“Est ora – movè(m)us”. Sa Carta de sa Natzione Sarda – La Carta della Nazione Sarda, preambolo, di Salvatore Cubeddu

Sa Carta de sa NatzioSarda – La Carta della Nazione Sarda. Sa Carta de sa NatzioSarda – La Carta della Nazione “Sarda.PROPOSTA DI RIFORMA DELLO STATUTO DELL’AUTONOMIA DELLA SARDEGNA

Salvatore Cubeddu introduce il seminario prima di leggere questo ‘preambolo’.

PREAMBOLO

 

La Nazione sarda è frutto di un lungo processo storico e antropologico durante il quale molte generazioni hanno elaborato un vasto patrimonio di tradizioni, culture e linguaggi.

Il Popolo sardo si è formato in una difficile ricerca di libertà anche attraverso il contrasto a molte dominazioni e ha maturato una coscienza civile che ha prodotto un sistema di diritti e di doveri secondo i princìpi dell’autogoverno, un’identità di popolo, di territorio e di lingua, conservando l’apertura verso altri popoli, altre lingue e culture; una specificità che vede nella differenza una risorsa di scambio virtuoso e di comunicazione paritaria.

Nello spirito del presente Statuto vive il mito della grande civiltà nuragica e, nella storia più recente, la tradizione della Carta de Logu, che ha codificato i diritti ed i doveri dei Sardi – a partire dalla sua promulgazione da parte della Giudicessa Eleonora d’Arborea nel 1392 e in vigore fino al 1827 – e che storicamente ha costituito la griglia normativa all’interno della quale si è articolata la vita politica e sociale delle donne e degli uomini sardi.

A partire dalla sconfitta patita a Sanluri nel 1409, i tentativi di recuperare le nostre istituzioni di autogoverno sono stati diversi. Tappe fondamentali di un itinerario storico sono stati, tra gli altri, il triennio rivoluzionario sardo (1793 – 1796), la grande battaglia per l’autonomia degli ex-combattenti e del sardismo dopo la prima guerra mondiale, la conquista dello Statuto del 1948 e la successiva battaglia per la Rinascita, tutti eventi nei quali, in varie forme, emerge nettamente l’intendimento dei Sardi di affermare, allora come ora, il diritto inalienabile all’autogoverno.

E’ in questo senso che nello Statuto è sedimentata la ricorrente e fertile elaborazione di pensatori e di uomini di azione che, soprattutto negli ultimi secoli della nostra storia, hanno assunto la loro terra come luogo dove realizzare un programma politico capace di dare la forza della ragione alle aspirazioni di autogoverno del popolo sardo.

Il nuovo Statuto ricorda con memore gratitudine tutti coloro che hanno lottato per recuperare pienamente la libertà e le radici storiche, nazionali e culturali della propria terra, così come tutte le donne e tutti gli uomini che hanno difeso la loro identità nelle scuole, nella letteratura, nelle arti e nella vita comune della gente di Sardegna. E si ricollega idealmente a coloro che, nel corso dei secoli, hanno impegnato la propria vita per il riconoscimento dei diritti nazionali della Sardegna e per i diritti sociali dei sardi.

Ma, insieme alla memoria, muovono il presente Statuto l’aspirazione, il progetto ed il sogno di una Sardegna senza nessun tipo di ostacoli all’interdipendenza paritaria di cui oggi necessita una nazione.

Il diritto dei cittadini della Sardegna di determinare liberamente il proprio futuro come popolo, secondo quanto il Parlamento della Sardegna ha espresso ripetutamente, trova radici e giustificazioni storiche nel periodo dell’ affermazione nazionale rappresentata, prima, dalle Corone de Logu dei quattro giudicati (di Cagliari, Arborea, Torres e Gallura) e, poi, dagli Stamenti del Regno di Sardegna, in vigore fino al secolo XIX, e recuperata, dopo, e mantenuta senza interruzioni come massima espressione dei diritti storici della Sardegna e che il presente Statuto intende incorporare e attualizzare.

Questo Statuto definisce le istituzioni della nazione sarda e le sue relazioni con i popoli dell’Italia in un quadro di libera solidarietà con le regioni che la formano, compatibile con lo sviluppo di uno Stato plurinazionale.

Allo stesso modo stabilisce i vincoli e le modalità delle relazioni con l’Europa, alla quale la comunità della Sardegna intende partecipare in maniera responsabile nelle istituzioni di governo ed in quelle legislative per contribuire attivamente alla costruzione della nuova Europa dei popoli.

La Sardegna intende avanzare, tramite il presente Statuto, verso una democrazia di maggiore qualità fondata sull’equilibrio dei diritti e dei doveri e sulla partecipazione dei cittadini. Questo principio orienta l’azione dei poteri pubblici, i quali sono al servizio dell’interesse generale e dei diritti dei cittadini, come i diritti al benessere, alla qualità della vita, al vivere in pace, a godere di servizi pubblici efficienti e di qualità, alla protezione dell’ambiente e a disporre di un sistema di prestazioni universali che favoriscano l’eguaglianza e la coesione sociale, la creazione di ricchezza e di occupazione piena e di qualità, e con un impegno permanente della lotta contro le disuguaglianze, le discriminazioni, le ingiustizie e la povertà.

Il progetto di costruzione della società si fonda sulla responsabilità individuale e sull’impegno collettivo di solidarietà di comuni e province nell’ambito dell’unità della Comunità Sarda Autonoma.

Questo vuole essere uno Statuto di persone libere per persone libere. La libertà politica che si consegue come popolo non deve contrastare le libertà individuali dei cittadini della Sardegna, posto che in un paese libero ognuno deve poter vivere ed esprimere identità diverse, senza alcuna relazione di gerarchia o di dipendenza.

 

E’ per tutto questo che il presente Statuto stabilisce che:

Primo. – La Sardegna è una nazione.

Secondo.- La Sardegna sviluppa e mantiene una posizione singolare per quanto si riferisce alla lingua, alla cultura, al diritto civile ed all’organizzazione territoriale.

Terzo.- La Sardegna è un paese ricco di territorio e di biodiversità ma povero di popolazione. Tale originalità la definisce e la potrebbe arricchire rafforzandola per i tempi che verranno.

Quarto. – La Sardegna considera l’Italia uno stato plurinazionale.

Quinto.- La Sardegna convive fraternamente con i popoli dell’Italia ed è solidale con gli altri popoli del mondo.

Sesto.- La Sardegna, forte di una tradizione politica democratica, sottolinea l’importanza dei diritti e dei doveri, del sapere, dell’educazione, della coesione sociale e dell’eguaglianza.

Settimo.- La Sardegna partecipa con propri rappresentanti, progetti e programmi all’Unione Europea, in coerenza con i valori e il modello di benessere e di progresso europei. Offre amichevole collaborazione alle comunità ed alle regioni vicine per formare, a partire dal Mediterraneo, una euroregione per il progresso degli interessi comuni.

 

Per fedeltà ai suddetti principi e per realizzare il diritto inalienabile della Sardegna all’autogoverno, i Costituenti sardi propongono il seguente Statuto:

 

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