacali, le istituzioni, a iniziare da Comuni, Provincia di Sassari, Università, Camera di commercio, «per evitare la concentrazione su un unico polo regionale competenze, poteri, uffici e servizi, accentuando quel “cagliaricentrismo”, rafforzato negli ultimi anni col progressivo arretramento della Regione dal territorio». Cagliari, come sola area metropolitana, infine, catalizzerebbe tutte le risorse comunitarie e statali.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 12. Negli anni Cinquanta e sino al 1994 la Gallura era considerata zona franca sotto il profilo giudiziario perché non era in attività l’ufficio delle esecuzioni immobiliari, con gioia immensa dei grandi speculatori che accumulavano debiti su debiti con le banche certi che nessuno avrebbe mai intaccato il patrimonio immobiliare, che potevano cedere agli ignari acquirenti. Il polo bancario, in quegli anni, si liberò delle “sofferenze” perché riteneva inesigibili per le carenze giudiziarie, oltre duecento miliardi di lire di debiti. Li acquistò, pagando soltanto il 20 per cento, una finanziaria romana che un anno dopo, con l’attivazione dell’ufficio esecuzioni immobiliari del tribunale, moltiplicò per venti l’iniziale investimento.

LE BANCHE SARDE TORNINO AI SARDI. Paolo Maninchedda, leader del Partito dei sardi, ha rispolverato il vecchio sogno di riportare nell’isola il centro decisionale del Banco di Sardegna lì dove dovrebbe essere. La tesi è chiara: con il cambiamento della governance, «la Bper ha bisogno della Fondazione Banco di Sardegna», scrive Maninchedda sul sito Sardegna e libertà: «Il Sole 24 Ore», afferma il leader del Partito dei sardi, «prevede che sia la Popolare di Milano con la Carige a diventare il socio di riferimento della Bper ma non è semplice e non è facile. E comunque noi sardi possiamo facilmente combattere. Che facciamo, ci riprendiamo una banca o facciamo finta di niente? Ci schieriamo con la Fondazione su un grande progetto per il credito in Sardegna o parliamo di bambole»? E’ quello del credito uno dei grandi temi della politica sarda. In base allo Statuto, la Regione aveva competenza primaria sul credito ma negli anni Novanta non ha saputo difendere le sue banche, cedute a grandi gruppi nazionali… Il dibattito è aperto.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 13. Le richieste di intervento giudiziario da parte delle banche, dell’Agenzia delle entrate, di Equitalia e dei privati è centuplicata. Colpa della crisi che ha paralizzato i cantieri lungo tutta la fascia costiera, dove sono in attività soltanto piccoli artigiani, impegnati in lavori di manutenzione, e ha affossato colossi dei trasporti come Meridiana, che sta mandando a casa – con sostanziose liquidazioni, questo va precisato per solidarietà con i cassintegrati del settore edilizio, del comparto sugheriero, sanitario e artigianale –1300 tra piloti e personale di terra e viaggiante. L’Eldorado non c’è più, restano le macerie sulle quali si fiondano i soliti squali in cerca di affari, intervenendo nelle aste. Oggi, in Gallura, l’attività più redditizia (per conto terzi, ovviamente) è quella delle esecuzioni immobiliari, che fattura ogni anno decine e decine di milioni di euro. In vendita c’è di tutto, dall’albergo a cinque stelle alle isole, compresi gli abiti di cinquant’anni fa, sequestrati di recente a un commerciante olbiese.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 14. Sale forte  parte dell’assemblea dei sindaci dell’Unione dei Comuni del Logudoro il sostegno delle imprese del settore agro-zootecnico in difficoltà economiche e a rischio sfratto per le vendite all’asta provocate da morosità, spesso anche piccole, con le banche. Un loro documento impegna l’Anci e la Regione ad assumere iniziative congiunte e forti per salvaguardare le aziende dal rischio sfratto e per dare il massimo sostegno alle famiglie in difficoltà.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 15. L’esecutivo Renzi ribadisce il concetto: dopo lo “Sblocca trivelle” ecco un altro piano decisamente preoccupante per il futuro dei territori e il loro potere di decidere in autonomia: il decreto ambiente. Dice, tra le altre cose, che riguardo agli impianti soggetti all’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), si ampliano le attuali competenze statali su alcune categorie in precedenza attribuite alle Regioni. Non solo: la Commissione incaricata delle istruttorie per il rilascio dell’Aia, non vedrà più la partecipazione degli esperti di nomina regionale, provinciale e comunale. Ancora: «Il sindaco non potrà esercitare i poteri in materia di industrie insalubri» perché tutte le valutazioni, comprese quelle sanitarie, passano alla Commissione nazionale.

LO STATO ITALIANO PASSA ALL’ATTACCO MANU MILITARI. 16. Un discorso che non toccherà la Sardegna? «Non si può dire per ora», sottolineano all’ufficio stampa del ministero, «è ancora una bozza, vedremo cosa succederà in sede di discussione». E comunque, è bene non dimenticare mai le dichiarazioni fatte a ottobre dalla ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi: «Le Regioni a statuto speciale andrebbero abolite. Ora non possiamo proporlo, ma sono favorevole». L’assessore all’Ambiente, Donatella Spano (che non ha voluto fare ricorso alla Consulta contro lo Sblocca Italia perché «non c’era bisogno») ribadisce: «In generale siamo tutelati dalla nostra autonomia, quando sarà il momento, se sarà necessario la faremo valere». Il disegno, a Roma, è chiaro. Prima, lo Sblocca Italia, quello che per la liberalizzazione di gas e trivelle Legambiente e Greenpeace hanno chiamato alla conquista del west .

 

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