L’abbraccio di Cabras ai giganti in pietra

Da  L’UNIONE SARDA, 28.02.2014.

Uno dei Giganti ha il suo nome, Sisinnio. Un omaggio a chi nel marzo di quarant’anni fa li aveva trovati a Sa Marigosa . Sisinnio Poddi, agricoltore settantenne di Cabras, ricorda bene quella mattina: mentre arava il suo terreno vide una “pietra scolpita” nel terreno a fianco. Avvisò subito lo studioso Peppetto Pau. «Era contento come una Pasqua» racconta nella sua azienda agricola nel Sinis, a pochi passi dalla splendida spiaggia di Mari Ermi. A distanza di anni, però, all’agricoltore è rimasto l’amaro in bocca: «Dagli amministratori mai un segno di riconoscenza» dice, «nemmeno negli ultimi incontri che hanno organizzato. E certo non gliel’ho mandato a dire». Sisinnio ha parole di elogio, invece, per le archeologhe impegnate nell’opera di restauro a Li Punti. «Mi hanno chiamato per andare a vedere le statue mentre venivano risistemate e l’ho apprezzato molto. Tant’è che una mattina sono andato a Sassari e le studiose mi hanno fatto visitare il laboratorio. Una di loro mi ha anche fatto vedere la statua che aveva battezzato con il mio nome». Un sorriso di soddisfazione si dipinge nel volto di Sisinnio Poddi che mostra una sorta di rassegna stampa, pubblicazioni, ritagli di servizi giornalistici. Poi si sofferma su alcuni poster, fotoriproduzioni dei Giganti: «Guardi un po’ che belli» dice mentre li osserva con ammirazione. «È un regalo che mi hanno mandato da Roma, alcuni studiosi innamorati delle nostre statue». IL MUSEO Quei giganti che nel pomeriggio del 22 marzo arriveranno al museo civico. Nella struttura in riva allo stagno gli operatori e gli operai del Comune sono al lavoro per fare spazio alle statue. Che finalmente saranno a Cabras dopo una lunga attesa, cominciata appunto quarant’anni fa. Due grandi sale per il nuovo allestimento che prevede le prime statue e modelli di nuraghe. Una fase curata dal Comune in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Cagliari e Oristano. «Sono diverse le sorprese che la mostra riserverà al visitatore» annuncia l’assessore alla Cultura Fenisia Erdas. «In una sala abbiamo anche previsto un sistema multimediale innovativo creato dal gruppo di Visual Computing del CRS4 che si dedica alla ricerca e sviluppo di strumenti interattivi 3D per la visualizzazione scientifica e la simulazione visuale. Il sistema consentirà al pubblico la visualizzazione completa e particolareggiata a grandezza naturale di tutte le statue e dei modelli di nuraghe restaurati». Un modo per offrire ai visitatori, soprattutto i più giovani, una chiave di lettura moderna e integrata con l’esposizione cagliaritana, in vista della costruzione della nuova ala del museo cabrarese già in fase di progettazione definitiva. A integrare i servizi offerti dal museo anche un bookshop e una caffetteria. L’INAUGURAZIONE Arriverà, quindi, a quarant’anni da quella mattina in cui l’agricoltore scorse tra le zolle una “pietra scolpita”. «Proprio quaranta anni fa. Stavo passando per seminare nel mio terreno, quando ho notato una pietra. Mi sono avvicinato per capire meglio: era un busto senza testa. Ho capito subito che avevo trovato un tesoro, l’ho sistemato nel rimorchio e ho chiamato Peppetto Pau. Era contento come una Pasqua». Poi è cominciata la ricerca in quel podere a Sa Marigosa che ha restituito ben 29 statue, nessuna delle quali integra, e 16 modellini di nuraghi: uno straordinario tesoro della civiltà nuragica che ha raccontato tanto di quella epoca lontana. «Sono arrivati in tanti qui nel Sinis» dice Poddi, «ricordo anche una invasione , in senso scherzoso, di due pullman di studenti universitari. Li ho visti scendere e avvicinarsi. “E che cosa state facendo?” avevo urlato loro. Si era avvicinato l’archeologo Momo Zucca per spiegare il motivo della visita. Chiacchierammo a lungo quella mattina e da allora siamo diventati amici». Oggi Sisinnio Poddi non nasconde la soddisfazione dell’imminente arrivo delle statue.

 

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