Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 2, domenica 12 gennaio 2014.
IN CUSTA CHIDA: notiziario della settimana.
Il primo sondaggio di Datamedia per L’Unione Sarda. Notorietà: Cappellacci 80, Murgia 65, Pili 50. Fiducia: Murgia 48, Cappellacci 45; Pigliaru 35; Intezioni di voto: Capellacci 17, Pigliaru 15, Murgia 11; Indecisioni/non voto: 54. Cappellacci ha dichiarato che il suo nemico da battere è Michela Murgia. Ma siamo solo all’inizio.
«Il candidato di oggi, Francesco Pigliaru, è una scelta disperata dell’ultimo momento», attacca Cappellacci. «Ex assessore della Giunta Soru, padre adottivo e spirituale della scandalosa tassa sul lusso, cassata dalla Consulta, il professore mostra di non sapere di cosa si sta parlando nel merito del Piano paesaggistico. Se questo è l’antipasto, la prospettiva futura non fa immaginare niente di positivo».
Scintille tra le anime del movimento ‘zona franca’ divise sulle alleanze elettorali Sono scattate le scintille sulla legittimità per l’utilizzo del logo del Movimento Zona Franca. Le due anime dell’organizzazione si diffidano a vicenda, tirando in ballo la presunta paternità del simbolo.
Passano il vaglio degli uffici della Corte d’Appello di Cagliari 33 simboli su 34 presentati. Dei 33 simboli ufficialmente ammessi, undici fanno riferimento ai partiti nazionali anche se nel caso di Pd e Forza Italia c’è la distinzione con la scritta Sardegna all’interno del contrassegno. Gli altri otto sono Centro democratico, Fratelli d’Italia, Rifondazione comunista insieme ai Comunisti italiani, Sel che riporta il nome del leader del partito Vendola, l’Udc, l’Unione popolare cristiana, l’Italia dei valori (unito ai Verdi) e il Partito socialista italiano. C’è poi il partito Insieme per le autonomie che ha una collocazione di principio ben definita.
«Mi impegno a fare in Sardegna una grande rivoluzione: si può rilanciare l’economia in sei mesi. E finché non ci sarà ripresa, il governatore e i consiglieri non avranno un euro di stipendio il leader di Unidos Mauro Pili.
PARTITI SARDI Sono nove i simboli che rappresentano i partiti nati in Sardegna e anche all’interno del loro contrassegno rimarcano questa caratteristica. In questa categoria ricadono i Socialisti sardi, Fortza Paris, La Base, Partito dei Sardi, Psd’Az, Riformatori, Rossomori, Uds e Unidos.
LISTE CIVICHE Le liste civiche che si presentano alle prossime elezioni regionali sono sei. Due fanno parte della coalizione di Sardegna Possibile a sostegno di Michela Murgia: sono Gentes e Comunidades. Poi c’è Movimento zona franca e Zona Franca lista Maria Rosaria Randaccio: quest’ultima lista appoggia il candidato del centrodestra Cappellacci. La quinta è Mauro Pili presidente, infine c’è Onestà e progresso.
INDIPENDENTISTI Sono sette i simboli che fanno riferimento alla matrice indipendentista e sono Progres, Irs, Soberanistas indipendentistas, Irs Sardigna libera, Meris in domu nosta, Soberania e Fronte indipendentista unidu.
Dalle liste dovranno scaturire i 60 nomi (59 consiglieri più il presidente) e saranno suddivisi in base alle otto circoscrizioni provinciali. A Cagliari spettano 20 seggi (19 più un resto) mentre a Sassari sono 12 (11 più un resto). Alle circoscrizioni di Oristano e Nuoro spettano 6 seggi (5 più un resto), 5 alla circoscrizione Olbia-Tempio e 4 al Medio Campidano (tre più un resto). Carbonia-Iglesias 4 seggi e 2, invece, all’Ogliastra.
Il Movimento artigiani e commercianti liberi Sardegna (Macls) alle prossime elezioni regionali appoggerà Michela Murgia, candidata alla carica di governatore proposta da ProGres.
Nonostante la cassa integrazione autorizzata dall’Inps continui a restare su livelli elevati, con oltre un miliardo di ore autorizzate nel corso del 2013, i numeri sono in diminuzione. I segnali di un’uscita dalla crisi, tuttavia, non sono univoci, tanto più che l’occupazione continua a decrescere a ritmi ben più alti dell’aumento della disoccupazione.
. Il pm Giangiacomo Pilia ha chiuso l’inchiesta sul sindaco Massimo Zedda legata alle vicende del Teatro Lirico. Il Sindaco è nei guai per la nomina dell’ex sovrintendente Crivellenti Cade l’accusa di falso, non quelle di abuso d’ufficio. «Prendo atto con soddisfazione – dal punto di vista umano, etico e politico – di come sulla vicenda della Fondazione Teatro Lirico sia stato fugato ogni dubbio su qualsivoglia influenza esterna che mi avrebbe portato a indicare la signora Marcella Crivellenti come sovrintendente. Emerge con chiarezza la conferma che l’orientamento verso la nomina della signora Crivellenti non sia stato dettato da alcuna pressione politica».
Costi gonfiati per la costruzione di stabilimenti produttivi, macchinari acquistati attraverso contratti falsi e fatture che indicavano prezzi maggiori del reale e operazioni mai compiute, stati di avanzamento lavori per investimenti non realizzati. E ancora: scritture contabili che indicavano elementi passivi per acquisti mai avvenuti, così da pagare meno tasse e ottenere rimborsi Iva non dovuti; prestiti simulati; fatture false per intascare contributi dagli istituti di credito; un intreccio di aziende con sede nell’Isola, nel resto d’Italia e all’estero. Al centro dei fatti, che risalgono a sette anni e mezzo fa, ci sono Francesco Antonio Pibia, 73 anni, di Decimoputzu, e la sua “Decimobio srl”, società che – secondo le accuse – reggeva i fili del gioco insieme con la “Progresso Sardegna 2100 srl
By Franco Salis, 13 gennaio 2014 @ 12:56
Mi impegno a fare in Sardegna una grande rivoluzione: si può rilanciare l’economia in sei mesi. E finché non ci sarà ripresa, il governatore e i consiglieri non avranno un euro di stipendio il leader di Unidos Mauro Pili.” Ma non è che anche Pili abbia avuto una folgorazione sulla via di Damasco, pardon di Cagliari, abbagliato è caduto e ha sbattuto la testa a terra ! Se non si trova in questo stato comatoso, come si permette di prendere in giro i sardi. Tutti gli anni che è stato, in regione non gli sono bastati e ora in sei mesi…. Dimostra tutta la sua povertà e disonestà intellettuale, la prima gli può essere perdonata, la seconda NO: vai in tribunale e ritira la tua candidatura. Non sei degno di chiamarti sardo.