IL BANCO DI SARDEGNA SMOBILITA NELL’ISOLA CHIUDENDO LE PICCOLE AGENZIE DIETRO QUESTA SCELTA C’E’ LA RINUNCIA AL RUOLO DELLE NOSTRE TESORERIE.

ComuniCato della  CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA.


Nei giorni scorsi la Confederazione Sindacale Sarda ha avviato il programma d’incontri con i Sindaci dei 10 paesi dell’interno, dove il Banco di Sardegna ha deciso di chiudere le proprie Agenzie. Sono Allai, Lei, Baratili, Zerfaliu, Segraiu, Assolo, San pasquale, San Pantaleo, Cannigione, Bassacutena, oltre all’agenzia 4 ad Olbia e la 9 a Sassari.

Domani mercoledì 3 settembre c.m. è previsto l’incontro con il Sindaco di Segariu Marino Tronci.

Venerdì e sabato incontreranno i Sindaci di comuni di Assolo, Zerfaliu, e Baratili e la prossima settimana con i Sindaci di Allai e Lei. Molto importanti saranno anche gli incontri con il Sindaco di Arzachena, Olbia e Tempio deve sono previste la chiusura degli sportelli nelle Frazioni di Cannigione, San Pantaleo, San Pasquale e Bassacutena.

I Sindaci e il Sindacato Sardo, si confronteranno alla ricerca delle ragioni utili a far desistere Il CDA della Banca dalla decisione di chiudere il servizio Bancario, di regola unico sportello presente nel  per paese. In alcuni paesi sono presenti anche le poste che attendono con favore la chiusura dello storico sportello Banco per acquisirne i clienti, specie tra i pensionati.

L’iniziativa del Sindacato Sardo di confrontarsi con i Sindaci dei Comuni, per resistere e proporre soluzioni alternative alla chiusura delle Agenzie, ha preso il via poiché, disattende gli impegni assunti dal Presidente del Banco, con il piano industriale presentato a luglio 2012, nel quale non erano previste chiusure di filiali in Sardegna.

Il timore del Sindacato Sardo e che la chiusura di queste prime 10 “Agenzie minori” serva alla Capo Gruppo BPER per saggiare la “resistenza” delle Amministrazioni e delle Popolazioni locali e verificare il via libera, (implicitamente dato dalla Fondazione Banco e dalla Giunta Regionale, con l’assenso per la cessione della Sarda leasing e con il silenzio, su tutte le altre operazioni di smantellamento dei Servizi centrali della Banca) a proseguire nel progetto di spogliamento della Banca Sarda.

Il Coordinamento Sindacale Sardo della CSS ha denunciato come, i criteri assunti dalla Bper per misurare la produttività delle Agenzie in Sardegna, non tengono conto del conteso territoriale dove le attività d’impresa sono legate al territorio hanno una condizione, in genere familiare, e sono schive da forme di “competizione di mercato” e finalizzate a garantire un duraturo redito ai componenti.

In questi centri “poveri” la raccolta del risparmio ha raggiunto nel 1° semestre del 2014 quote del 145%, un dato che non ha riscontro nelle economie “spinte”. Sono state e lo sono tuttora “il granaio” della nostra Banca.

Questo modo di vivere il lavoro e l’economia ha profonde ragioni culturali che chi “abita nell’isola” conosce bene, forse non permette di raggiungere grandi numeri nel breve tempo, ma di certo permette di resistere dignitosamente anche in tempi di crisi.

Sono tutti aspetti che caratterizzano la nostra economia e un modello di produrre e vivere il territorio in modo equilibrato, che una Banca con ancora il 49% delle azioni di proprietà Pubblica, dovrebbe avere la sensibilità di capire e sostenere.

Non abbiamo dubbi che la Fondazione Banco di Sardegna e la Regione debba riflettere profondamente, sulle scelte imposte dal vertice della BPER alla Banca Sarda e sulla validità dell’accordo di cessione (51% delle Azioni) fatto nel 2001 per evitare altri pesanti “dazi” ai Sardi.

Il Segretario Generale della CSS

 

Dr Giacomo Meloni

 

Recapiti: Segretario Nazionale, Giacomo Meloni, 3387028931

Coordinatore Territoriale Vicenzo Monaco, 3483028142

Delegato Settore Credito, Gavino Piredda 3486289023.

 

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