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Oggi, come ieri: bisogna affrontare il problema della statualità
Posted By cubeddu On 12 giugno 2011 @ 10:47 In Blog,Istituzioni sarde | Comments Disabled
MARIO CARBONI
di Mario Carboni
La situazione,dopo le recenti elezioni amministrative, mi sembra assomigli a quella già rifotografata dal 10 al 11 ottobre 1998 quando si tenne ad Aritzo il “Forum delle opposizioni” che riunì a dibattito le forze politiche che si opponevano alla maggioranza di centrosinistra rappresentata allora dalle fallimentari politiche delle giunte Palomba.
Il Forum venne convocato con una lettera aperta ai Sardi liberi con l’obiettivo di costruire assieme un progetto per la rinascita della Sardegna e presentare ai sardi un’alternativa politica coesa e credibile.
Due giorni di franco ed appassionato dibattito vennero riassunti in un documento di 10 punti che divenne la base dell’alleanza politico-elettorale che permise, pur con un inizio e per certi versi drammatico e traumatico per tante forze politiche del tempo, il governo della Sardegna per i cinque anni che precedettero il fallimentare governo della giunta Soru .
Non dimentichiamo che da allora il centrodestra sardo ha maturato molto ( senza applicare però ) rispetto alle tesi di Aritzo, dato che la proposta di Nuovo statuto/Carta de Logu noa de Sardigna, dal centrodestra accettata come prospettiva politica nella campagna elettorale e nel programma di Cappellacci.
Però come l’abbandono nella pratica dei 10 punti di Aritzo da parte di Pili portarono alla sua sconfitta così l’abbandono dei punti programmatici nazionalisti da parte delle giunte Cappellacci e della sua maggioranza, con ogni probabilità, porterà alla loro sconfitta se non rimedieranno velocemente e in tempo.
Il centrosinistra:
suoi settori coscienti che lo scontro sarà in area nazionalista, mi sembra cerchino di costruire troppo timidamente un progetto in questo senso, vedi le strizzatine d’occhi agli indipendentisti, il corteggiamento a settori del PSdAz, il mantenimento in vita dei rosso-mori.
Sono contrapposti due schieramenti, il solito togliattiano storicamente tendente all’assorbimento e neutralizzazione del PSdAz sostanzialmente filocolonialista e antisardo, l’altro che si mostra nell’ iniziativa che merita attenzione del Convegno di Seneghe, quello delle chimbe preguntas per intenderci.
La Carta di Seneghe come la Carta di Aritzo ?
Per adesso è debolissima perchè arretrata e non affronta il livello della Statualità, rimanendo troppo sotto rispetto dell’asticella costituito dal progetto di Nuovo Statuto conosciuto.
Se alzassero ( il PD ) la loro asticella, rompendo col nazionalismo italiano e col centralismo, accettando la costruzione del Partito indipendente dal Pd come da qualunque altro , magari conservando l’adesione al partito socialista europeo, e non ripetendo l’ipocrita e non veritiera ricerca del partito locale ma federato a quello italiano e la Nazione sarda come area geopolitica d’appartenenza, potrebbero anche farcela.
Stesso problema ha il centro destra isolano che dovrenbbe costituire un partito indipendente, magari un popolo sardo delle libertà, o un omologo del CIU catalano, rompendo con la soggezione a Roma e Milano, almeno lo scontro potrà essere fra destra e sinistra della stessa area nazionalista sarda.
Questo sarebbe un vero salto di qualità politico della Sardegna.
I cosidetti neoindipendentisti sono aldi fuori di ogni ragionamento riformista e saranno assorbiti in logiche esterne recitandoil ruolo della ciliegina in una torta egemone se adeiranno a uno dei due poli italianisti o si presenteranno da soli assorbendo una nuova sconfitta.
Rimane il fatto che per tutti è obligatorio entrare nel merito dei contenuti della statualità e sovranità della Sardegna se si vorrà competere per il governo di quest’Isola malassortada..
Il Consiglio regionale è come un’automobile col motore fuso.
Certo si può anche affidare a un carrozziere per aggiustare l’estetica e la tappezzeria.
Ma questo ormai si fa da 30 anni senza risultati apprezzabili e con gli autisti ( i consiglieri regionali ) sempre meno credibili e professionalizzati anche rispetto allo Statuto vigente.
Bisogna sostituire il motore, cioè lo Statuto, adeguare i poteri alla statualità e aun convinto indipendentismo all’interno di unfederalismo europeo.
Bisogna cioè proporre un nuovo statuto.
Uno Statuto non più di una Regione autonoma ma di uno Stato.
La Repubblica sarda.
Assieme allo Statuto o Costituzione o Carta de Logu, un percorso a tappe credibile e riformista.
Chi proporrà questo cammino ai sardi vincerà le prossime elezioni.
Punti qualificanti:
Lingua sarda e sistema scolastico e universitario sardo con standard europei.
Fiscalità autonoma.
Recupero di tutte le competenze statuali tranne quelle federali.
Rapporto diretto con l’EU e con la NATO.
Progetto economico e energetico da Stato sovrano.
Zona franca generalizzata.
Passaggio dal Consiglio regionale al Parlamento sardo.
Lotta alla corruzione e al compradorismo
Risanamento ambientale e decolonizzazione dell’Isola.
Naturalmente la creazione di uno o più forti partiti nazionalisti sardi che si confrontassero anche con prospettive sociali e culturali contrapposte, ma nell’interesse della sovranità della Sardegna sarebbe solo positivo.
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