Quale Rinascita? Mestieri della Terra.

E’ l’iniziativa promossa dalla Presidenza FAI Sardegna e dalla Delegazione di Cagliari Lunedì 14 luglio ore 17, 30 all’IED in Viale Trento 39.


INVITO

Quale Rinascita? Mestieri della Terra è l’iniziativa promossa dalla Presidenza FAI Sardegna e dalla Delegazione di Cagliari Lunedì 14 luglio ore 17, 30 all’IED in Viale Trento 39. Dopo i saluti della Presidente Regionale Maria Antonietta Mongiu e del Capo Delegazione di Cagliari Giovanni Cappai,  l’incontro si articolerà in tre focus coordinati dalla giornalista Susi Ronchi con esperti di scienze agrarie, architetti, paesaggisti, dirigenti del settore,  land artists.

 

Il primo focus Città Periferia Campagna : un filo verde tra agricoltura biodiversità giardini con Angelo Aru Agronomo Università di Cagliari; Paolo Scarpellini Architetto  già Direttore regionale MIBACT; Enza Chessa Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei Università di Sassari

 

Il secondo focus  Le Scuole del verde con Giuseppe Delogu Dirigente Corpo forestale e di vigilanza Ambientale Regione Sardegna Giuseppe Pulina Direttore Dipartimento di Agraria- Università di Sassari  Ilene Steingut Direttrice IED

 

Il terzo focus  Il Progetto nel verde con Teresa De Montis  Architetta, Giaime Cabras Marinella Cogodda Architetti Vincitori Borsa di Studio Renzo Piano; Antonino Pirellas Land Artist

 

Il fine del Fondo Ambiente Italiano è conservare l’interdipendenza tra arte, storia, natura che rende unico il paesaggio italiano e sardo in particolare. Tale missione non significa il “congelamento” dei territori quanto piuttosto una messa in valore ambientale e culturale ed il recupero della vocazione agricola dei terreni che ha bisogno di più formazione e competenza che nel passato.  Ecco perchè non bisogna stancarsi di parlare del recupero dell’agricoltura e dei suoi mestieri in una regione che importa l‘80% di ciò che consuma e che si è condannata ad una vera e propria servitù alimentare. E‘ necessario usare  in quest‘ottica i Fondi europei e riconsiderare l’offerta formativa dei luoghi dell’istruzione legati alla terra.

 

Ecco perchè una vera e propria rinascita può provenire dall’agricoltura e da sistemi più umani ed ecocompatibili giacchè coltivazioni ed allevamento hanno modellato nei secoli i territori senza che ciò compromettesse equilibri ambientali, erodesse il suolo, uccidesse la biodiversità. Il patrimonio agricolo sardo è unico per la varietà delle specie e la molteplicità delle tecniche. Sono più di quanti siano gli stessi paesi dell’isola. Questo  è il vero capitale che le nostre comunità ed i nostri giovani hanno a disposizione. La stessa Unione Europea sta recependo che non è più immaginabile una programmazione agricola comunitaria in cui le premialità sono date dal latifondo e dalle culture estensive. La nuova frontiera è il “micro”, la nicchia, la possibilità di creare reddito dall’autoimpiego promuovendo coltivazioni di qualità. Quelle che permettono uno sfruttamento leggero del suolo.

PROGRAMMA

Quale Rinascita? Mestieri della Terra

 

Ore 17, 30

Saluti Giovanni Cappai Capo Delegazione Fai Cagliari

Introduce Maria Antonietta Mongiu Presidente regionale FAI

Coordina  Susi Ronchi Giornalista

 

Città Periferia Campagna: un filo verde tra agricoltura biodiversità giardini

Angelo Aru Agronomo Università di Cagliari

Paolo Scarpellini Architetto  già Direttore regionale MIBACT

Enza Chessa Dipartimento di Economia e Sistemi Arborei Università di Sassari

 

Le Scuole del verde

Giuseppe Delogu Dirigente Corpo forestale e di vigilanza Ambientale Regione Sardegna

Giuseppe Pulina Direttore Dipartimento di Agraria- Università di Sassari

Ilene Steingut Direttrice IED

 

Il Progetto nel verde

Reresa De Montis  Architetta

Giaime Cabras Marinella Cogodda Architetti Vincitori Borsa di Studio Renzo Piano

Antonino Pirellas Land Artist

 

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    1 Comment to “Quale Rinascita? Mestieri della Terra.”

    1. By elio, 10 luglio 2014 @ 19:23

      Benissimo, ma perché non chiamiamo pane il pane e vino il vino, senza indorare la pillola? Sarebbe a dire: “Dimenticatevi ogni possibile occupazione che non sia zappare la terra per poter mangiare. Fattelo per cinque generazioni e poi ne riparliamo”. Bisogna aggiungere che ci vuole un minimo di organizzazione e cioè : impadronirsi della terra, difenderla da chi te la vuol portare via e, per chi sa quanti, crepare in questa fase propedeutica che può essere lunga. Nel frattempo imparare il mestiere. Ci sono, però, alternative: il furto, le rapine, le grassazioni. Finché c’è ciccia, ma non è per molto.