Il reporter tedesco: «Vi racconto i miei giorni al seguito di Isis»
Il reporter tedesco Todenhoefer racconta del periodo trascorso con gli uomini di Al Baghdadi. «L’ Occidente sottovaluta pericolo, sono peggio di uno tsunami». Dalla Redazione Online de Il Corriere della Sera, 24 dicembre 2014 | 11:16
Il reporter tedesco Juergen Todenhoefer è il primo giornalista occidentale “embedded” nello Stato islamico (Isis), e dal suo viaggio appena terminato in Siria e Iraq è tornato con alcune impressioni ben chiare in mente. «L’occidente sottovaluta drammaticamente la dimensione del pericolo» posto dall’Isis, che tra l’altro «sembra funzionare bene come Stato, come altri Paesi totalitari della regione», ha scritto in un post sul suo sito.
Le sette lezioni
Tra i jihadisti che hanno decapitato centinaia di persone negli ultimi mesi, tra cui il giornalista statunitense James Foley, sotto le bombe «statunitensi e siriane», Todenhoefer è stato dieci giorni a Mosul e Raqqa, con il figlio Frederic. Dal viaggio dentro l’Isis – che gli aveva fornito anche una garanzia scritta di incolumità, «ma nessuna garanzia che fosse reale» – è tornato lo scorso 16 dicembre. «Avevo bisogno di materiale autentico sull’Isis per un libro in programma. E ciò si ottiene solo in loco. Ho fatto così per tutti i miei libri», spiega Todenhoefer raccontando delle preghiere di famigliari e amici per farlo desistere dai suoi propositi.
In breve, e in attesa di altre pubblicazioni sull’Isis, il giornalista (ex parlamentare della Cdu della cancelliera Angela Merkel) ha raccontato «le sette impressioni più forti» sul suo sito. «I combattenti dell’Isis sono più intelligenti e pericolosi di quanto i nostri politici suppongano: in pochi mesi l’Isis ha conquistato un territorio grande come la Gran Bretagna. Al Qaeda in confronto è un nano». Todenhoefer ha poi potuto osservare in prima persona come «il flusso di nuovi combattenti cresca ogni giorno»: non è vero che arrivino solo giovani “sconfitti” nella società occidentali, ma ci sono anche professionisti «euforici dagli Usa, la Gran Bretagna, la Svezia, la Russia, la Francia, la Germania». A livello di sicurezza interna e stato sociale, il territorio sotto il controllo dell’Isis funziona bene come Stato, al pari di altri Paesi totalitari della regione’‘. Per il giornalista tedesco l’Isis «è un movimento dell’1 per cento (della popolazione di religione islamica nel mondo), ma capace di produrre l’effetto di uno tsunami nucleare». E che «non si potrà sconfiggere con le bombe e i missili: solo gli arabi sunniti moderati possono fermare l’Isis, non l’occidente», conclude Todenhoefer.