Seneghe, nell’aria si respira poesia, di Walter Porcedda

Decima edizione di “Capudanne de sos Poetas” dal 3 al 7 settembre ricca di ospiti ed eventi

Seneghe, nell’aria si respira poesia

di Walter Porcedda wCAGLIARI Sardegna, terra di poesia. Dove si pratica il silenzio, prima e dopo il verso. Anche quello è poesia. Mariangela Gualtieri, poetessa dagli occhi colore del mare lo dice con voce leggera, in un soffio che è musica, quasi fosse un cinguettìo. Sembra un motto fragile, eppure trasmette forza. Bisogna avere fede nella parola che si fa poesia. «Risveglia e guarisce le mille ferite della vita. Può fecondare una comunità se c’è un paese partecipe, capace di un ascolto vero». E “raro” come accade da dieci anni – ma forse da molto, molto di più, frugando intdietro nel tempo – a Seneghe, nel Montiferru, dove c’è uno dei festival più originali dell’isola, e più vicini allo spirito originario letterario dei sardi, cioè quello della poesia. A “Cabudanne de sos Poetas”, dove anche questa volta, dal 3 al 7 settembre, si ripete l’epifania del verso, scritto, improvvisato, recitato, cantato, urlato, sussurrato, suonato e agito. Dove da dieci anni, come ha raccontato ieri mattina il presidente di Perda Sonadora, l’associazione responsabile dell’evento, Mario Cubeddu, ha messo al centro, con cuore e passione, la poesia. Festival plurale, con gestione collettiva, popolare e intergenerazionale, “Capudanne de sos Poetas” coincide come una veste su misura con questa comunità di uomini e donne forte e cosciente della propria storia, di bella accoglienza e di spiccata curiosità. Dopo essersi affidate negli anni passati a Flavio Soriga e il grande Franco Loi, ha affidato questo anno il testimone a una delle più grandi e sensibili poetesse del nostro tempo, Mariangela Gualtieri, raffinata e profonda conoscitrice della scena contemporanea che ha tessuto con Perda Sonadora un arazzo variegato e ricco di segni e colori. Fatti sì, essenzialmente di poesia, ma che viene declinata in teatro, musica e letteratura. Con la presenza di belle figure, come ha spiegato Mariangela Gualtieri. «Iniziando da Franco Loi alla poetessa sarda Antonella Anedda e il friulano Pierluigi Capello, i grandissimi Franco Arminio, Marco Munaro di Rovigo e il catanese Francesco Balsamo. E poi c’è la giovane poesia, una assoluta rarità di questi tempi: ed ecco Nicola D’Altri, romagnolo e Roberta Sireno, emiliana. Assai attenti alla resa orale, spesso trascurata dai poeti. Non mancherà la partecipazione di stranieri. Scelti soprattutto per la loro capacità di rapportarsi al pubblico in lingua italiana come il francese Martin Rueff e l’inglese Jamie McKendrick che tra l’altro ha curato la versione inglese delle poesie di Anedda, “Arcipelago”, in uscita alla fine di questo anno. E poi c’è un sardo importante. Uno scrittore che è anche un poeta, Marcello Fois, a Seneghe con un musicista di livello come il sassofonista nuorese Gavino Murgia». Il teatro, come è tradizione, occupa un ampio spazio, sin dalle prime edizioni. Anche questo anno in collaborazione con il teatro delle Albe di Ravenna si terrà un laboratorio intenso che coinvolgerà in grande parte i giovani del paese, ma non solo, condotto da Roberto Magnani che ha raccontato come qui le Albe abbiano avviato da tempo con la loro “non scuola” una delle più belle collaborazioni. «Qui il laboratorio teatrale – ha detto Magnani – si inserisce in un paese dove c’è fede nella poesia. Una collaborazione iniziata prima traducendo in sardo i versi del grande poeta romagnolo Raffaello Baldini e poi via via passando per scommesse sempre più forti come “L’Eresia della Felicità” da Majakovski approdato anche nel festival di Santarcangelo di tre anni fa, o l’adattamento teatrale del romanzo “Passavamo sulla terra leggeri” di Sergio Atzeni di due anni fa. Stavolta ci confronteremo con il sommo Shakespeare, mettendo la sua poesia sulla bocca dei giovani attori». Ma per il teatro c’è anche un’altra sospresa: la presenza del geniale Danio Manfredini con una produzione ad hoc in cui l’artista si presenterà nelle doppie vesti di attore e cantante. Immancabile lo spazio della buona notte dedicato alle letture e alla musica. Qui si alterneranno Emidio Clementi di Massimo Volume, Corrado Nuccini dei Giardini di Mirò, Giovanni Succi, John Vignola, Dante Olianas, Anna Cristina Serra con Antonello Bazzu, i cantautori sardi Pino Martini e Piero Marras, quest’ultimo a tu per tu con l’antropologo Bachisio Bandinu. Il festival si aprirà simbolicamente con una festa dedicata alla campagna, il 3 alle 17,30 con il meglio delle produzioni locali, tra degustazioni di prodotti e vini. E a proposito di vini, una finestra sarà aperta alle novità più recenti. Protagonisti saranno i produttori, da Roberto Pusole da Baunei, Gianfranco Manca da Nurri e Mattia Piludu e la Compagnia delle Figlie del Sacro Cuore Evaristiane da Putzu Idu. Altra novità le anteprime nel territorio: il 25 luglio a Narbolia, il 26 a Milis, e il 27 a Bonarcado. Concerto di chiusura finale di launeddas per salutare il festival e concerto dei tenores di Seneghe. Insomma una festa vera come si addice a un Capudanne de Sos Poetas.

 

 

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