La Sardegna fuori dall’Europa?, di Salvatore Cubeddu
L’EDITORIALE DELLA DOMENICA, 18.05.2014. La campagna elettorale per le elezioni europee non è decollata. Una Sardegna … fuori …. Farsi carico del problema della difesa dell’Isola.
In Sardegna la campagna elettorale per le elezioni europee non è decollata. In parte è così anche in Italia, dove lo scontro politico serve prima di tutto a saldare i conti tra Grillo, Berlusconi e Renzi. Da noi Cicu e Soru non sono riusciti a prevalere sulla delusione verso i partiti cui debbono obbedienza, Forza Italia e Partito Democratico, responsabili principali dell’esclusione dei Sardi dalla partecipazione alle istituzioni europee. Ci ritroveremo di fronte ad un astensionismo giustificato ma devastante. Certificheremo che i Sardi sono abbandonati dall’Europa, oltre che dall’Italia. Anzi: dall’Europa tramite/per colpa dell’Italia.
Italia, sì! Non semplicemente dal governo, che ci sfrutta tramite svariate servitù (militare, energetica, industriale, turistica, ambientale, culturale) o ci abbandona. Stato nel senso, di esercito, trenitalia, tirrenia, alitalia, eni, enel … ma pure imprenditoria varia, e associazionismo, ad iniziare dai partiti. Persino la Chiesa, modello antico di inculturazione forestiera e di potere autoreferenziale.
Una Sardegna … fuori ….
Ma poi Soru viene attaccato dal deputato di 5stelle Di Maio, accusato di riciclaggio (reato per cui si rischiano 12 anni di galera) e di aggiotaggio, e ci verrebbe da tifare per lui, l’expresidente. E’ l’antipolitica alla Grillo che porta i suoi giovani parlamentari in un cul de sac, privati come sono della vis comica e bloccati in una disperante opposizione, sguaiata anche quando è più che giustificata. Incidenti che ai suoi potranno costare cari. Soprattutto se il Capo non prevarrà.
Tifare per Soru, dunque? Renato Soru : molto ha ricevuto dai Sardi, ma i Sardi non sanno più cosa dovergli. Certo, viene accusato ingiustamente, è l’unico che potrebbe essere ascoltato in quelle sedi, ma si resta incerti se prenderlo nuovamente in considerazione. Va lì “per il partito democratico, non per la Sardegna!”. Uno scivolone drammatico non del tutto chiarito. Già ha deluso in quello che è l’essenza del rapporto politico: il reciproco riconoscimento tra persone. Soru si è dimostrato un dirigente dei sardi anche nel senso peggiore del termine: pretendere di rappresentarli, ma senza stimarli nel profondo. Peggio: rompendo malamente proprio con coloro che più gli sono stati vicini. Che è quanto di più lontano dai connotati minimi richiesti per fare politica. Ma, tant’è, così è.
Le possibilità che la Sardegna resti nuovamente esclusa dall’Europa è, dunque, nelle cose. Continuerà ad esserlo per le istituzioni, dopo l’improvvido ed incredibile esclusione dall’obiettivo 1 per colpa della sua classe dirigente al completo: politica, sindacale, economica e culturale.
La Sardegna è al centro dell’Europa, invece, dal lato militare, per le basi e per Quirra. Allora: e se ne prendessimo finalmente atto, e ragionassimo sul fatto che anche noi abbiamo delle nostre ragioni per difenderci nel caldo mare Mediterraneo, e se contrattassimo noi le condizioni per una presenza degli eserciti nostri alleati nel nostro territorio, e se … diventassimo soggetti di contrattazione internazionale dei nostri interessi, anche militari?
Non è possibile, per i sovranisti come per gli indipendentisti, affrontare concretamente l’assunzione del governo della Sardegna senza farsi carico del problema della difesa dell’Isola. E questo non può non avvenire che all’interno di una politica estera che ci comprenda nella Nato e all’interno dell’Europa. Il problema è come ci si sta e cosa succederebbe allorchè venissimo chiamati a svolgere compiti così importanti e delicati. Quali sarebbero per i Sardi – e non più, come ora, per lo stato italiano – le ricadute in termini di riconoscimento istituzionale, economico e di difesa ambientale?
A partire da queste considerazioni dovremmo ragionare all’indomani delle vicine elezioni nel caso si riconfermasse una nuova nostra esclusione dai rapporti istituzionali, politici ed economici con L’Europa. Peccato che di ciò non si parli. Tutto il dibattito riguarda ed è in mano ai Continentali … letteralmente.
By fra, 21 maggio 2014 @ 13:40
Ma ci abbiamo ragionato su anche troppo e ora siamo stufi. Apriamo le danze per una nuova stagione di ballo postindipendentista. Cambiamo non lo statuto, ma lo stato, come ha fatto la Crimea. Andiamocene con la Svizzera, che è neutrale, ha solo polizia non eserciti.