Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 35, domenica 21 settembre 2014.
IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.
Trivelle ad Arborea, la Regione dice no. Ma sono in arrivo gli effetti del decreto legge governativo SALVAITALIA che mette attribuisce al governo il potere di autorizzare le trivelle. Il Savi servizio tecnico della Regione che si occupa di sostenibilità ambientale) proibisce alla Saras le ricerche di gas naturale, il Progettto Eleonoara della Saras: «Sono incompatibili con la pianificazione urbanistica» . Un no atteso da tre anni da tutta una comunità. La ricerca di idrocarburi gassosi nel sottosuolo è incompatibile sia col Piano urbanistico comunale che col Piano paesaggistico regionale. Il no del Savi arriva non tanto per il contenuto del progetto Eleonora quanto per la scelta di un territorio che nel Ppr e nel Puc ha altre destinazioni d’uso ed è sottoposto a tutela vista l’importanza ambientale. Ma, alla luce del decreto SALVAITALIA potrebbe nuovamente, anche in questo, perdersi la Sardegna.
Anche se l’esito del referendum è stato negativo, non c’è dubbio che il dibattito sull’assetto degli stati è ripartito in mezza Europa: in Catalogna dove i movimenti per l’indipendenza terranno una manifestazione tra qualche giorno per chiedere il referendum che Madrid nega loro; nel Veneto, dove il Consiglio regionale ha approvato una legge che prevede un referendum e che il governo ha impugnato perché la Costituzione recita che «l’Italia è una e indivisibile»; e in Sardegna dove i sovranisti sono oggi in grado di condizionare l’azione della giunta regionale.
Le lezioni dal referendum scozzese. GAVINO SALE. 1. «E’ evidente che ora l’obiettivo di Roma è quello di eliminare l’autonomia e le Regioni a statuto speciale», afferma Gavino Sale di Irs per il quale in Sardegna l’autonomia è stata solo «un anestetico e un antidoto all’indipendenza».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI!. 1. . Qualche giorno fa le porte della base militare sono state aperte ai giornalisti per un tour lungo le strade sterrate che tagliano in due i salti delle esercitazioni corazzate e di quelle delle truppe a terra (ci sono anche mucche al pascolo: i pastori pagano un canone e osservano un calendario ndr ) fino all’area delle bonifiche. Un territorio, quello del poligono (7200 ettari), che non è una servitù puntualizza il colonnello Branca, «bensì demanio militare. Nel 1959 lo Stato ha sborsato 208 mila lire per ogni ettaro quando la stima era di 10 mila lire. C’erano 250 tra pastori e agricoltori, i più hanno ceduto la terra, 13 soltanto hanno poi subito un esproprio coattivo». In ogni caso, sottolinea, «questa è una terra dove le regole, e tutte le leggi, vengono rispettate. Non siamo mica in regime di extraterritorialità».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! .2 . Dopo la presentazione del piano di bonifica sollecitato dalla Procura di Cagliari dentro l’inchiesta sulla morte sospetta per tumore di alcuni soldati che avevano prestato servizio a Teulada – è stato avviato così l’intervento che punta alla raccolta dei campioni di terreno e acqua che verranno spediti ai laboratori d’analisi per verificare la presenza o meno di inquinamento. Solo nella fase finale interverranno gli artificieri visto che è qui, «soltanto nell’area della penisola interdetta, che esiste il rischio di trovare colpi inesplosi. Nel resto del poligono – ha avvisato il colonnello Sandro Branca, comandante del presidio fino a qualche giorno fa – le esercitazioni vengono fatte con munizionamento inerte».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI!.3 . Quattrocento ettari da passare al setaccio e, se tutto se va bene, nel giro di tre anni la penisola interdetta – teatro dei giochi di guerra all’estremo lembo del poligono – sarà bonificata. Dall’8 settembre sono al lavoro ottanta militari del Quinto reggimento Genio guastatori della Brigata Sassari che finora hanno raccolto plastica e materiale ferroso su 350 metri quadri di terreno nella prima delle sette zone in cui è stata suddivisa l’area.
Le lezioni dal referendum scozzese. GIACOMO SANNA. 2. «Dopo lo straordinario risultato degli indipendentisti scozzesi niente sarà come prima», afferma Giacomo Sanna, presidente del Psd’Az. «Il referendum per l’indipendenza non è solo la priorità politica del Psd’Az ma è il progetto che dovrà unire tutte le forze politiche e i movimenti che in Sardegna lottano per il diritto all’autogoverno e per la libertà del popolo sardo. Il bilinguismo e il referendum rappresentano quindi il banco di prova che ci attende».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! .4 . Lo ribadisce il col. Branca, anche per tornare sul tema delle bonifiche, dell’inquinamento, delle bombe che avvelenano la terra, dell’uranio impoverito. «A Teulada non è stato mai utilizzato munizionamento con uranio impoverito. Prima di ogni esercitazione si esamina la lista delle munizioni e si deposita una scheda di sicurezza ambientale che ne indica i componenti. Finite le operazioni vengono raccolti tutti i rifiuti rimasti sul terreno. È un lavoro che si fa – sottolinea – dopo ogni singola esercitazione, mica al termine di una campagna».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! .5 . Se nel resto del poligono si spara con munizioni cosiddette inerti, nella penisola interdetta le prove di guerra si fanno davvero. Adesso, dopo il richiamo della Procura, si procede con la bonifica. «Abbiamo diviso la penisola in sette zone di intervento – spiega il capitano Alessandro Mura – e ciascuna di queste è stata ripartita in tre aree da 300 metri per lato. Così, via via a scendere». Prima intervengono i guastatori che, con indosso speciali tute antiesplosivo e di protezione contro polveri pericolose, aprono i corridoi. Si raccoglie così la ferraglia e la plastica, e si procede quindi alla raccolta dei campioni. Poi tocca agli artificieri.
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! .6 . «Mai e poi mai qua dentro abbiamo preso di mira i nuraghi. Ed è bene che si sappia: sono tutti fuori dalla campana di sgombero, cioè fuori dalla gittata degli spari». Il colonnello Sandro Branca respinge le accuse piovute nei giorni scorsi sul poligono di Teulada («monumenti nuragici spianati a colpi di ruspa», la denuncia del deputato di Unidos Mauro Pili). E, se proprio una bella riflessione la si vuole aprire sullo stato del patrimonio archeologico, avvisa: «Finché sono stato al comando della base, la Soprintendenza non ha mai chiesto di vedere i nuraghi». L’unico intervento di un’équipe di esperti («dopo una conferenza di servizi nella primavera del 2011») è stato avviato sulla torre pisana, punto di osservazione sul promontorio che guarda Cala Zafferano. Nel viaggio di ritorno dalla penisola interdetta verso la caserma, una sosta fuori programma ai piedi del nuraghe Montixeddu che si affaccia sulla strada sterrata. Resiste la corona della base, il resto sono massi ammonticchiati ai piedi del monumento e piante cresciute là in mezzo, nel tempo.
Le lezioni dal referendum scozzese. MANINCHEDDA. 3. «Impariamo che non dobbiamo farci mettere nell’angolo separatista», spiega Paolo Maninchedda (Partito dei sardi), «deve emergere la nostra autentica anima europeista. Deve emergere che noi diciamo in modo più chiaro e più autentico ciò che i neo autonomisti mascherano e cioè che la Costituzione italiana attuale non prevede un Patto costituzionale tra le regioni e lo Stato. Oggi la sovranità è dello Stato, alcune funzioni sono delegate alle regioni. Se si dovesse passare a una carta costituzionale pattizia, di fatto l’Italia diverrebbe uno Stato confederale. Una prospettiva che per noi è molto interessante».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! .7. «Vogliamo dire che è in queste condizioni perché i militari l’hanno utilizzato come un bersaglio? Fosse stato così avremmo colpito o il paese o l’osservatorio». È lo stato dei monumenti conservati male, come accade in tutta la Sardegna, avvisa il colonnello. Che aggiunge: «Tanti di questi non sono neanche veri e propri nuraghi, ma una sorta di punti di avvistamento».
Le lezioni dal referendum scozzese. ATTILIO DEDONI. 4. Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, accusa la giunta: «Non può esserci indipendenza senza autonomia economica e allora è necessario pensare un sistema produttivo diverso da quello attuale, autosufficiente, indipendente dalle bizze del governo. Ma è la strada opposta a quella scelta dalla giunta Pigliaru».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! .7. La replica di Mauro Pili non si è fatta attendere. «L’arroganza della Difesa arriva persino a mettere in dubbio la veridicità della presenza dei nuraghi segnalati sia nelle carte militari che in quelle archeologiche. Tentare di sminuire l’attacco all’archeologia nuragica dentro la base – ha detto – è un’offesa alla storia del popolo sardo». MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! .8. il ministro della Difesa Roberta Pinotti, rispondendo al senatore cagliaritano del M5S Roberto Cotti, ha affermato che «Israele e Ucraina non si eserciteranno in Sardegna nel prossimo semestre».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE!.9. Da Quirra arriva un’importante novità sul fronte delle bonifiche. Gli interventi nei fondali davanti al poligono di San Lorenzo potrebbero essere effettuati entro settembre 2015. Ad assicurarlo – suggerendo anche le migliori tecniche – sono stati i tecnici inviati dal ministero dell’Ambiente, dalla Regione e dalla Provincia di Cagliari alla conferenza dei servizi di ieri nel poligono di Quirra. Alla fine è stato approvato il documento che prevede il recupero degli ordigni – per l’Aeronautica «materiali metallici» – a Murtas.
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! E PARLANO UFFICIALI SARDI! . 10. Durante il summit operativo, durato sette ore, tra Aeronautica, Capitaneria di porto, tecnici dell’assessorato regionale all’Ambiente, della Provincia di Cagliari, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa), è stato sottoscritto l’accordo definitivo: a seconda dei costi e della pericolosità degli interventi, il materiale (sparso su una superficie di 40 ettari) sarà recuperato a mano attraverso le immersioni di personale specializzato o con sofisticati sistemi di sollevamento.
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE!.11. Non è dato sapere le quantità esatte di bombe, mine e missili che giacciono in fondo al mare. In ogni caso non sarà un compito facile, benché ieri sia stato compiuto il primo passo in questa direzione. Ma la ripulitura dei fondali è necessaria visti i tempi e viste le proteste che stanno alimentando in questi giorni il germe di un sentimento antimilitarista mai così forte anche nei Comuni circostanti, che con la presenza delle stellette convivono in cambio di qualche beneficio economico, per altro limitato dai tagli statali, ma anche di un bel po’ di inquinamento. E proprio i Comuni continuano a chiedere certezze sui tempi, a prescindere dalle assicurazioni. Si terrà conto della conto della tipologia dei rifiuti ferrosi militari, anche con una preventiva verifica radiometrica per individuare l’eventuale presenza di sostanze radioattive.
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! .12. “Zona militare, divieto d’accesso”. La scritta in nero su un cartello giallo consumato da tempo e intemperie non lascia scampo: per la stampa la conferenza dei servizi è off limits. Niente serve per convincere i vertici dell’Aeronautica a rompere la cortina di segretezza attorno a un vertice tecnico di cui sono stati gli stessi militari a divulgare luogo, motivazioni, data e ora. Ragioni di sicurezza? Chissà. Di certo, nella sala sulla sinistra rispetto al cancello verde d’ingresso della base, davanti a un missile in esposizione e alla torretta di controllo, si è parlato di bonifiche e si sono prese decisioni su quando e con quali metodi ripulire da mine e veleni i fondali davanti al poligono tra l’Ogliastra e il Sarrabus. Bombe che lì sono finite – fino a prova contraria – durante le esercitazioni militari.
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! . 13.Da segnalare che sempre ieri, nell’aeroporto militare di Decimomannu, Aeronautica e Regione hanno invece raggiunto l’accordo con i vertici del Corpo Forestale per l’attuazione della delibera approvata martedì scorso dalla Giunta, che applica anche ai poligoni le norme del sistema antincendi.
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! . 14. Tornando agli annunci di Pinotti, il senatore Cotti ha replicato all’affermazione secondo cui Israele e Ucraina non effettueranno addestramento nell’Isola nel prossimo semestre che «le esercitazioni sono inserite in una logica coloniale. Non hanno natura difensiva, ma offensiva e gli indennizzi sono irrisori. Quanto versato ai Comuni per un mese equivale all’introito di due ore di affitto di basi e poligoni». Cotti ha chiesto se sia disponibile un calcolo delle spese imputabili allo svolgimento di esercitazioni a fuoco presso i poligoni militari italiani. Il ministro Pinotti non è scesa nei particolari e nella risposta ha osservato che «lo Stato italiano spende per tutto il territorio nazionale 20 milioni per indennizzi ai Comuni e che i poligoni militari sono indispensabili per le esercitazioni delle nostre forze militari».
MILITARI AL CONTRATTACCO: NON SIAMO COME CI DESCRIVETE! . 14. Cartella portadocumenti sottobraccio, occhiali da vista e abito scuro, il deputato di Unidos Mauro Pili è entrato nell’ufficio del pubblico ministero Emanuele Secci, titolare dell’inchiesta sul poligono di Teulada, ed è uscito soltanto dopo tre ore, alle 18. Impossibile conoscere il contenuto del colloquio col magistrato, in presenza dei carabinieri della sezione di polizia giudiziaria: il riserbo è assoluto. Di sicuro, per ora, il suo nome non compare nel registro degli indagati del pm Secci, altrimenti sarebbe stato accompagnato in Procura a Cagliari da un avvocato difensore. Secondo indiscrezioni, sarebbe stato invece interrogato come persona informata sui fatti per quanto riguarda l’inchiesta sulla penisola interdetta. In particolare, gli sarebbe stato chiesto quali fonti abbia avuto per poter raccontare dei danni subiti dai nuraghi che si trovano in quel territorio. Ma niente a che vedere con condotte delittuose. Tutte domande alle quali avrebbe comunque risposto. Il parlamentare lo scorso 10 settembre aveva fatto una visita ispettiva al poligono e fotografato e filmato i nuraghi, che nelle immagini – diffuse anche attraverso la stampa – apparivano come mozzati. Inoltre Pili, in quell’occasione, aveva sostenuto l’inesistenza di un piano di ripristino ambientale. Affermazione in contrasto con le ultime notizie in merito. Il piano di ripristino ambientale, secondo quanto emerge dal piano di bonifica presentato in Procura – è già stato avviato. Ed entro tre anni la bonifica della penisola interdetta del poligono di Capo Teulada sarà completata, salvo intoppi burocratici. In particolar modo è già cominciata la bonifica di tutte quelle porzioni di territorio nelle quali i livelli di inquinamento dovessero risultare superiori ai limiti consentiti dalla legge. Un’ipotesi che non si può escludere senza approfonditi controlli data la presenza di metalli frutto di anni e anni di guerre simulate.