La lezione della tv di Oslo e della Fallaci: io devo rispettare la tua religione, tu non hai alcun dovere di rispettare la mia, di Angelo Panebianco.

De te fabula narratur. Quanto è accaduto in Norvegia la setti­mana scorsa richiederebbe, in Europa, una seria discussione su ciò che ci aspetta. Una.nota giornalista televisiva ha rischiato il licenziamento

a causa delle proteste della comunità musulmana, La sua colpa: portava al collo una catenina con la croce mentre era in video. La giornalista ha dovuto rinunciarvi. Si aggiunga che la televisione pubblica per cui lavora manda regolarmente in video preghiere islamiche. Sono le delizie del multiculturalismo: io devo rispettare la tua religione, tu non hai alcun dovere di rispettare la mia.

Le stesse delizie le proveremo fra poco an­che noi in Italia, come accade da anni, con l’avvicinarsi del Natale. Anche quest’anno, sicuramente, tante maestre si industrieran­no di apparire politicamente corrette, evi­tando di dare a scuola un qualsiasi rilievo alla festa natalizia (niente albero di Natale, presepe ecc.). Per non ferire, si capisce, i sentimenti degli alunni di fede musul­mana Ottenendo così il risultato di far lievitare il disprezzo dei credenti musulma­ni per gli italiani, e gli europei in genere: chi ha tradizioni in cui crede sul serio non può che disprezzare chi mostra una così sovrana indifferenza per le proprie.

È evidente che, dato l’atteggiamento (un misto di remissività e di paternalismo) di tanti europei nei confronti degli immi­grati musulmani, i casi come quello della giornalista norvegese si moltiplicheranno man mano che cresceranno radicamento e forza numerica delle comunità isIamiche europee. Se non vi si pone rimedio in tem­po mettendo paletti e facendo “patti chiari” arriverà il momento in cui esploderanno conflitti molto insidiosi e pericolosi. E a me pare che tanti intellettuali contribuisca­no, per conformismo, ad avvicinare quel momento. Mi è capitato recentemente, per esempio, di leggere una recensione di un libro dedicato alla vita di Oriana Fallaci. Il recensore sosteneva che l’ultima Fallaci era diventata xenofoba e aveva abbandonato

 

Gli ideali di gioventù, quelli che la spinsero, giovanissima, a partecipare, nei ranghi di Giustizia e Libertà, alla Resistenza. Due bugie. La prima: l’ultima Fallaci non era affatto xenofoba, non era contro gli “stranieri”. Si opponeva invece alla militanza islamica. Anche con qualche esagerazione, certamente. Ma, comunque, meglio lei che tanti seplcri imbiancati. La seconda bugia: lungi dall’aver abbandonato gli antichi ideali, la Fallaci pensava che le minace più serie alla libertà per la quale aveva com­battuto da giovane venissero ora proprio dalla militanza islamica. E non è affatto sicuro che si sbagliasse. Ma, natura1mente, non si può pretendere che gli intellettuali politicamente corretti; e sempre attenti a non disturbare i prepotenti, possano ammetterlo.

 

(da  SETTE,  il settimanale de Il corriere della sera, 29 novembre 2013, numero 48, pag. 26)

 

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