Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno IV, n° 3, domenica 18 gennaio 2015.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 1. Lunedì ad Abbasanta ci sarà l’assemblea generale DEI SINDACI SARDI che dovrà stabilire la strategia da tenere su quattro temi: 1) l’Imu agricola; 2) la legge Finanziaria della Regione; 3) la riforma degli Enti locali; 4) il definanziamento delle opere pubbliche. Argomenti uniti da un filo rosso, le ricadute sui servizi per i cittadini, che sono stati esaminati ieri in una conferenza dei rappresentanti del coordinamento delle associazioni degli enti locali,  Piersandro Scano e Umberto Oppus.


LA ‘GENTILEZZA’  DEL GOVERNO: DOBBIAMO TEMERLO ANCHE QUANDO IN RITARDO MANTIENE DEGLI IMPEGNI? 1.  Con soddisfazione e tempismo perfetto, chi era finito più di altri nel mirino, il presidente della Regione Francesco Pigliaru e l’assessore al Bilancio, Raffaele Paci, ha annunciato e letto il bollettino della riscossa e della rivincita. Eccolo: «Giovedì 15 gennaio 2015, la Sardegna ha incassato il primo acconto del credito che dal 2010 vantava nei confronti dello Stato su imposte varie». Bel colpo, non c’è che dire, perché questa vittoria pesa molto: 300 milioni, appunto. È un evento, e il governatore l’ha celebrato con un lungo prologo: «Sono tutti soldi reali, risorse extra e oltre quelle previste dalla prossima Finanziaria. Da lunedì cominceremo a spenderli. Li utilizzeremo subito per far fronte a una buona parte degli impegni del passato”.

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 2.  Scano e Oppus vanno al cuore della Finanziaria sulla questione della vertenza entrate: «Quella vertenza deve ripartire e dev’essere rilanciata. Non siamo soddisfatti, non lo è il Consiglio regionale e nemmeno la giunta. Si deve fare una battaglia così come è stato fatto altre volte. Ritirare i i ricorsi? E’ uno sbaglio»! Infrastrutture. Tutti d’accordo sulle politiche keynesiane che, in questo caso, coincidono con la decisione di contrarre un mutuo da 600 milioni. «In momenti di crisi è giusto indebitarsi per rilanciare gli investimenti», dice Scano, «ma sulle finalità c’è molto da discutere». L’Anci riconosce, infatti, che buona parte delle risorse (454 milioni) sia concentrato su pochi obiettivi ma vuole confrontarsi sul resto.

LA ‘GENTILEZZA’  DEL GOVERNO: DOBBIAMO TEMERLO ANCHE QUANDO IN RITARDO MANTIENE DEGLI IMPEGNI? 2. Ancora Pigliaru: «Questo dimostra che per la Giunta la Vertenza entrate non era chiusa e non lo è ancora. Dopo anni e anni di contenzioso, musi duri e pugni sbattuti sul tavolo, in nove mesi, al termine di una faticosa trattativa, abbiamo vinto questa battaglia importante e andremo avanti fino a quando non ci sarà pagato fino all’ultimo euro». Dovrebbe essere intorno a giugno, con il saldo: altri 400 milioni all’incirca.

FINALMENTE LA SISTEMATICITA’ DELL’INSEGNAMENTO DELLA LINGUA SARDA NELLE SCUOLE. La proposta di legge presentata in Consiglio regionale, primo firmatario Paolo Zedda dei Rossomori, darà la possibilità alle famiglie di chiedere l’insegnamento del sardo nelle scuole dell’infanzia e in quelle elementari. Sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza e opposizione, la proposta prevede un finanziamento di tre milioni per garantire 200 ore all’anno nei primi due cicli di studio. «Rispetto alla vecchia legge sulle minoranze linguistiche – ha detto Zedda – questa prevede, in armonia con la legislazione nazionale, continuità didattica e uniformità d’insegnamento del sardo». Sono previste anche altre novità: il registro regionale degli insegnanti di sardo, che saranno affiancati da un tutor, e la Consulta per il coordinamento della didattica.

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 3. «Non c’è nessuna visione Cagliaricentrica nel disegno di legge di riforma degli Enti locali e neanche alcuna intenzione di penalizzare il territorio del nord dell’isola rispetto a quello del sud. Il resto è frutto solo di conclusioni affrettate forse dovute a una lettura non attenta del testo». Lo ha dichiarato l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, nel replicare ai sindaci del Nord Sardegna, che avant’ieri a Oschiri hanno contestato il disegno di legge.

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 4. «È pericoloso – scrive – riproporre antistoriche posizioni antagoniste tra Comuni grandi e Comuni piccoli e tra i vari territori. Mentre andrebbe apprezzata la volontà della Giunta di condividere la riforma con tutti gli Enti locali senza prevaricazioni dall’alto. Certo – è la conclusione di Erriu –, restano ancora diversi punti su cui confrontarsi e in questa direzione tutti sono chiamati, con spirito di leale collaborazione, ad accompagnare le critiche e le preoccupazioni con proposte e idee operative che sarebbe bene porre al più presto sul tavolo della discussione politica».

LA ‘GENTILEZZA’  DEL GOVERNO: DOBBIAMO TEMERLO ANCHE QUANDO IN RITARDO MANTIENE DEGLI IMPEGNI? 3.  Da dove arrivano, parla Paci: “Queste, nell’ordine: una percentuale delll’Ires (è la tassa pagata dalle imprese che hanno uno o più stabilimenti nell’isola ma la sede legale altrove), una percentuale di giochi e lotterie, la compartecipazione alle riserve matematiche e al bollo auto”.Come saranno spesi. Martedì in Giunta saranno decise le priorità, ma i 300 milioni extra di fatto andranno in gran parte su questi capitoli: sociale, cultura, lavoro, ambiente e istruzione.

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 5. «Erriu penalizza il nord». A Oschiri si incontrano i primi cittadini di molti Comuni e criticano la riforma regionale degli Enti locali. La legge porta alla chiusura di due terzi dei Comuni sardi, quelli sotto i cinquemila abitanti. Il progetto di riforma degli enti locali messo su carta dalla giunta regionale impatta nella bocciatura dei Comuni del Nord Sardegna. «C’è tanto da correggere, da rivedere. Ma anche da chiarire».

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 6. Prima incognita: quale sarà l’architettura istituzionale che sostituirà le Province defunte e, in futuro, anche quelle storiche, analogamente destinate alla scomparsa? Timori e proposte saranno fissati in un documento che lunedì verrà proposto all’assemblea regionale dell’Anci, convocata a Abbasanta proprio per mettere a punto una “piattaforma” destinata ad aprire il confronto con la Regione prima che il Disegno di legge approdi all’esame del Consiglio che dovrà tenerne conto.

LA ‘GENTILEZZA’  DEL GOVERNO: DOBBIAMO TEMERLO ANCHE QUANDO IN RITARDO MANTIENE DEGLI IMPEGNI? 4.  C’è già un primo dettaglio: 18 milioni andranno alle famiglie bisognose, 16 per la talassemia e altre patologie, 26 a favore di chi ha handicap gravi, 10 ai non autosufficienti, altri 10 all’Ente per il diritto allo studio, 8 alle Università, 9 per borse di studio e contributi agli studenti come sostegno al “fitto casa”. Poi 10 milioni per le attività teatrali e il cinema, 1,5 alle biblioteche e 8 allo sport. In lista anche i Consorzi fidi (7), i cantieri verdi (13) e gli indennizzi per pagare i danni della Lingua blu (20).

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 7. Tempi stretti, perché nello scenario del disorientamento organizzativo che i sindaci avvertono, c’è anche la scadenza di aprile, osserva il sindaco di Ozieri Leonardo Ladu, quando la legge di riforma che ha preso il nome del ministro Delrio, diventerà comunque operativa e sancirà la nascita obbligatoria delle Associazioni dei Comuni. Prospettiva obbligata ma che poco piace alle comunità finora comprese nei perimetri delle Province di Sassari e di Olbia-Tempio.

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 8.  «Ecco allora la necessità di mutare il percorso, di costruire qualcosa di inedito che abbia la forza dell’ente locale e di rappresentanza democratica dei territori – osserva il primo cittadino di Sassari Nicola Sanna che con alcuni colleghi ha promosso l’iniziativa alla quale hanno preso parte una quarantina di colleghi –. Per il Nord Sardegna pensiamo a un ente di area vasta che permetta l’aggregazione dei piccoli Comuni (ma anche di quelli maggiori) salvandone le peculiarità economiche, sociali, economiche basando tutto sul principio della sussidiarietà».

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 9. «Come dimostrato negli anni, Sassari e la Gallura possono essere più forti se agiscono con sintonia con l’entroterra e le coste e se amministrano il territorio con l’equilibrio e il coordinamento di competenze e servizi», spiega Sanna. Insomma, via dalle tentazioni di “polarizzazione”. Le critiche al Disegno di legge in capo all’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu sono in lunga sequenza. Ma il nodo che i sindaci voglio eliminare è nell’architettura che prevede l’Area metropolitana di Cagliari e il resto dell’isola riorganizzato con aree vaste delle quali non sono chiare competenze, capacità economiche, forza decisionale.

VIVA IL TRENO. L’assessore regionale ai trasporti Deiana aveva annunciato il taglio delle linee degli autobus Cagliari-Sassari, Olbia-Sassari e Cagliari-Elmas. «Tutto partirà dal primo febbraio. La direttrice Cagliari-Sassari-Olbia si sposterà su rotaia. I pullman non ci saranno più. Ma questo è solo l’inizio di un cambio di rotta. La nostra filosofia l’abbiamo già tracciata». I bus serviranno solo per portare i passeggeri nei centri intermodali, ma le città maggiori dell’isola saranno collegate solo con i treni. Nuoro e Macomer diventeranno centrali nella dorsale ferroviaria».

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 10. La radiografia dell’ipotesi di riforma dà ai sindaci una sola risposta: viene potenziata e caricata di poteri l’Area metropolitana meridionale che fa capo a Cagliari, mentre il resto entrerebbe nella sfera della subalternità a quello che il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli ha definito «cagliaricentrismo», segnalando comunque (quale che sarà la nuova formula istituzionale) la necessità di salvare la specificità della Gallura, già minata, come le altre realtà sarde, dalla «menzogna delle Province storiche e Province regionali».

IL PD DEL CENTRO ED IL PD DELLA PERIFERIA. La decisione di Soru di trasferire la sede del PD da via Emilia (nel quartiere popolare di Is Mirrionis) a viale Regina Margherita (a due passi dalle stanze del potere, nel salotto buono della città) sembra non essere gradita dalla maggioranza dei compagni storici di quello che un tempo era il Partito comunista italiano. A parte gli spazi, la posizione, l’aspetto economico e la nostalgia per un’epoca che ha stravolto il concetto di partito, i vecchi tesserati contestano a Soru l’assenza di condivisione nella scelta di cancellare quella che per 38 anni è stata La casa del partito .

LA MADRE DI TUTTE LE RIFORME. 11.  Le ragioni dei sindaci sono tante, perché, sintetizza il primo cittadino di Alghero Mario Bruno, «con la scusa di cancellare le Province stanno cancellando i Comuni». Ma c’è anche un altro elemento controverso, dice Franco Cuccureddu (Castelsardo): «La Commissione europea già nel 2000 ha riconosciuto l’Area metropolitana di Sassari. Che ne sarà dei territori (Sulcis e Medio Campidano) che non saranno compresi nell’Area di Sassari e in quella di Cagliari?». Il futuro non può che prevedere, dice Emiliano Deiana (Bortigiadas) «una Regione che somiglia al modello di sviluppo: vogliamo una crescita armonica o Aree metropolitane circondate dal deserto?»

TUTTI UNITI CONTRO LO STATO CHE CI MANDA I RIFIUTI NUCLEARI. Il comitato «No alle scorie» ha scritto al presidente della Regione per chiedere un incontro urgente e lanciato un appello: «Facciamo fronte unico per cancellare il rischio che il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi sia costruito in Sardegna». Si scrive anche che è arrivato il momento del «confronto continuo con le istituzioni, dalla Regione ai Comuni, per arrivare a una presa di posizione unitaria e ufficiale che esprima al Governo la chiara volontà dei sardi sul no allo stoccaggio dei rifiuti nucleari nell’isola».

CHI TRA  I SARDI VOTA PER IL PRESIDENTE. Come vuole la Costituzione saranno ancora tre i Grandi elettori, come tutte le altre Regioni, che la Sardegna invierà a Roma per l’elezione del Capo dello Stato. A scegliere il terzetto sarà i sessanta consiglieri eletti un anno fa e lo faranno nella seduta che sarà convocata mercoledì prossimo alle 16. Nomine scontate. Si sa già chi saranno i tre grandi elettori, perché questo è uno dei casi in cui la prassi è rimasta inalterata nel tempo. Uno sarà il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau (Pd), il secondo sarà quello della Regione Francesco Pigliaru (Pd). Il terzo, Pietro Pittalis (Forza Italia). Ma Sel vorrebbe un sovranista al posto di uno dei due presidenti pd.

GLI AMICI DELLA CHIMICA ALLA RISCOSSA. 1. È ripartito a Roma il confronto tra la Regione e l’Eni. In discussione il futuro della chimica verde e le bonifiche, ma non solo: è in discussione l’intera politica industriale dell’isola. Da una parte del tavolo, per la Regione, il presidente Francesco Pigliaru con gli assessori Maria Grazia Piras (industria) e Donatella Spano (Ambiente); dall’altro lato l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, con i responsabili delle singole divisioni strategiche dell’aziende e Salvatore Sardo, chief dell’ente petrolifero.

GLI AMICI DELLA CHIMICA ALLA RISCOSSA. 2. La cifra della “ perdita di 72mila posti di lavoro in cinque anni”, affermata dai sindacati aziendali dell’Eni e coperta dalla Regione  e dalla Confindustria, è una gran panzana. Detta per fare dire alla Regione: la Sardegna deve rilanciare l’intero settore. L’Eni fa finta di essere il loro nemico, in realtà vuole essere pregato: l’obiettivo è la materia prima da produrre nelle campagne, i cardi. La pantomima continuerà. Il ricatto degli investimenti e delle bonifiche serve al caso.

 

Condividi su:

    Comments are closed.