Novas sardas de sa chida, settimanale on-line della Fondazione Sardinia, Anno III, n° 1, domenica 5 gennaio 2014.

IN CUSTA CHIDA: notiziario settimanale della Sardegna.

Poveri consiglieri regionali … del futuro! Fondi ai gruppi. La cassaforte su cui da mesi indaga la procura della Repubblica di Cagliari da ieri non esiste più. È stata svuotata e non ci sarà più chi potrà pescare dal pozzo per organizzare veri convegni o purtroppo anche falsi, o comprare – come sostiene la pubblica accusa – nidiate di maialetti, esclusive penne stilografiche, preziosi libri medievali. Oppure farsi rimborsare la benzina, o peggio ancora pagarsi il banchetto nuziale e le troppe, immancabili cene post-elettorali.

 

Poveri consiglieri regionali … del futuro! 1. Dalla prossima legislatura, i partiti non avranno più a disposizione i 3 milioni abbondanti (erano 6 fino al 2012) del tesoro. A ciascun gruppo saranno solo assegnati i fondi necessari per far fronte ai costi del personale in servizio permanente ed effettivo all’interno del Consiglio. Personale che dovrà essere preso in prestito dalla pubblica amministrazione (è stato bocciato l’emendamento che permetteva la chiamata di collaboratori anche dalle imprese private) e sarà assunto a tempo determinato. Solo gli impiegati, sia chiaro, tutto il resto da ieri è bandito, per non scrivere che è fuorilegge.

 

Poveri consiglieri regionali … del futuro! 2. L’indennità per ciascun consigliere è stata ridotta da 9.263 euro lordi (netto 2.720) a 6.660 (1.986), con risparmio di 2.263 euro (meno 284 euro netti). Il che vuol dire: i 60 consiglieri della XV legislatura (ora sono 80) costeranno alla comunità 396 milioni al mese, poco più della metà di quello attuale, 741 milioni. Rimborso. Dimezzato anche quello forfettario: da 6.508 a 3.850 euro mensili, con un risparmio di 2.658 euro. Nel nuovo capitolo – regolamento da regole ferree – sono state accorpate la diaria, l’integrazione della diaria per i fuorisede (vedi tabella), le spese di segreteria e ancora quelle più misteriose di rappresentanza.

 

 

Poveri consiglieri regionali … del futuro! 3. Ancora più drastica è stata la sforbiciata (da 9.263 euro a zero) per l’aggiornamento annuale finora utilizzato dai consiglieri per spese di documentazione e acquisto di strumenti tecnologici. Sono tutte voci che i consiglieri ora dovranno pagare con il loro stipendio: gli extra sono finiti. Postilla: per gli assessori che non saranno anche consiglieri regionali, è previsto il 70 per cento del rimborso più un bonus di 300 euro.

 

Poveri consiglieri regionali … del futuro! 4. Indennità. Quelle di vicepresidente del Consiglio, questori, segretari, presidenti e vicepresidenti delle commissioni saranno svolte gratis. Quelle a favore del presidente del Consiglio e della Regione è stata ridotta a 2.500 euro al mese, 1.200 per gli assessori.

Poveri consiglieri regionali … del futuro! 5.  Un rigurgito di casta comunque c’è stato: a maggioranza non è passato l’emendamento Arbau-Cuccureddu che azzerava del tutto le indennità.

Poveri consiglieri regionali … del futuro! 6. Beneficenza. Un articolo della nuova legge sui costi del Consiglio prevede che gli eventuali avanzi di gestione (cioè i soldi non spesi) potranno essere devoluti ad associazioni benefiche. Senza essere blasfemi verso credenti e politici, al momento del voto sull’articolo delle buone azioni, nell’Aula sono risuonate le trombe festanti di un inferno ora Paradiso.

 

Si vota il 16 febbraio. Cappellacci ha dato un’accelerata ai tempi del voto  e  le difficoltà dei suoi avversari – del centrosinistra e dei grillini – sono evidenti. C’è qualcuno di molto abile dietro quest’uomo, in continua campagna elettorale come il suo più famoso emulo ed, di nuovo, pigmalione: Silvio Berlusconi.

 

Per diecimila sardi senza lavoro e in mobilità, il 2013 si è chiuso all’insegna dell‘amarezza. È passato più di un anno, ma dei sussidi neppure l’ombra. In Consiglio è stata modificata la legge regionale che ha stanziato un anticipo di 52 milioni di euro, in mancanza dei trasferimenti statali (si parla di 100 milioni di euro) mai arrivati nelle casse della Regione.  Non viene in men te ai politici e ai sindacati sardi la domanda: “E perché agli altri disoccupati no?”.

 

Il centrosinistra – dopo la forazata rinuncia di Francesca Barracciu –  si trova ancora senza un candidato. Tra un mese e mezzo oltre un milione e trecentomila elettori saranno chiamati a rinnovare il Consiglio regionale della Sardegna e a scegliere il presidente. Lo faranno con la nuova legge elettorale. L’impianto prevede una riduzione del numero di consiglieri regionali (da ottanta a sessanta), l’abolizione del listino del presidente, una soglia di sbarramento del dieci per cento per le coalizioni e del cinque per i partiti che si presenteranno da soli, e un premio di maggioranza alla coalizione vincente che otterrà almeno il quaranta per cento dei voti, e che nel caso avrà diritto a 36 seggi su 60.

 

Che la situazione sia anomala nessuno lo nega: a Carloforte si vive da un anno e tre mesi senza sindaco e la vita trascorre come se niente fosse accaduto. O meglio, il sindaco è sempre Marco Simeone, solo che dall’ottobre 2012 è stato sospeso dal Prefetto perché in arresto (da agosto ai domiciliari) con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il crac da quindici milioni di euro della Sept Italia, la società da lui fondata nel 1996 e fallita nel 2010.

«Il centrodestra - scrive Carrus, segretario generale della Cgil – ha anticipato la data del voto con il malcelato intento di sfruttare a proprio vantaggio le difficoltà degli avversari, e si prepara alle elezioni con il proposito della continuità dei responsabili del fallimento politico della legislatura, mostrandosi del tutto indifferente alla questione morale che anima le cronache quotidiane. Il centrosinistra, che invece se n’è fatto carico, tra incertezze e divisioni, ora deve coagulare rapidamente un indispensabile consenso intorno a una persona e a un programma definiti. Altre forze politiche cercano di fare spazio, tra protesta e insoddisfazione, a proposte non ancora chiare o persino poco realistiche per la Sardegna che vorrebbero».

 

 

«La presidenza Murgia segnerebbe una svolta profonda, renderebbe protagonista non solo una donna di grande prestigio culturale, ma anche una generazione nuova rispetto a una classe dirigente che ha fallito». Il giornalista Gad Lerner esprime gradimento verso la candidata di Sardegna Possibile ed è convinto che, dopo il passo indietro di Francesca Barracciu, per evitare di perdere le elezioni, il Pd sardo dovrebbe scommettere proprio su Michela Murgia.

 

«La crisi della tv di Sardegna 1 rappresenta il punto più alto della crisi dell’editoria sarda. Per questo motivo una delegazione dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna si è recata nella redazione dell’emittente televisiva per fare gli auguri di Capodanno ai colleghi, auguri che sono stati estesi a tutti i giornalisti che nell’isola soffrono a causa di difficoltà aziendali e lottano per il diritto del posto di lavoro», lo ha detto il presidente dell’Ordine regionale, Filippo Peretti.

 

Oltre venti minuti a disposizione, eppure, nel corso del messaggio di fine anno, Giorgio Napolitano non ha trovato il tempo per ricordare l’alluvione in Sardegna né i suoi morti. Si è dimenticato, il presidente della Repubblica, di citare le diciotto vittime del 18 novembre scorso. Noi sardi davvero figli di un dio minore.

L’Expo Universale 2015 di Milano ha scelto il litorale del Poetto come la spiaggia ufficiale della manifestazione. L’intesa è stata raggiunta nei giorni scorsi tra la Camera di Commercio cagliaritana e gli organizzatori dell’evento mondiale che si terrà, dal primo maggio al 31 ottobre 2015 principalmente nel capoluogo lombardo, ma ospiterà eventi e iniziative satelliti in tutta Italia.

 

 

 

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