Affarios de limba, fainas de Sardigna.
L’assessore Firino risponde a Giuseppe Corongiu: cosa fa la Giunta Pigliaru per la lingua sarda?
E l’assessore alla Cultura sul blog annuncia: a giorni il successore di Corongiu Non un euro di tagli all’insegnamento del sardo nelle scuole, lunga vita agli sportelli linguistici e all’intesa con l’università di Edimburgo per il bilinguismo. E a giorni l’ufficio Lingua avrà un nuovo dirigente che sostituirà Giuseppe Corongiu, il cui mandato è terminato mesi fa. Detto questo, l’assessore sono io: chi solleva problemi inesistenti per poi assolvermi graziosamente si sbaglia, e di grosso. Risponda piuttosto a qualche domanda finora rimasta a galleggiare nel silenzio e nell’imbarazzo. Questa è, in estrema sintesi, la risposta di Claudia Firino alle polemiche sulle politiche per rilanciare il sardo e sui finanziamenti della Giunta per questo settore. Un punto di vista articolato e a tratti polemico che l’assessore alla Cultura pubblica sul suo blog diarioprecario sotto il titolo “Senza peli sulla Limba”. E l’incipit è perfettamente intonato al titolo: «Non so se mi stupisce di più la puntuale mistificazione dei fatti o la paternalistica assoluzione che mi viene a volte riservata, come se la responsabilità di ciò che accade nell’assessorato che rappresento sia sempre altrove. Ringrazio della simpatia e dell’indulgenza preventiva, ma devo deludere i miei simpatizzanti dichiarando la piena titolarità di ogni atto che riguarda il mio incarico». Chiarito il punto (con un evidente riferimento a Corongiu che la definiva “incolpevole” pur polemizzando sul destino della limba al tempo di Pigliaru) Claudia Firino passa alla riduzione dei fondi. La prima precisazione è che ci è dovuti muovere sotto gli effetti della crisi, del patto di stabilità e della «pesantissima eredità della giunta Cappellacci». Ma se alcune sforbiciate sono state indispensabili, «non è stato tagliato un euro dei fondi dedicati alla scuola, come da più parti si continua a sostenere. Né agli sportelli linguistici, territoriali e regionale, che immagino come il presidio della nostra politica linguistica. Non è un caso che, appena ripartite le quote aggiuntive di patto, la mia prima preoccupazione sia stata erogare gli stipendi relativi al 2013». Quanto al piano triennale più volte evocato dai critici dell’amministrazione, l’assessore annuncia che i fondi rimasti permetteranno di prorogare quello scaduto lo scorso anno per il 2014 («impossibile farlo prima, dati gli spazi finanziari inesistenti»), anche se non integralmente ma comunque «con un accento particolare sui temi che caratterizzeranno la politica linguistica d’ora in poi: in primis la scuola. A costo zero, perché coperta da un finanziamento comunitario, sarà invece l’intesa che stipuleremo con Bilingualism Matters, centro di ricerca dell’Università di Edimburgo». Penultimo capitolo: la sostituzione di Corongiu alla guida dell’Ufitziu: se la scelta non è arrivata tempestivamente è dipeso «dall’iter di evidenza pubblica che abbiamo seguito, poi dalla necessità di attendere la delibera di riduzione delle posizioni dirigenziali», ma in ogni caso «il direttore verrà nominato entro pochi giorni». Individuata la soluzione, a Claudia Firino rimane però la perplessità per come il cambio della guardia all’Ufficio per la Lingua è stato al centro di preoccupazioni e dibattiti appassionati: «Premesso che l’assenza di un dirigente non ha mai paralizzato nessun settore, mi ha molto colpito l’attenzione riservata esclusivamente a questa vacanza. Possibile che il mondo dell’università e del lavoro, a titolo d’esempio, dormano sonni tranquilli nonostante manchino alcuni direttori?». E non è l’unica domanda che l’assessore si pone a conclusione del suo post. Ce ne sono altre e tutte piuttosto polemiche:«Perché oggi si fa un gran parlare di scuola, quando negli ultimissimi anni a quel mondo è stata riservata una quota trascurabile rispetto ad altri temi? Perché non si è avviato per tempo l’iter di rinnovo del piano triennale, scaduto nel 2013? Quali criteri di finanziamento delle associazioni sono stati seguiti, se il risultato è la dispersione dei fondi in mille rivoli e il sostegno, talvolta, ad enti che nulla hanno a che vedere con la valorizzazione della Lingua sarda?». L’ultimo interrogativo è il più duro, visto che Claudia Firino definisce «ai limiti della legalità» la convenzione per il progetto di ricerca sul bilinguismo e denuncia come quella convenzione sia stata «sottoscritta da un’associazione che ha firmato a nome della Regione». Non so – è la conclusione – se queste domande avranno mai una risposta. Ma sono consapevole che d’ora in avanti sarà una mia responsabilità fornire tutte quelle alle quali sarò chiamata a rispondere».
La macelleria linguistìca di Pigliaru e Firino [di Giuseppe Corongiu]
By sardegnasoprattutto / 2 ottobre 2014 /
Cancellare definitivamente la politica linguistica a favore del sardo faticosamente costruita in quest’ultimo decennio. Tornare all’epoca ante Soru e Mongiu. È questa la palese volontà della Giunta Pigliaru che si manifesta in questi giorni con la proposta di tagli feroci e indiscriminati allo stanziamento di bilancio 2014 che riguarda la lingua sarda. Chi ha deciso l’annientamento di questo mondo si serve dell’incolpevole Claudia Firino e del suo staff. Essi saranno le giuste vittime sacrificali quando si deciderà di recuperare e sarà necessario incolpare qualcuno.
Per intanto dagli atti depositati dalla Giunta in Consiglio Regionale risulta la proposta di un taglio alle politiche linguistiche superiore ai 3 milioni di euro, la quasi totalità dei già risicati fondi a disposizione. Il taglio più importante è quello a sostegno della presenza del sardo in tv, in radio, nel web e nelle riviste (2.065.000), ma ugualmente doloroso è quello di 500 mila euro a danno degli uffici linguistici. Centocinquanta giovani laureati e specializzati (per i quali si investito in formazione in questi ultimi anni) se questo taglio fosse asseverato dal Consiglio, perderebbero il posto di lavoro. Per loro resta solo il magro finanziamento ministeriale.
Ma non meno dannose sono le cancellazioni di importanti e qualificanti iniziative quali l’Atlante Linguistico diretto da Michele Contini, la Conferenza della Lingua Sarda 2014, le opere didattiche e i videogiochi in sardo, le mappe linguistiche del progetto Camilisa e le opere di autori europei tradotte in sardo. Spazzato via anche il Correttore Ortografico della lingua. Stesso destino per gli stanziamenti relativi a Sa Die e Bilinguismu Creschet con l’Università di Edimburgo al palo.
Si salva, per ora, l’ufficio regionale della lingua con 5 addetti impiegati tra Cagliari e Sassari, ma solo perché la direzione uscente aveva fatto un impegno pluriennale obbligatorio che non può essere disatteso contabilmente.
A questo punto è inutile sollecitare l’assessore Firino per la nomina del nuovo direttore del servizio lingua (vacante dal 16 maggio) o per l’approvazione del Piano Triennale (al quale è legata la spesa). L’obiettivo di questo governo regionale è annullare tutto il lavoro fatto finora e queste due apparenti inadempienze sono invece due scelte coerenti col progetto. Il Servizio verrà probabilmente soppresso e il Piano di spesa è inutile dal momento che i fondi sono azzerati.
Non c’è nessuna traccia delle imprudenti promesse fatte dal l’assessore Firino in questi pochi mesi di accanimento antilinguìstico. Una legge per il sardo a scuola, un canale tv in sardo, una ricerca sociolinguistica, un tavolo di consultazione, la valorizzazione degli sportelli. Tutte amenità dette per prendere tempo.
Interpellata in aula l’assessora risponde con penose ‘bugie’ tecniche suggerite da uffici generali che pensano che la gente abbia ancora l’anello al naso. <L’esponente della Giunta Pigliaru ha precisato che i presunti tagli che sono stati effettuati nell’assestamento di bilancio, sono in realtà riduzioni di voci di bilancio che in ogni caso nel 2014 non potevano avere conseguenza in termini di erogazione di spesa>. Si tratta di una penosa bugia. Nella quota di spendita del patto di stabilità si sceglie cosa ha la priorità. Evidentemente la lingua sarda non ha ora questo requisito politico e gli stanziamenti vengono annullati per scelta (cioè si preferisce spendere la quota disponìbile altrove) non per obbligo contabile.
Anche per il sardo a scuola il discorso è più complesso. La giunta Cappellacci ha inopinatamente non finanziato il capitolo. Ma è anche vero che da marzo a oggi si poteva fare una variazione di bilancio per rimpinguarlo. E non si è fatta. Scelte non necessità.
Perché allora l’ossessione di distruggere ciò che Soru e Mongiu hanno creato e che neppure Cappellacci ha insidiato? Sarà d’accordo la maggioranza ‘sovranista’ in Consiglio Regionale? Avrà la forza il Consiglio di dire no alla Giunta? Chi ha paura della politica linguistica? Quali reali interessi si tutelano e si nascondono dietro questa cieca opera di distruzione?