Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 22, domenica 1 giugno 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

I sindaci contro la Giunta e il Patto di stabilità: “Così non ce la facciamo più”. I municipi ormai sono come le parrocchie: la gente ci va a pregare, piangere e chiedere aiuto. Duecento sindaci sono arrivati a Cagliari in massa con la fascia tricolore, hanno occupato l’Aula e gli spalti del Consiglio regionale, per protestare contro i vincoli del Patto di stabilità, chiedere alla Regione di rimpinguare l’ammontare di risorse del Fondo unico degli enti locali (tagliato di 55 milioni) e raccontare il loro dramma quotidiano al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru e agli assessori al Bilancio Raffaele Paci e agli Enti locali Cristiano Erriu.

Notizie in arrivo da Roma, i sardi potranno spendere i propri soldi. Blocco del patto di stabilità per il 2015. La giunta Pigliaru gestisce la cosa come una grande vittoria politica ed il riconoscimento delle buone ragioni del governo sardo da parte di Renzi ed i suoi.

Arriverà oggi a Macomer, per poi raggiungere Ottana, la marcia del coordinamento sardo di «Non bruciamoci il futuro» che mette insieme oltre quaranta sigle di associazioni e comitati cittadini, da anni impegnati contro la realizzazione di impianti ritenuti inquinanti e dannosi per la salute e per l’ambiente. Nel corso della manifestazione i volontari del coordinamento sardo chiedono in particolare «lo stop immediato delle procedure di autorizzazione per tutti i nuovi progetti di impianti di produzione di energia da combustione con la revoca delle incentivazioni per quelli esistenti, dei progetti per la produzione di energie rinnovabili non vincolati all’autoconsumo, degli impianti di incenerimento dei rifiuti e di potenziamento di quelli esistenti». Partita il 16 maggio da Sassari, la marcia dopo la tappa di Macomer e Ottana, proseguirà nelle prossime settimane nel Medio Campidano per concludersi con la consegna della proposta di moratoria contro la realizzazione di impianti inquinanti al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru.

Altri 27 avvisi di garanzia. L’accusa è peculato e coinvolge consiglieri regionali della vecchia legislatura. Su mandato del pm Marco Cocco carabinieri e finanzieri della polizia giudiziaria hanno cominciato con le notifiche ai consiglieri nel mirino degli inquirenti per peculato, legato all’uso spesso incontrollato dei fondi pubblici destinati ai gruppi di appartenenza: 2.500 euro al mese per cinque anni di durata dell’incarico. La linea della Procura di Cagliari è nota: in mancanza di una rendicontazione il reato è da considerarsi consumato, l’obbligo di conservare scontrini e fatture è previsto dalla legge.

Il mondo politico e sindacale sardo è ancora scosso dall’annuncio della Giunta: ci sono le delibere del governatore Francesco Pigliaru e dell’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda che affidano all’ente idrico la gestione degli invasi del Flumendosa, del Coghinas e del Taloro revocandola a Enel.

Lo mette subito in chiaro: la Regione non sta cacciando nessuno. Ma sta solo mettendo i punti dove mancano nella gestione degli invasi sardi. Redditizi per Enel ma non per la collettività: «Tutti i sardi, invece, devono poter godere dei vantaggi che producono», dice l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda. Quindi farete tornare le dighe ai sardi? «Lo abbiamo già fatto». Un grande progetto, ma Enas sarà in grado di gestirle? «Certo. Lo sa fare». Con Enel una trattativa era proprio impossibile? «La trattativa è possibile e aperta, con Enel e con chiunque rispetti i nostri diritti e proponga buoni affari per i sardi». Per la gestione di tutte le dighe si parla di un giro d’affari di 75 milioni… «I conti si fanno a grammo non a tonnellata. Le dighe producono ricavi e costi. Bisogna parlarne bene. I ricavi attuali dell’idroelettrico metterebbero in equilibrio tutto il ciclo dell’acqua grezza». Secondo lei, qual è il futuro dell’energia in Sardegna? «È utile e necessaria. Deve essere vantaggiosa per i sardi e sostenibile. Il sole e il vento devono produrre vantaggi per tutti». Qual è il ruolo del governo in questa partita? «Il ruolo che è stabilito dalle leggi. Niente di più e niente di meno». E quello della Regione? «Fare realmente l’interesse dei sardi».

Ora è scontro sulle dighe sarde: “Basta coi super incassi dell’Enel”. Giorgio Asuni, ex sindacalista Cgil, mette subito in chiaro: “Da tutti gli invasi che ha in gestione nell’isola, 58, Enel guadagna 75 milioni. Una cifra che varrebbe un punto di Pil se agli utili partecipasse la Regione.

Barracciu, inchiesta chiusa. Altri indagati. La Procura di prepara a chiedere il giudizio immediato per Francesca Barracciu, sottosegretario ai beni culturali nel governo Renzi. L’accusa è peculato aggravato, riferita ai 78 mila euro che l’esponente nuorese del Pd non è riuscita a giustificare nel faccia a faccia col pm Marco Cocco.”.

Tribunale, testimonia la Piredda. Con la grande accusatrice prosegue il processo a diciotto rappresentanti dell’Assemblea di via Roma. Nove anni fa le sue rivelazioni avevano dato il via al terremoto giudiziario che ha sconvolto il palazzo della politica sarda. Era stata proprio l’ex funzionaria regionale Ornella Piredda a svelare cosa accadeva nel Gruppo Misto in materia di rendicontazione sulle spese effettuate coi soldi pubblici.

Scalinata dentro Tiscali, guerra sul progetto. Il Comune di Oliena si oppone ai piani di Dorgali per il villaggio nuragico: “Contrasteremo in ogni modo chi vuole ridurlo a un centro commerciale”. Prosegue il conflitto tra due amministrazioni che da decenni si contendono uno dei siti archeologici più straordinari della Sardegna.

Alcoa: “La vertenza è un problema sociale”. Famiglie allo stremo, che non vedono soldi da mesi, tensione altissima per la cassa integrazione e nessuna notizia sulle trattative per la cessione dello stabilimento, mentre il 30 giugno (data in cui Alcoa  smobiliterà il presidio di manutenzione a Portovesme) si avvicina.

Tutti gli amori finiscono, Cellino vendi agli yankee. Il presidente annuncia la cessione del Cagliari a un misterioso fondo Usa. Gli americani verseranno nelle casse del patron rossoblù una cifra che oscilla tra 75-85 milioni di euro. Il pacchetto, oltre il club, prevede il Centro sportivo di Assemini e i terreni di Santa Caterina a Elmas.

Sorpresa: l’isola piazza tre europarlamentari. Il Pd con il 40% elegge Soru, i grillini mandano a Strasburgo Giulia Moi. Salvatore Cicu passa anche se Forza Italia crolla in tutte le città capoluogo.

Lai festeggia: “Soru in Europa, vittoria di tutto il Pd”. C’è una condizione astrale favorevole inedita, per la politica sarda. “Pigliaru a Cagliari, Renzi a Roma e Renato Soru a Bruxelles”, riflette il segretario regionale del Pd,  “una condizione che semplificherà i rapporti tra Giunta e governo, Giunta ed Europa”. E’ un buonumore quasi incredulo quello dei democratici isolani. Esattamente cinque mesi fa bisticciavano come coniugi inaciditi, divisi sul caso Barracciu.

Per i 5 Stelle risultato a due facce. Eleggono un europarlamentare, ma perdono la leadership e nei Comuni il voto è un flop. Il M5S supera il 28 per cento alle Europee, arranca sotto il 12 per cento alle Comunali. Rimane forte dove c’è la protesta. A Olbia, città alluvionata e dimenticata, resta il primo partito con oltre il 31 per cento. Sembra ora aprirsi una nuova fase per i 5 Stelle, l’uscita dalla clandestinità iniziata del web.

Lingua blu, 28 milioni per gli allevatori. Pigliaru: “E’ l’ultima volta, servono interventi definitivi”. La necessità di gestire l’emergenza è stata riportata al centro del dibattito politico da una mozione presentata da Efisio Arbau.

Pastori sardi, Pac generosa. 7 milioni in più all’anno. Dalla conferenza Stato-Regioni che si è svolta a Roma una boccata d’ossigeno per il settore ovicaprino. I finanziamenti per l’ovi-caprino si aggiungono all’aumento complessivo di 160 milioni per 5 anni dei contribuiti comunitari all’agricoltura sarda.

Forza Italia va all’attacco: battuti dal populismo del Pd. Dietro la disfatta elettorale del loro partito vedono gli 80 euro che il governo ha infilato dentro la busta paga di 10 milioni di italiani. Il partito precipita nell’isola a un modesto 16,4 per cento.

Pili: 6 sardi su 10 non hanno votato. Per il leader di Unidos il dato eclatante è dato dalla forte astensione. “Il 60% dei sardi non ha votato. Tutto il resto sono dettagli – sostiene il parlamentare.”

Via i sigilli dalle mini pale eoliche, il secondo round ai “signori del vento”. Il Tribunale del riesame di Cagliari ha annullato il sequestro preventivo del parco eolico in fase di ultimazione tra Villanovaforru, Sanluri e Sardara, nel cuore del Medio Campidano. Ora la palla torna alla Procura.

La rabbia dei sindaci: Pigliaru deve fermarli. Da Sassari a Cagliari, passando per il Medio Campidano, sono 33 le domande di ricerca geotermica e di idrocarburi a terra ed a mare che coivolgo  100 paesi dell’isola. Cinque gli impianti termodinamici solari, per una potenza di 285MGW di energia elettrica e oltre 900 ettari di terreno agricolo, 8 serre fotovoltaiche, 2 strutture di biomasse e tanti altri di biogas.


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    1 Comment to “Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 22, domenica 1 giugno 2014.”

    1. By Pietro, 31 maggio 2014 @ 14:06

      Definire nuorese la Barracciu è inesatto,visto che non è di Nuoro,ma di Sorgono.Certo, questo paese è stato arbitrariamente incluso nel nuorese,ma non si è comunque mai sentito definire cagliaritano il sanlurese Soru,né ho mai sentito menzionare l’origine della Lombardo,né degli altri soggetti indagati,specie se della zona di Cagliari.C’è da sospettare che come nel resto della pseudoinformazione che c’è in quest’isola,ci sia la volontà di mettere alla gogna tale territorio.