L’Isola strozzata dalla crisi
L’UNIONE SARDA -16.07.2014 Economia: L’Isola strozzata dalla crisi: in testa Cagliari e Nuoro.
Radiografia della Sardegna dopo sette anni di crisi. Redditi, consumi e occupazione in picchiata sono i sintomi più evidenti di un male sistemico che dal 2007 non ha escluso l’Isola. Lo stato comatoso dell’economia regionale è confermato dal Sole24Ore . Il quotidiano economico ha mostrato dove in Italia la crisi ha fatto i danni più evidenti, stilando una classifica delle province più colpite dalla stagnazione dei mercati. Il quinto posto raggiunto dal Nuorese, il sesto del Cagliaritano e il dodicesimo del Sassarese sono tra le ombre più estese di un ritratto regionale che ha poche luci. «La crisi ha reso più evidente il divario tra due facce del Paese», commenta Michele Carrus, segretario regionale della Cgil. «Quella ricca cerca di arginare faticosamente le perdite, mentre i territori deboli come la Sardegna subiscono maggiormente gli scossoni dell’economia rispetto alle più solide regioni del Nord». L’INDAGINE Tra i dieci parametri considerati dal Sole24Ore c’è anche l’analisi dei depositi bancari. Da essa si intuisce una crisi che ha destabilizzato i risparmiatori e convinto quelli della provincia di Nuoro a puntare sulla strategia dell’accumulo. Chi ha potuto, ha messo da parte per tempi peggiori e in sette anni i risparmi sono così più che raddoppiati, passando da 6.800 euro a 15.200. E la crescita dei depositi si registra anche a Cagliari (+84%), Oristano (+68%) e a Sassari (+56%). LA SORPRESA I dati sull’impiego regalano un’inaspettata sorpresa: quello di Nuoro è l’unico territorio d’Italia in cui il tasso di disoccupazione è diminuito. Sette anni fa era arrivato al 10,8%, oggi si ferma al 10,4%. «Più che di ripresa si può parlare di rassegnazione», commenta Silvana Paola Manuritta, segretario generale della Confapi Sardegna, l’associazione delle piccole e medie imprese. «Il calo dello 0,4% è una magra consolazione che non tiene conto della sfiducia dei cittadini. Nelle liste di collocamento, su cui si basano le statistiche, non rientrano più i lavoratori che hanno rinunciato alla ricerca di lavoro». Ma l’exploit di Nuoro secondo Carrus ha un’ulteriore lettura. «Nella provincia di Reggio Emilia il tasso è aumentato del 200% passando dal 2 al 6%. Un dato catastrofico solo dal punto di vista matematico, ma estrapolato da un contesto occupazionale di gran lunga migliore di quello nuorese». IL REDDITO Il calcolo del Pil pro capite premia invece l’Ogliastra. Quarta in Italia con un reddito in salita del 7,3% rispetto a sette anni prima. Segno positivo anche per Olbia-Tempio (+3,5) e Cagliari (+0,8). In coda annaspa il Medio Campidano sedicesima economia peggiore del Paese con un crollo (-10%) del suo già esiguo Pil. Neanche sul fronte dei consumi ci sono buone notizie: Cagliari ottiene il poco invidiabile terzo posto nazionale nella spesa per beni durevoli. Nel capoluogo la cinghia si stringe più che in tutta la regione con una sforbiciata di quasi il 24% al budget destinato a mobili ed elettrodomestici. Trend simile nella spesa farmaceutica. Sul podio della classifica dei tagli batte solo la bandiera dei quattro mori: prima Nuoro con un calo del 37,6%, seconda Sassari (-31,4%) e terza Cagliari (-25%). Oristano unica eccezione: +10% e secondo posto in Italia nella graduatoria inversa. «Gli studi di settore confermano che non esistono più priorità», spiega Carrus «e nella lista delle rinunce ormai rientrano beni durevoli e di prima necessità come cibo, vestiti e appunto medicinali». GLI STUDI DI SETTORE Se si guarda poi al mercato dell’auto, l’Isola si spacca in due. Da una parte il tracollo di Nuoro, passata dai 5699 veicoli immatricolati nel 2007 ai 1356 del 2013, e secondo peggior risultato nazionale con -76,2%, dall’altra le quattro province più giovani (Gallura, Sulcis, Ogliastra, e Medio Campidano) nelle quali il calo delle vendite, sebbene sempre con percentuali a doppia cifra, è risultato tra i più contenuti. «La Sardegna deve rimettersi velocemente in carreggiata», conclude Carrus. «Il distacco dalle realtà più forti del Paese era già marcato prima della crisi e oggi rischia di diventare incolmabile». Anche gli imprenditori ne sono convinti. «La ripresa non è dietro l’angolo», aggiunge Manuritta «e abbiamo bisogno di progetti e prospettive a medio e lungo termine. Servono investimenti e idee per riavviare un circolo economico virtuoso per uscire dal tunnel». L’ISTRUZIONE Infine un dato confortante, ma dal retrogusto amaro, riguarda il grado di istruzione. L’Isola piazza tre province nella top ten dei territori in cui il rapporto tra laureati e giovani è cresciuto negli ultimi sette anni. Sassari, prima in Italia segna un +44%, segue Nuoro al terzo posto (+27%) e Cagliari al decimo (+22%). Le giovani menti sarde si confermano quindi più titolate dei loro coetanei, ma spesso sono costrette a varcare il Tirreno in cerca di una prospettiva professionale per la quale dovranno forse attendere altri sette anni.