Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 41, domenica 7 dicembre 2014.
IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.
L’ITALIANO ‘BUONO’ CI FA VISITA. 1. Graziano Delrio è arrivato giovedì 4 alle 10, in missione speciale, per parlare solo di come risollevare le sorti disastrate della provincia più povera d’Italia, il Sulcis-Iglesiente, in quattro ore gli hanno rovesciato addosso di tutto: dalle entrate a singhiozzo all’energia troppo cara, dalla disoccupazione spaventosa alle esagerate servitù militari, dall’incertezza che circonda ancora l’ex ospedale San Raffaele fino a un preoccupante e sempre possibile stoccaggio delle scorie radioattive in una cava dell’isola. Il vice di Renzi dovrà venire più spesso, per togliere dalla mente dei sardi che lo Stato o li sfrutta o li abbandona.
FORSE NON C’E’ IL TRUCCO. Un altro manager della Regione si è detto pronto a ridursi lo stipendio. Dopo l’amministratore delegato di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti, ora a fare il passo avanti è Sebastiano Bitti, direttore generale di Area, l’agenzia regionale per le case popolari, l’ex Iacp. Ha sollecitato una riduzione dello stipendio per poi legarlo ai risultati di gestione.
In un’interpellanza Gavino Sale pone al presidente della Regione diverse domande: quale sia «il reale stato della trattativa per la riduzione delle servitù», poi «se la Regione sia stata avvertita delle recenti operazioni di sbarco e le abbia autorizzate», o «comunque sia stata messa a conoscenza della tipologia di materiale trasportato, delle norme di sicurezza necessarie e della destinazione finale del carico». Secondo Gavino Sale «è evidente che parte dello Stato ci siano continue violazioni della sovranità dei sardi in materia di servitù, anche in considerazione della forte contrarietà espressa dagli stessi cittadini sardi in merito alla presenza delle basi in Sardegna e alle esercitazioni militari».
L’ITALIANO ‘BUONO’ CI FA VISITA. 2. Ore 13.20, galleria Villamarina. Dentro la miniera iglesiente più importante d’Italia, dove 37 dipendenti dell’Igea, società in house della Regione che dovrebbe occuparsi di interventi geoambientali, hanno dato vita alla prima lotta operaia in rosa senza precedenti, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio corre verso l’uscita per non perdere il suo aereo delle 15. Alle spalle, si lascia una lunga chiacchierata con le 37 Marie , asserragliate a Monteponi da sette giorni. Rivendicano «certezza sul futuro, bonifiche in capo alla società, e dunque lavoro per il Sulcis». Delrio: «Nessuno perderà il posto, l’Igea farà le bonifiche come accade in Germania, dove un’altra società pubblica fattura milioni di euro e crea occupazione. I soldi ci sono». Che il Governo non spende. «Stiamo cercando di accelerare gli interventi».
LA MANI SULLE CAMPAGNE … SARDE. 1. Viene spostato di sei mesi il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli, il cui termine era previsto per il 16 dicembre. Il governo promette di modificarne i criteri applicativi. Sotto accusa il parametro altimetrico adottato che non tiene conto delle differenze territoriali e delle coltivazioni. L’applicazione del tributo prevedeva un’esenzione in modo indifferenziato solo per i terreni montani al di sopra di 600 metri d’altitudine. Esenti anche quelli coltivati da imprenditori agricoli professionisti e coltivatori diretti tra i 600 metri e i 281 metri d’altitudine. Al di sotto dei 281 metri erano tutti tenuti all’intero versamento.
L’ITALIANO ‘BUONO’ CI FA VISITA. 3. Emozionato, non tanto per il regalo, un caschetto bianco, e neanche quando è entrato (sarà stata la sua prima volta?) in una galleria lunga, profonda e buia. Graziano Delrio si è commosso quando una delle 37 operaie dell’Igea che occupano la miniera, gli ha detto: «Sono da sette giorni che vedo mio figlio solo attraverso le sbarre del cancellata di Villamarina». Lui che ha nove figli, in quel momento si è passato con eleganza una mano sul viso per nascondere un inizio di lacrime.
L’ITALIANO ‘BUONO’ CI FA VISITA. 4. Francesco Pigliaru ha implorato le ribelli. Ha chiesto a ognuna di loro: «Mi promette che oggi o domani ritornate tutte a casa?». Forse si aspettava un sì spontaneo dopo aver giurato che «i finanziamenti per le bonifiche arriveranno e l’impegno dello Stato sarà massimo per restituire un futuro al Sulcis-Iglesiente». Ma le guerriere gli hanno risposto con un più cauto: «Vedremo. Prima vogliamo capire quando ci saranno pagati gli stipendi arretrati. Altrimenti da qui noi non andremo via».
MA NON ABBIAMO GIA’ CINQUE CONFEDERAZIONI SINDACALI? «Adesso saremo con gli operai dell’Igea, con le donne asserragliate nella miniera di Iglesias, da venerdì si riparte con la lotta. E a fine gennaio saremo tutti in marcia, con le 50 vertenze lavoro della Sardegna». Il comandante Andrea Mascia si è presentato così, dopo essere sceso dalla torre faro dell’aeroporto di Olbia.
L’ITALIANO ‘BUONO’ CI FA VISITA. 4 . Riassunto della puntata in Sardegna di Graziano Delrio: il Piano Sulcis si sblocca con l’arrivo di 127 milioni, sul bilancio della Regione (e sui soldi statali che mancano all’appello) «stiamo discutendo», sul San Raffaele di Olbia «tutto bene ed entro l’anno chiudiamo». Bisogna dare risposte sul dossier Sardegna e «noi le stiamo dando», non solo affrontando le emergenze, come gli stipendi arretrati, ma «lavorando per il futuro». E tentando di dimostrare che lo Stato non è assente.
L’ITALIANO ‘BUONO’ CI FA VISITA. 5. E se le donne non avessero occupato Monteponi? C’è in ballo lo sviluppo del Sulcis. «Il Governo si sta impegnando per sbloccare la situazione». Bloccati anche i 97 milioni di euro stanziati per le bonifiche nel Piano Sulcis coordinato da Tore Cherchi: «Potrebbero andare persi, abbiamo chiesto una proroga per la spesa». È la burocrazia italiana, bellezza. Ecco perché le 37 Marie , rimangono in trincea: «Vogliamo i fatti, una svolta radicale della politica delle promesse, lo dobbiamo ai nostri figli». «Gli uomini si sarebbero fidati», fa notare il sindaco di Villamassargia Franco Porcu. La loro decisione appare così come la seconda svolta nella storia delle lotte operaie: nel giorno di Santa Barbara, patrona dei minatori, a distanza di 110 anni, dal primo sciopero generale dei minatori di Buggerru, alla resistenza a oltranza delle donne, in miniera. Ancora nel Sulcis.
CHI DONNA COLPISCE, DI DONNA PERISCE. Il “caso Zurru” è al vaglio della commissione etica. I componenti dell’organismo dell’Università non hanno ancora preso una decisione sul comportamento di Marco Zurru, il docente associato di Sociologia economica salito agli onori della cronaca per il suo commento su “La figa al potere: un disastro sociale”, scritto “contro” Ladylike-Alessandra Moretti (eurodeputata del Pd), donne, bellezza e dintorni”.
MA I SASSARESI CE LI HANNO O NO I C… I? Doveva essere il fiore all’occhiello dell’archeologia sarda e invece, il centro Restauro di Li Punti, è stato trasferito a Cagliari. Anche i carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale hanno preso la strada per il capoluogo e, la stessa sorte, toccherà a breve alla Soprintendenza di Sassari e Nuoro. Un «territorio svuotato» secondo la Cgil Fp. A rischio trasferimento anche i circa 300 dipendenti in servizio presso gli uffici, biblioteche e archivi di Stato. Tutto nel nome dei tagli e della spending review: oltre alla Soprintendenza sassarese, smantellamento in vista anche per le sedi di Ozieri, Porto Torres, Olbia, i tre musei nazionali di Sassari, Porto Torres e Nuoro, gli uffici del Compendio Garibaldino.
LA MANI SULLE CAMPAGNE … SARDE. 2. «Occorre scongiurare con ogni mezzo un vero e proprio terremoto fiscale, che farebbe mancare la terra sotto i piedi al mondo delle campagne»: l’ex governatore Ugo Cappellacci (Forza Italia) sprona la Regione a fare ricorso alla Corte costituzionale, appena sarà pubblicato il decreto del governo che riduce le esenzioni Imu sui terreni agricoli. Ma è tutto il mondo politico sardo a ribellarsi: in Consiglio regionale il gruppo Pd presenta una mozione urgente (primo firmatario Antonio Solinas ) per impegnare la Giunta regionale a «sostenere il mondo delle campagne isolano, di fronte a un provvedimento che aggraverà la situazione di pesante crisi attraversata dal settore».
LA MANI SULLE CAMPAGNE … SARDE. 3. Chiedono il ritiro del decreto i consiglieri regionali Efisio Arbau (La Base) e Giuseppe Fasolino (FI), mentre alla Camera Romina Mura (Pd) si scaglia contro il ministero dell’Economia: «La rimodulazione Imu penalizza i Comuni montani e collinari, un’ingiusta stangata per le zone interne della Sardegna». La deputata, che è anche sindaco di Sadali, ha presentato un’interrogazione al governo per chiedere di rivedere la norma. «Se il governo non torna sui suoi passi si mette a rischio lo sviluppo agricolo dell’Isola», colpendo il settore da cui può ripartire la rinascita: è l’opinione di Sel, espressa dal senatore Luciano Uras e dal vicepresidente del Consiglio regionale Eugenio Lai . «Contribuenti che erano esenti da 20 anni dovranno pagare entro pochi giorni», osserva Rodolfo Cancedda , sindaco di Gesico e presidente dell’Asel (Associazione sarda enti locali): «Sarà un disastro».
L’ENI MUOVE I SUOI AMICI NEI SINDACATI PERCHE’ LA REGIONE SI SCHIERI ANCORA DI PIU’ CON MATRICA E CON I SUOI AMICI SASSARESI. Secondo i sindacati chimici – che, di fatto, sono solo il coordinamento di sindacati aziendali, ma che, non si sa perchè, pretendono di rappresentare il sindacato sardo (e, per di più, gli interessi della Sardegna) – - «è in atto un tentativo da parte dell’Eni di abbandonare tutte le produzioni ancora presenti nell’Isola». Il ridimensionamento che il comparto chimico ha subito dal 2008 ad oggi, «riguarda in gran parte produzioni dell’Eni o direttamente collegate»: il craking di Porto Torres, il dicloroetano di Assemini, la produzione di Pet di Ottana, gli impianti xiloli di Sarroch». I sindacati chiederanno pure «la realizzazione di uno o più impianti di rigassificazione in aree industriali già attrezzate”. Ma il cuore della richiesta è il rispetto del protocollo d’intesa, firmato dalla Regione, sulla chimica verde di Porto Torres». Appunto, la servitù delle campagne sarde.