Raffaele Bonanni stipendio d’oro. Da segretario Cisl guadagnava fino a 336mila euro l’anno.

Questo articolo è stato pubblicato dal Huffington Post, il 29/10/2014 11:07 CET Aggiornato: 29/10/2014 11:27 CET: Le precisazioni di Bonanni al giornale Il fatto quotidiano.

Un Raffaele Bonanni tutto d’oro. Che oltre a godere di una pensione stellare (8.593 euro lordi al mese), è stato protagonista negli ultimi anni di una strabiliante ascesa salariale. Nel suo periodo da segretario della Cisl – dal 2006 fino alle improvvise dimissioni del settembre scorso – il suo stipendio è aumentato vertiginosamente: da 118.186 euro a 336mila, una cifra da capogiro, di molto superiore al tetto per i grandi manager di Stato (240mila).

Tanto per fare qualche paragone, nel suo primo anno da leader Cisl, Bonanni prendeva già più del presidente del Consiglio Matteo Renzi, il cui stipendio da presidente del Consiglio ammonta a 114.796,68 euro. La sua ultima busta paga, invece, era addirittura superiore a quella del presidente americano Barack Obama (circa 275mila euro).

A diffondere questi numeri è il Fatto Quotidiano, che è entrato in possesso di uno dei dossier avvelenati che riguardano l’ex segretario Cisl.

Il sindacalista – ricorda il Fatto – viene eletto segretario generale della Cisl nel 2006. Fino a quella data era segretario confederale e guadagnava meno di 80mila euro lordi all’anno. 75.223 nel 2003, 77.349 nel 2004 e 79.054 nel 2005. Quando diventa segretario generale, secondo il regolamento interno alla Cisl, il suo stipendio viene incrementato del 30%. Quindi, secondo le regole interne, avrebbe dovuto guadagnare circa 100mila euro lordi annui.

Nel 2006, la Cisl dichiara all’Inps una retribuzione lorda, ai fini contributivi, di 118.186 euro. Un po’ più alta di quella prevista ma non molto. Le stranezze devono giungere con gli anni seguenti.

Nel 2007, infatti, la retribuzione complessiva dichiarata all’Inps è di 171.652 euro lordi annui. Che aumenta ancora nel 2008: 201.681 annui. L’evoluzione è spettacolare, gli incrementi retributivi di Bonanni sono del 45% e poi del 17%. Ma la progressione continua: nel 2009, la retribuzione è di 255.579 (+26%), nel 2010 sale “di poco” a 267.436 (+4%) mentre nel 2011 schizza a 336.260 con un aumento del 25%.

Sono stati tutti questi aumenti a consentire all’ex segretario di ritirarsi da pensionato d’oro. Senza dimenticare che Bonanni è riuscito a sfuggire sia alle modifiche introdotte nel ’95 dalla riforma Dini che introdusse il sistema contributivo (grazie all’anzianità di servizio), sia alla riforma Fornero.

Sentito dal Fatto, l’ex segretario della Cisl ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

Raffaele Bonanni, dietro all’addio alla Cisl potrebbe esserci un “siluro” partito dall’Inps

L’Huffington Post

Pubblicato: 29/09/2014 09:45 CEST Aggiornato: 29/09/2014 09:47 CEST

Dietro all’addio di Raffaele Bonanni alla Cisl ci sarebbe un siluro partito direttamente dall’interno dell’Inps, istituto per la cui presidenza è in corso una lotta senza esclusione di colpi. Secondo quanto ricostruito da Il Messaggero, a spingere Bonanni a lasciare sarebbe stata la fuoriuscita del suo estratto conto di pensionato, fatta filtrare dall’Inps ai membri del direttivo e, per conoscenza, a Palazzo Chigi. Nel documento, con tanto di firma di un dirigente Inps, figurerebbero numeri relativi a retribuzione, montante contributivo, prestazione pensionistica e contributi figurativi. Un dossier dai contenuti piuttosto scomodi per un sindacalista.

La fuoriuscita dell’estratto conto rende più difficile la scalata dell’ex segretario Cisl alla presidenza Inps. L’ipotesi Bonanni si fece strada una decina di mesi fa, all’indomani delle dimissioni di Antonio Mastrapasqua, assieme al nome dell’ex ministro Tiziano Treu. Attualmente la guida dell’istituto è affidata al commissario straordinario Vittorio Conti. Il suo mandato scadrà martedì 30; solo allora si saprà se il ruolo del commissario verrà prorogato (come vorrebbe il ministro Poletti) o se verrà nominato un nuovo presidente o un nuovo commissario. Se l’ipotesi Treu resta in piedi, riguadagna terreno anche il nome del sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.

 

Lettera di Bonanni al Fatto Quotidiano

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Egregio Direttore,
Mi sorprende che un giornale come “Il Fatto Quotidiano” abbia dato credito ad un plico, contenente illazioni anonime nei miei confronti e dati coperti dalle leggi sulla privacy, tra l’altro palesemente trafugati e sapientemente distorti. Mi riservo di valutare nei prossimi giorni gli elementi di diffamazione, sia in sede penale sia in sede civile, anche per tutelare l’immagine dell’organizzazione nella quale ho militato per tutta la vita. Voglio precisare che la mia pensione netta ammonta a 5.122 euro mensili, dopo 47 anni di regolari contributi e frutto del calcolo sugli ultimi dieci anni di versamenti. Questa e’ l’unica cifra vera. Tutto il resto sono illazioni farneticanti. E’ certamente una pensione in linea con quella di chi ha ricoperto importanti incarichi nelle varie attività politiche e sindacali, soprattutto dopo 47 anni di contribuzione. Quanto alla mia ultima retribuzione del 2011, usata da qualcuno a pretesto della campagna di denigrazione, voglio altresì precisare che essa assommava necessariamente, come tutti i dirigenti di grandi organizzazioni, le competenze di fine mandato, arretrati ed altri bonus “una tantum ” legati alla carica ed alla funzione che ho ricoperto negli ultimi otto anni come segretario generale della Cisl.
Cordiali saluti
Raffaele Bonanni

(30 ottobre 2014)

 

 

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