Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 36, domenica 28 settembre 2014.
IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 1. Braccio di ferro Sardegna-Stato per il riconoscimento delle entrate dovute alla Regione: la giunta chiede 604 milioni. E alle questioni finanziarie si sommano altri motivi di frizione: da una parte il taglio dei poligoni, dall’altra parte l’attacco all’autonomia sarda sulle valutazioni d’impatto ambientale derivato dallo Sblocca Italia.
Serramanna. Una ricetta contro la crisi. “Solidarietà, condivisione ed economia” è questa la ricetta di Manuela Serra contro la crisi. La senatrice del M5S lo ha dichiarato in occasione della manifestazione tradizionale “Sa Passillada” svoltasi a Serramanna. L’evento, che ha ospitato anche il poeta Lino Concas, ha fatto da cornice alla presentazione del progetto Inveritas con la proiezione del primo documentario sul paese diretto dall’antropologo Marcello Carlotti. Il territorio del centro campidanese e la sua cultura materiale sono stati poi al centro del dibattito con il pubblico.
Il lavoro svanito nell’Isola fallita. Sempre appesi a un filo, i lavoratori della Sardegna. Costretti a diventare carne mediatica per richiamare l’attenzione su una tragedia che al di là dei numeri trasuda il sangue e le lacrime di tante famiglie. Nell’Isola che dal 2008, anno di inizio della crisi, ha perso quasi 80 mila stipendi e dove il numero dei disoccupati, dati di fine giugno, tocca la vetta dei 119 mila (2000 in più rispetto ad aprile) restano le macerie lasciate dall’industria. Vista la situazione, i ragazzi (e non solo) vanno a cercare un lavoro fuori, ma tanti altri – di quelli che restano – un lavoro neanche lo cercano. Sono gli scoraggiati, e le statistiche che li contano e registrano la loro sfiducia dicono che se dieci anni fa erano 88 mila, oggi sono 130 mila.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 2. L’assessore Paci ha dichiarato che «le riserve non sono previste dallo Statuto e che la vertenza entrate è stata riconosciuta da numerose sentenze». All’inizio del mandato della giunta, la cifra individuata nella vertenza entrate era stata di 1,2 miliardi, spendibili dal 2015. Nel frattempo da Roma sono poi arrivati 364 milioni. Il resto è storia di queste ore. Lunedì 29 l’assessore invierà al Mise un report sulla vertenza entrate per cercare di chiuderla nelle prossime settimane.
La isole d’Europa in un meeting a Sant’Antioco. Gli aspetti positivi, legati al fascino di una vita lontana dalla terraferma e dell’appartenenza a dimensioni culturali periferiche. Ma anche i risvolti critici, derivanti dal confronto quotidiano con l’insularità. È una riflessione di ampio respiro quella promossa dal meeting Esin (Federazione europea delle isole minori) in programma a Sant’Antioco. L’isola ospita l’edizione 2014 dell’evento che, accanto alla partecipazione dell’Associazione italiana delle isole minori, vedrà l’intervento di rappresentanti provenienti da Finlandia, Svezia, Irlanda, Francia e Scozia.
Nell’area umida di Molentargius 190 abusi edilizi. Lo ha certificato il Gruppo d’intervento giuridico che pochi giorni fa ha raccolto gli aggiornamenti de Comune di Quartu. Una volta messi in essere i provvedimenti necessari (demolizione e ripristino ambientale dove vi sono abusi edilizi insanabili, sanatorie edilizie esclusivamente ove condonabili), anche il cammino del parco sarà molto meno difficile.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 3. La Regione chiede per il 2010-2013 604 milioni di euro tra Ires, riserve erariali, giochi e quote compensative. Dal dossier si evince che in media ogni anno la Sardegna chiede di poter riavere indietro circa 150 milioni (una cifra simile è prevista anche per il 2014): 164 milioni per il 2010, 147 mln per il 2011, 156 per il 2012 e 139 per il 2013.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 4. Del tutto aperta la questione dei rapporti con la Difesa. Pigliaru in giugno non ha voluto firmare l’intesa col ministro Roberta Pinotti, come hanno fatto invece i presidenti della Puglia e del Friuli. Tra le ragioni della scelta, il mancato ridimensionamento delle basi, l’omessa riduzione delle esercitazioni, in particolare durante l’intero periodo estivo, e i limitati indennizzi previsti a favore di Comuni e pescatori per l’onere dell’addestramento in Sardegna. Da allora la situazione si è aggravata.
Meridiana: «Licenziamenti indispensabili». Lo ha dichiarato Marco Rigotti, presidente di Meridiana, in un intervento che, dopo aver ripercorso la storia della crisi della compagnia dell’Aga Khan, ha chiuso ogni possibilità di ripensamento sulla procedura di mobilità. Tra le cause della crisi, il manager, ha indicato il mutamento del mercato internazionale, la liberalizzazione, l’avvento delle low cost e la loro concorrenza sui piccoli aeroporti. Tra le strategie del futuro, il passaggio a una flotta composta da soli Boeing ma non un riassorbimento del personale.
Sportello per il bike sharing. Uno sportello in pieno centro per l’accesso diretto, l’ App Bicincittà per verificare la disponibilità in tempo reale, altre nuove otto stazioni. È in pieno incremento, il servizio di bike sharing Bicincittà , centodieci due ruote distribuite in dieci stazioni tra Cagliari e hinterland.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 5. E’ stato l’assessore Donatella Spano ad annunciare pubblicamente: «La Regione assumerà tutte le posizioni necessarie per salvaguardare gli interessi della nostra terra in termini sviluppo economico teso alla difesa delle risorse ambientali e territoriali». Le parti del decreto che riguardano più direttamente la Sardegna, con un esproprio delle competenze autonome dell’isola, vanno da bonifiche e rigenerazione urbana delle aree di rilevante interesse nazionale, alle misure urgenti per gli impianti di recupero di energia, dai rifiuti urbani e speciali, fino alle attività di prospezione e ricerca d’idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale. Insomma: l’ennesimo fronte di conflitto Regione-Stato. Con polemiche destinate a trascinarsi. E parlamentari sardi già mobilitati per costringere il governo a un’inversione di rotta.
Sarcidano, parco eolico contestato. Il Savi (organo regionale per la verifica dell’impatto ambientale) non si pronuncia ma esprime riserve sul progetto Enar-Terna per la realizzazione di un parco eolico e di un elettrodotto nel Sarcidano. Le criticità riguardano il posizionamento di alcune pale eoliche ma soprattutto l’impatto ambientale e paesaggistico dell’elettrodotto.
Mont’e Prama, dalla collina affiorano due puglili quasi integri. A pochi metri dal nuovo pugile adagiato in terra, uno nuovo team di archeologi sta ispezionando delicatamente l’interno della tomba, che nella notte tra sabato e domenica è stata violata dai tombaroli. L’obiettivo è solo uno: analizzare il dna dei resti per conoscere quali erano le malattie antiche ma anche per scoprire il rituale di seppellimento.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 6. Spinosissime anche relazioni interne nel Comipa (Comitato paritetico misto per le servitù: 7 membri nominati dalla Regione, altrettanti ufficiali indicati dalle forze armate). La parabola delle relazioni in questa struttura si è talmente orientata verso il basso già prima dell’estate che in seguito tutto ha continuato a precipitare. Tanto che mercoledì scorso i componenti “civili” si sono autoconvocati chiedendo interventi al governatore. Il presidente era a Roma, ma la prossima settimana dovrebbe decidere il da farsi.
Trivelle, tutti contro il Governo. Da nord a sud le Regioni iniziano a mobilitarsi contro i 369 progetti di ricerca o coltivazione di idrocarburi in terra e le 161 richieste di perforare il mare che hanno già ottenuto il via libera o rischiano di ottenerlo senza che gli enti (e le popolazioni) locali si possano opporre in alcun modo .In Sardegna il Governo – in nome di un supposto interesse strategico nazionale – potrebbe dare il via libera al progetto “Eleonora” col quale la Saras vuole scavare, contro il volere dei territori, un pozzo profondo 2850 metri in un’area di 443 chilometri quadrati alla ricerca di metano. Un progetto già bocciato dal Savi (Servizio di sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali) perché non è conforme al Piano paesaggistico regionale e al Puc del Comune di Arborea.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 7. Tre le possibilità per Pigliaru. Una è che indìca lui stesso data e luogo del prossimo appuntamento interno per tentare di ricucire le controversie, almeno su ruolo e competenze del Comipa. Un’altra, che lasci andare le cose secondo regole generali e prassi, aspettando quindi la nuova convocazione da parte di una delle forze armate che di solito promuovono questi incontri: Marina. Esercito o Difesa. Un’altra opzione ancora, diversa dalle precedenti, è che Francesco Pigliaru si faccia promotore di una richiesta alla Difesa (“riunione ugente del comitato”) e che lui stesso stabilisca anche l’ordine del giorno.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 8. Il “veterano Aramu”. «Certo, per come si sono deteriorate le cose in questi mesi, tra le diverse soluzioni sarebbe preferibile la prima o la terza», commenta, non senza amarezza, Gianni Aramu, uno dei componenti nominati dalla Regione più esperti. «Già, perché – aggiunge – sarebbe importante se ci potessimo vedere non nel Comando militare della Sardegna, a Cagliari, in via Torino, o nell’aeroporto militare di Decimomannu, com’è accaduto di recente, ma nella sala della giunta. Potrebbe essere un segnale che qualcosa sta cominciando davvero a cambiare».
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 9. Chiara Rosnati, docente universitario che insegna impatto ambientale, giudica il decreto Sblocca Italia: «Penso sia un colpo di mano estremamente pericoloso. S’inserisce in un contesto già problematico. Può riservare una serie di altri aspetti negativi per la Sardegna, e non solo per l’isola». “La Regione e il Mibac rischiano di essere scavalcati da autorità centrali e di non poter più svolgere le loro competenze in difesa del patrimonio naturale e del paesaggio».
La terra infelice dei campi incolti. Si parla sempre del disastro della grande industria, ma quanto a disperazione nel mondo delle campagne non sono messi meglio. Dal 2011 più di tremila agricoltori hanno cancellato il proprio nome dall’albo delle imprese; ma delle quasi 35 mila aziende che ancora resistono, il 12 per cento dichiara zero addetti, più della metà ne denuncia uno soltanto, e solo 13 su cento hanno più di due dipendenti.
«L’omicidio della scuola sarda». Il numero di partenza è sempre quello: 27,5 per cento. La dispersione scolastica. Come ci si attrezza davanti a quello e altri numeri? Secondo i sindacati, non ci si attrezza proprio. Il Governo produce norme astratte, la Regione non reagisce. Il fatto è che la logica dei parametri nazionali (600 alunni per Autonomia scolastica) rischia di ammazzare l’Isola, visto il pessimo andamento demografico: anche ammettendo nuove deroghe e aggiustamenti, potrebbero saltare 51 Autonomie.
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 10. “ Se ottenessero il benestare tutti i progetti presentati, dalle centinaia di pale eoliche alle decine di ettari di superficie ricoperti di pannelli fotovoltaici sino alla centrale a biomasse legata a Matrìca, noi ci troveremo con una superficie enorme occupata da impianti per la produzione di energia davanti al parco nazionale dell’Asinara. E di tutto sembra che abbiamo bisogno nell’isola fuorché di altre fonti di produzione del genere».
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 11. Come mai ha questa convinzione? «Perché la Sardegna oggi produce già molta più energia di quella che consuma, intorno al 30 per cento, eppure continua a pagarla più di quanto costa in tutte le altre regioni. E per questo controsenso logico si dovrebbe continuare a devastare il territorio con non si sa quali altre prospettive». Ma tutto questo come si collega allo Sblocca Italia? «Bisogna che l’isola si svegli: da quel decreto possono derivare scelte ancora peggiori di quelle che già subiamo oggi. Comprese nuove costruzioni lungo i litorali, non soggette a tutti i vincoli e alle autorizzazioni esistenti in questa fase.
. Nuova chiamata contro esercitazioni e poligoni: dopo la manifestazione a Capo Frasca del 13
settembre, si riparte con una serie di iniziative che culmineranno a dicembre (data ancora non decisa) in una una pacifica invasione di Cagliari “in nome del no alle servitù”. Associazioni e comitati sono tenuti uniti proprio da tre punti chiave: cessazione delle esercitazioni, dismissione dei poligoni e bonifica dei territori con riconversione per usi civili».
LA CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO. 13. «Poligoni, così muoiono i pastori». «I pastori e i civili non possono restare all’interno dei poligoni». Affermazione impopolare quella della dottoressa Maria Antonietta Gatti, biologa dell’Università di Modena, difficile da accettare per chi a Quirra o a Teulada è nato, ha ereditato ovile e gregge dal padre e dal nonno e non riesce nemmeno a ipotizzare un’esistenza diversa. A Quirra «i numeri li conosciamo e sono devastanti: 13 pastori ammalati di leucemia, 10 su 18 presenti in un’area di 2,5 chilometri e mezzo dal poligono hanno avuto un tumore. in una zona dove l’unica fonte di inquinamento sono le guerre simulate e i test delle industrie private».
By Fabio, 29 settembre 2014 @ 10:56
Dae “Sas novas de sa chida” de oje mi paret de cumprenner chi vorzis b’ata una CRISI ISTITUZIONALE TRA LA SARDEGNA E LO STATO ITALIANO….o appo cumpresu male?
Ehhh tambene sos giornales sardos aeren faeddatu de custu tema donzi die…