Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 12, domenica 23 marzo 2014.
IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.
ISTITUZIONI IN MOVIMENTO? Il PSd’Az insegue il Veneto, si parte per il referendum sull’indipendenza. Borbottii in Consiglio regionale: perché, insieme, non promuovere da subito l’organizzazione dell’Assemblea Costituente del Popolo Sardo? Dal governo Pigliaru: subito riprendere la vertenza entrate: lo Stato deve darci le risposte.
La giunta Pigliaru ritiene indifendibile , il taglio delle accise sulla benzina impugnata da parte del Consiglio dei ministri davanti alla Corte costituzionale. . La giunta. L’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, spiega: «E’ la prova che non si può governare continuando a raccontare frottole ai cittadini, come quella che siamo liberi di decidere autonomamente di dimezzare le accise sulla benzina. Semplicemente non può essere fatto, non abbiamo questa potestà». E allora?
Il taglio delle accise sulla benzina, inserito nella Finanziaria per volontà dei Riformatori, è stata impugnata perché va contro lo Statuto d’Autonomia, legge costituzionale e quindi di rango superiore a una normale legge regionale. Perché va contro? Per il fatto che contrasta con l’ordinamento comunitario in materia di tributi. Tradotto significa che o si dispone della sovranità o la Regione non può intervenire sulle accise.
I Riformatori sono sul piede di guerra e non arretrano di un centimetro: «Lo Stato continua a prendere a schiaffi la Sardegna», dice il coordinatore regionale Michele Cossa, rieletto in Consiglio, «dopo la bocciatura dei fondi per l’alluvione, il no al collegio sardo per il parlamento europeo, il governo ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale per la norma che avrebbe consentito alla Sardegna di avere la benzina a metà prezzo».
A sostegno della tesi dei Riformatori è intervenuto Giovanni Colli, segretario nazionale del Psd’Az: «E’ una battaglia rispetto alla quale il governo sardo non deve arretrare di un passo. L’aria che tira non è buona come si può capire dalla proposta di Renzi di riformare il Titolo V della Costituzione nel segno di un ulteriore accentramento che porterà a mettere in discussione la stessa autonomia speciale».
Controdeduce Raffaele Paci: «Le battaglie sacrosante sulle entrate, sull’adeguamento del patto di stabilità, sul riconoscimento delle penalizzazioni derivanti dalla condizione di insularità della Sardegna si fanno in modo serio, non improvvisando», afferma l’assessore al Bilancio, «non è né opportuno né conveniente per la Sardegna aprire un contenzioso continuo e infinito con lo Stato. Bisogna dialogare, accompagnare le proprie posizioni con dati e analisi serie». L’esponente della giunta Pigliaru spiega che il nuovo esecutivo regionale ha già avviato i contatti col Governo nazionale per riaprire i tavoli negoziali «che sono stati troppe volte trascurati». Quindi nessuna iniziativa “unilaterale” che non porterebbe alcun vantaggio ma la riapertura del confronto sull’intera vertenza Sardegna. Il gettito delle accise rientra nella compartecipazione della Regione nella misura dei nove decimi, così come previsto dall’articolo 8 (rinnovato) dello Statuto d’Autonomia. Le disposizioni comunitarie, poi, stabiliscono che le accise siano tributi armonizzati per tutto il livello comunitario.
IL PRIMO GIORNO. 1. Claudia Lombardo lascia il Consiglio regionale dopo vent’anni, metà della sua vita. «Non so ancora cosa farò, ma non sparisco», dice ai giornalisti con un sorriso. Ugo Cappellacci esce dal gabbiotto delle votazioni e si trova davanti l’ex alleato Paolo Maninchedda, ora assessore di Pigliaru. Stretta di mano, grandi sorrisi, ma a denti stretti come il giuramento di Gavino Sale.
IL PRIMO GIORNO. 2. «Sinceramente? Il giuramento da sindaco è stato più toccante». Non è per niente emozionato il consigliere regionale più giovane, Eugenio Lai, SEL, compirà 29 anni a maggio, prima però diventerà papà. Stella, la sua bellissima moglie che lo ha accompagnato a Palazzo per il primo giorno, si accarezza la pancia e con gli occhi che brillano spiega: «È una femmina, nascerà ad aprile”.
IL PRIMO GIORNO. 3. Luca Pizzuto arriva di buon’ora. Camicia rossa, jeans, giubbino sportivo beige, neo consigliere di Sel ha un look eccessivamente informale, più adatto a una scampagnata che a un luogo istituzionale.
IL PRIMO GIORNO. 4. Affascinanti, come sono soltanto le donne intelligenti. «Poche ma buone», è il commento pop dagli spalti strapieni. Quattro donne appena nel Consiglio della quindicesima legislatura, tre in maggioranza, una all’opposizione, il 6,66 per cento dei componenti dell’assemblea seduti sparsi in un’Aula strutturata per molti onorevoli in più e che ieri sembrava quasi deserta. Alessandra Zedda, Forza Italia, Anna Maria Busia, , nota avvocatessa, Daniela Forma, 36 anni, imprenditrice, Rossella Pinna, sindaco di Guspini.
IL PRIMO GIORNO. 5. Venti poltrone vuote, sessanta occupate: la XV legislatura, in aula, comincia così, con questo colpo d’occhio. Sarà triste, forse è desolante, ma non era più possibile per la comunità mantenere il vecchio, numeroso, esagerato esercito di onorevoli. Genitori, mogli, fidanzate, bambini in fasce che piagnucolano, altri hanno figli in arrivo: sono i familiari che non possono mancare e da lì a poco impugneranno telefonini e telecamere per l’immancabile album a uso domestico della nuova avventura. Gli altri, i veterani, stavolta in diciotto, hanno azzerato il pathos cinque anni fa, o molto prima.
IL PRIMO GIORNO. 6. Il rito scorre veloce: nome e cognome, in piedi, lo giuro seduto. Se non fosse per l’incertezza dell’indipendentista Gavino Sale che s’inventa un malore e poi altro ancora pur di non sottomettersi alla Repubblica. Fino al richiamo formale del presidente: «Se non giura, decade» e lui, a forza, bofonchierà qualcosa di simile per non perdere il titolo.
IL PRIMO GIORNO. 7. Tutti, comprese le uniche quattro donne, giurano in italiano. Solo Paolo Zedda, Rossomori, sceglie il sardo dopo aver gonfiato i polmoni: Giuru. Finito? Non ancora: allo stesso rituale devono sottoporsi i dodici assessori esterni e anche loro solo ligi al dovere, guardati a vista da chi li ha nominati, Francesco Pigliaru, che siede al centro dell’aula pronto a guidare le operazioni.
IL PRIMO GIORNO. 8. Il voto. Alla terza votazione (scheda gialla) Ganau è eletto, anche se con due voti in meno sui trentasei previsti. Alle 12.21 c’è la proclamazione, l’emozionato discorso d’insediamento e il rinvio a giovedì per nominare l’ufficio di presidenza. La cerimonia è conclusa, riprendono i brindisi, gli incoraggiamenti. Per amarsi o odiarsi ci saranno cinque anni di tempo.
IL PRIMO GIORNO. 9. ARRIVANO LI TATARESI … L’esercito del nord ha invaso l’aula di via Roma. Un assalto pacifico in doppio petto. Con mogli e figli in tribuna a seguire in diretta la conquista del Palazzo. Mai come in questa legislatura ci sono stati tanti consiglieri e assessori che arrivano dal nord e dal centro dell’isola. Sassari non è mai stata tanto vicina a Cagliari. Sassari gode.
Gianni Giovannelli è in trincea da quattro mesi. Come in guerra è pronto a ribattere colpo su colpo. Anche all’ennesima beffa perpetrata due giorni fa alla Camera, che ha negato lo stanziamento di 90 milioni per concedere prestiti a tasso zero ai cittafini delle zone alluvionate. Ora il governo promette di correre ai ripari con il voto al Senato.