Messaggio delle donne e degli uomini di Sardegna al Popolo della Scozia

Questo messaggio, promosso dalla Fondazione Sardinia, è stato discusso e fatto proprio dalle organizzazioni: Comitau po sa limba sarda, Federazione dei VerdiIrs, Partito dei Sardi, ProgReS, Rossomori, Sardegna sostenibile e sovrana, Sardinia Libera, Sardigna Natzione, Sel, Unidos, Confederazione Sindacale Sarda. La delegazione sarda che parte domani per la Scozia: Augusto Cherchi, Nello Cardenia, Bustianu Cumpostu, Nicola Franca, Franca Frigau, John Loi, Simone Maullu, Pepe Luigi Pala, Gavino Sale, Christian Solinas, Alessandro Unali, Emilio Usala, Andrea Viridis, Paolo Zedda.

Come previsto, ieri ci siamo riuniti presso il salone di Palazzo Viceregio in Cagliari. Andiamo ad affezionarci, a questa sede. E’ la storica sede del potere in Sardegna. Del potere esterno, certo, ad iniziare dai Pisani all’inizio del Trecento e, via via, lungo settecento anni di subalternità non senza ribellioni ed aneliti di libertà. Discutiamo delle nostre istituzioni, proseguendo nelle iniziative qui svolte lo scorso 9 e 23 giugno. Discutiamo di una Sardegna nuova, vogliamo una Sardegna nuova. La faremo. Per questo ragioniamo tra noi osservando quello che fanno altri popoli nel mondo. Popoli fratelli, perché li sentiamo tutti nostri fratelli, i popoli del mondo. Ad iniziare dal popolo italiano.

Ieri abbiamo parlato degli Scozzesi e di noi, come sta succedendo nei media, nelle case, nelle strade  e piazze, dappertutto: è esemplare il modello di democrazie che ci arriva dall’(ex?) Regno Unito. Ed è la prima lezione.

In attesa dell’inizio di una nuova storia, per gli Scozzesi e per tutti i popoli che intendono realizzare a pieno una loro complessiva soggettività, compiendo la propria identità istituzionale con l’indipendenza. Il tema del convegno (Autodeterminazione dei Popoli, referendum della Scozia, decisioni dei Sardi) è stato sviluppato innanzitutto dalla matura e seguita relazione del prof. Carlo Pala (Autodeterminazione e referendum in Scozia, una  lezione per i popoli senza stato”) e quindi da componenti della delegazione che si recherà domani ad Edimburgo.

Tre componenti della Fondazione Sardinia hanno proposto il messaggio suddiviso in tre versioni (italiano: Piero Marcialis; inglese: Enrico Lobina; sardo: Salvatore Cubeddu). Lo riportiamo qui di seguito, nella versione letta ed in quella consegnata a tutti i partecipanti ed alla stampa.

 

 

Messaggio delle donne e degli uomini di Sardegna al Popolo della Scozia

 

Care sorelle e cari fratelli scozzesi,

 

la nostra presenza in Scozia in questo tempo cruciale per la vostra storia e per la storia d’Europa, la storia di tutti noi, vuole essere un sincero atto di vicinanza e ammirazione per quello che avete fatto e state facendo: arrivare pacificamente a sancire il diritto all’autodeterminazione coinvolgendo un’intera nazione in un grande momento di responsabilità collettiva e di sovranità popolare.

Ciò che risalta e conforta, l’insegnamento che cogliamo dalla vostra esperienza, è che questa libertà di decidere, questa possibilità di scegliere se divenire Stato indipendente, voi l’avete conquistata con un lavoro di anni, giorno per giorno, con tenacia e pazienza, tanto nutrendo la vostra coscienza storica nazionale quanto governando attraverso il vostro Parlamento la vostra società, rendendola più prospera e più giusta.

You showed us that the independence referendum is not the beginning of history. Instead, the referendum highlights that a new history has already started. This history was built trough the help and the participation of every woman and man of Scotland. They have been able to inherit, in everyday life, your wonderful Declaration of Arbroath:

 

It is in truth not for glory, nor riches, nor honours that we are fighting, but for freedom – for that alone, which no honest man gives up but with life itself.

For that reason, whatever the result will be, we know that you have already won. As you have stated, the path to put once more the future of Scotland in Scottish hands, has been shown.

 

Nois seus inoghe dae parte de sos sardos, dae parte de sos partidos nostros e de su Parlamentu nostru, po tessere tramas chi siant semper prus fortes e siguras. E, po prima cosa, seus inoghe po faghere connoschere su sentidu de su Populu nostru, unu populu chi semper prus disizat e cheret de essere mere in domo sua. Unu populu chi cheret iscriere sa Carta de Logu noa comente s’atera innantis cun Eleonora de Arborea, e, comente eis fatu boisateros cun sa Dichiaratzione de Arbroath, in tempus antigu, chereus sighirea a traballare po su bene ‘dessa repubblica sardisca’.

Cussu chi seis faghinde boisateros s’ad’azuare in tempos bellos e maros. Sa bona fortuna de boisateros s’ad’a confortare comente chi siet sa nostra.

 

Viva la Scozia! Viva la Sardegna!

 

Cagliari, 15 settembre 2014

(Questo messaggio,  promosso dalla Fondazione Sardinia, è stato discusso e fatto proprio dalle organizzazioni: Comitau po sa limba sarda, Federazione dei Verdi, Irs, Partito dei Sardi, Progress, Rossomori, Sardegna sostenibile e sovrana, Sardinia Libera, Sardigna Natzione, Sel, Unidos, Confederazione Sindacale Sarda).

 

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Messaggio delle donne e degli uomini di Sardegna al Popolo della Scozia

Care sorelle e cari fratelli scozzesi,

la nostra presenza in Scozia in questo tempo cruciale per la vostra storia e per la storia d’Europa, la storia di tutti noi, vuole essere un sincero atto di vicinanza e ammirazione per quello che avete fatto e state facendo: arrivare pacificamente a sancire il diritto all’autodeterminazione coinvolgendo un’intera nazione in un grande momento di responsabilità collettiva e di sovranità popolare.

Ciò che risalta e conforta, l’insegnamento che cogliamo dalla vostra esperienza, è che questa libertà di decidere, questa possibilità di scegliere se divenire Stato indipendente, voi l’avete conquistata con un lavoro di anni, giorno per giorno, con tenacia e pazienza, tanto nutrendo la vostra coscienza storica nazionale quanto governando attraverso il vostro Parlamento la vostra società, rendendola più prospera e più giusta.

Voi ci avete mostrato che il referendum di autodeterminazione non è l’inizio di una storia ma il segno che una storia nuova è già iniziata. Una storia costruita attraverso il concorso e la partecipazione di ogni singola donna e uomo di Scozia, capaci di elevarsi al ruolo di quotidiani eredi della vostra splendida Dichiarazione di Arbroath:

In verità non è per la gloria, non per le ricchezze, non per gli onori che noi combattiamo, ma per la libertà… per quella sola, a cui nessun uomo retto rinuncerebbe, anche a prezzo della vita stessa.

Per questo, qualunque sarà il risultato del referendum, noi sappiamo che voi avete già vinto: il cammino per rimettere il futuro della Scozia nelle mani degli scozzesi, come avete efficacemente scritto, è tracciato.

Noi siamo qui in rappresentanza di tanta parte della gente sarda, dei nostri partiti e del nostro Parlamento per tessere un legame che vorremmo che si facesse sempre più profondo. Ma soprattutto siamo qui a rappresentare il sentimento crescente del nostro popolo, un popolo che sempre più anela a riprendersi la sua sovranità e tornare a prendere in mano le redini della propria storia. Un popolo che ambisce a scrivere la sua costituzione, rinverdendo i fasti  di quella Carta de logu che, come la vostra Dichiarazione di Arbroath, dalle profondità del medioevo ci chiede di continuare a lavorare per il bene “dessa repubblica sardisca”.

Il vostro esempio ci sarà d’aiuto e di conforto nei momenti difficili. I vostri successi saranno motivo di entusiasmo come fossero i nostri.

Viva la Scozia! Viva la Sardegna!

Cagliari, 15 settembre 2014

 

Il “messaggio”,  promosso dalla Fondazione Sardinia, era stato precedentemente  discusso e fatto proprio dalle organizzazioni: Comitau po sa limba sarda, Federazione dei Verdi, Irs, Partito dei Sardi, Progress, Rossomori,Sardegna sostenibile e sovrana, Sardinia Libera, Sardigna Natzione, Sel, Unidos, Confederazione Sindacale Sarda.

 

Dopo la lettura del messaggio sono  intervenuti:

 

1. Paolo Zedda (consigliere regionale, Rossomori)

2. Bustianu Cumpostu (Sardigna Natzione)

3. Augusto Cherchi (consigliere regionale, Partito dei sardi)

4. Sandro Mongili (Gentes)

5. Nello Cardenia (Irs)

6. Gianluca argiols (Progress)

7. Giacomo Meloni (segr. gen. CSS)

8. Roberto Capparoni (Fed. dei Verdi)

9. Mario Carboni (Comitau po sa limba sarda)

10. Claudia Zuncheddu (Sardinia Libera)

11. Roberto Cotti (senatore, Mov. 5stelle)

12. Luca Pizzuto (consigliere regionale, segr. Sel)

I sottoscrittori del  MANIFESTO  continueranno a riunirsi presso la sede della Fondazione Sardinia. Il prossimo appuntamento è per lunedì 22 settembre a partire dalle ore 18,00.

 

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