UNA POLITICA CULTURALE DIVERSA PER ALGHERO E LA SARDEGNA Intervista a Diodato Arru, compositore e chitarrista, di Federico Francioni

 

Pubblichiamo di seguito un’intervista al musicista  Diodato Arru; non ne condividiamo tutti i passaggi e soprattutto il severo giudizio sui festival jazz, ma riteniamo comunque, nel solco della tradizione pluralista di “Camineras”, che queste dichiarazioni possano offrire spunti al dibattito sulla politica culturale delle istituzioni in Sardegna. (La redazione di Cammineras)

Biografia

Diodato Arru studia chitarra classica e composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma, specializzandosi successivamente in diversi corsi in Italia e all’estero. Parallelamente, frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia “La Sapienza” in Roma. E’ attivo prevalentemente nel campo della musica contemporanea, sia come solista che come compositore; collabora con prestigiose istituzioni musicali, enti concertistici, università, interessandosi particolarmente dell’aspetto multidisciplinare della ricerca musicale. Da diversi anni, i suoi interessi si sono orientati sull’indagine del rapporto tra il suono e il colore, attivando un sodalizio artistico con il pittore campano Nicola Marotta, con il quale ha lavorato a diversi progetti sul fronte della sonorizzazione di esposizioni pittoriche, unitamente alla cura di aspetti didattici e di divulgazione delle tematiche della ricerca artistica contemporanea. Collabora come compositore e chitarrista con diversi e prestigiosi solisti, gruppi cameristici e sinfonici, prestigiosi compositori italiani e stranieri, dedicandosi inoltre alla divulgazione della nuova letteratura chitarristica con concerti i Italia e all’estero.  Dall’estate 1994, è docente ai corsi internazionali di composizione musicale “Veruela Musica Viva”, diretti dalla compositrice navarra Teresa Catalàn, insieme al compositore chitarrista cubano Leo Brouwer e al musicologo israeliano Yizhak Sadai. E’ attualmente direttore artistico di un progetto europeo di divulgazione della musica del nostro tempo “L’Espiritu de Veruela”.

 

Camineras. Da tempo ti sei intensamente impegnato per realizzare ad Alghero un qualificante progetto artistico-musicale, ma ultimamente hai espresso tutta la tua delusione per il mancato approdo, diciamo così, nella tua città di un’iniziativa a cui tenevi e tieni moltissimo.

Diodato Arru. È proprio così. Mi riferisco al corso internazionale di composizione musicale “Veruela musica viva”, nato nel  1994 su proposta della compositrice navarra (di Pamplona) Teresa Catalan. Tale corso si è svolto dal ‘94 al 2004 nella prestigiosa sede  di Nostra Signora di Veruela, località di rara bellezza, situata ai piedi del Monte Moncajo, a ottanta chilometri da Saragozza. L’iniziativa ha visto negli anni la partecipazione di compositori di indubbio prestigio internazionale, come il cubano Leo Brouwer, l’inglese George Benjamin, l’israeliano Yizhak Sadai, il messicano Julio Estrada e tanti altri. Sono stato, per la cronaca, l’unico docente italiano. Oltre a questi nominativi occorre citare vari gruppi cameristi e solisti, provenienti da diverse parti d’Europa e del mondo: Plural Ensemble di Madrid, Nigel Kennedy, gruppo Enigma di Saragozza, Diego Fernandez Magdaleno ed altri. Il corso si è poi trasferito a Madrid, in contemporanea col trasferimento nella capitale spagnola della stessa Catalan, diventata docente presso il Conservatorio superiore “Reina Sofia”.  Nel 2008 è nato un progetto italiano in collaborazione con l’istituto spagnolo di cultura “Cervantes” che ha diverse sedi in Italia (Milano, Roma, Napoli e Palermo), progetto che è stato presentato a Roma nella sede dello stesso “Cervantes”, in piazza Navona, con una conferenza  stampa. La direzione artistica è stata affidata al sottoscritto.  Dopo diversi incontri e concerti – tenutisi anche in Sardegna ed in particolare ad Alghero – la nostra isola è stata scelta come sede stabile dell’attività didattica e concertistica di “Veruela musica viva”. È nato così un dialogo con le istituzioni ed  in particolare con l’amministrazione comunale di Alghero, cui è stata prospettata l’opportunità che il nostro centro potesse ospitare i corsi ed i relativi concerti di questa prestigiosa rassegna. Il progetto è stato delineato e spiegato nei suoi molteplici aspetti: grande evento culturale con positive ricadute, sia di immagine (in ambito internazionale), sia di tipo economico e turistico. Era previsto che i corsi fossero ospitati nella sede del parco di Porto Conte, luogo di eccellenza ambientale. Alghero avrebbe dovuto ospitare concerti la cui programmazione prevedeva numerose prime assolute mondiali.

CaminerasQuali sono stati i riscontri e gli sviluppi della vostra azione?

Arru. Dopo le interlocuzioni di cui ti dicevo e dopo gli impegni assunti in campagna elettorale da parte dei candidati-sindaci (faccio riferimento in particolare alla conferenza-stampa da me organizzata nel maggio 2012 presso la Facoltà di Architettura ad Alghero, che tu hai seguito), si è arrivati all’insediamento della giunta guidata da Stefano Lubrano, con Romina Caula assessore alla cultura. Bene, il governo della città ha da tempo assunto un atteggiamento davvero sconcertante, di colpevole indifferenza rispetto alla valenza ed al significato della nostra proposta.

CaminerasPossibile, mi viene da pensare, che gli amministratori algheresi non vi abbiano mai detto con chiarezza che erano spaventati dalla consistenza del finanziamento da erogare?

Arru.  Intanto, sia ben chiaro, noi non abbiamo mai pensato che la cifra complessiva – si trattava di stanziare 110.000 euro – dovesse ricadere solo sulle spalle dell’amministrazione municipale. Chiedevamo piuttosto alla giunta Lubrano, all’ente ospitante, una inequivocabile manifestazione di interesse per  il progetto che si doveva concretizzare nell’organizzazione di una conferenza di servizi con altri soggetti – la Provincia, la Regione, ecc. – per pianificare l’intervento nei suoi diversi risvolti ed assicurare così alla città ed all’isola la realizzazione di quanto ci stava a cuore. Dopo diverse istanze formali non è pervenuta, da parte della giunta Lubrano, risposta alcuna, a parte un generico invito all’azione, contenente pretestuose motivazioni di carattere economico che esulavano dalle motivazioni e dal pacchetto di proposte degli organizzatori. Bisogna infatti chiarire, ancora una volta, che il problema non era e non è di natura economica. Coloro che governano la città non hanno voluto e/o saputo cogliere l’opportunità e l’importanza di collocare questo evento ad Alghero. Alla luce poi delle iniziative culturali ed artistiche supportate in vario modo da questa giunta possiamo giungere alla conclusione che il nostro progetto mal si conciliava con una politica che non esito a definire di basso profilo.

CaminerasVenuta meno l’ipotesi di portare ad Alghero un progetto come “Veruela musica viva”, cosa avete pensato di fare? A quali interlocutori vi siete rivolti?

Arru. Malta, come importante isola del Mediterraneo, era la seconda opzione; ora, insieme alle istituzioni artistico-culturali maltesi, stiamo in effetti definendo la possibilità che la nostra proposta venga realizzata lì, coinvolgendo in particolare i centri di La Valletta e Medina, località ricche di attività che ben si prestano a ospitare la nostra rassegna. È sicuramente paradossale tuttavia che un progetto italo-sardo-spagnolo debba emigrare a Malta. Come animatore, direttore artistico, docente e compositore, come sardo ed algherese che ama la sua città e la sua terra, sono profondamente rammaricato che non ci sia  stato uno sbocco concreto alle proposte che abbiamo formulato. Eravamo e siamo convinti che la Sardegna non sia, non debba essere una discarica culturale, ma possa diventare una terra esportatrice, irradiatrice di tanti stimoli culturali, musicali ed artistici.

CaminerasAvete cercato il dialogo con la Generalitat, il governo autonomo di Catalogna, che opera in un contesto storico-geografico così ricco, stimolante ed anche tradizionalmente munifico per l’arte, la musica, il teatro?

Arru. Le risposte positive ci sono state. Personalmente ho cercato di coinvolgere la Generalitat ed in particolare il direttore del Centro “Ramon Lull”, che è Joan Adell, operante ad Alghero. Si è mostrato molto interessato all’iniziativa e ha partecipato a diverse conferenze-stampa. Noi abbiamo cercato di far incontrare sul piano progettuale il centro Ramon Llull ed il “Cervantes”, cioè, diciamo così, un soggetto culturale catalano ed uno castigliano. Devo riconoscere che entrambe queste componenti hanno manifestato disponibilità per una concreta collaborazione. Io stesso ho avuto diversi colloqui positivi con Adell: penso soprattutto ad una conferenza-stampa tenutasi l’8 ottobre 2011 all’hotel “Las Tronas”, cioè presso il Consolato onorario di Spagna ad Alghero (la si può vedere su you tube).

Camineras. In ultima analisi ci sembra che tu attribuisca responsabilità determinanti all’attuale governo della città che si è mostrato del tutto sordo alla proposta di portare ad Alghero un qualcosa di analogo a “Veruela musica viva”.

Arru. Sì e mi assumo tutte le responsabilità di una critica dura; vorrei stigmatizzare in particolare lo sconcertante atteggiamento del sindaco  Lubrano che pure, come ho detto in precedenza, durante la campagna elettorale si era apertamente dichiarato disponibile; successivamente, dopo l’insediamento della sua giunta, non solo ha assunto un atteggiamento pilatesco, ma ha delegato tutto al suo assessore alla cultura, supportato, diciamo così, da lanzichenecchi telematici. In tal modo abbiamo ricevuto risposte assolutamente fuorvianti, depistanti rispetto alla concreta realtà dei problemi economici, organizzativi, delle sinergie, degli enti con cui collaborare.

CaminerasAttualmente in quali attività sei impegnato?

Arru. Sono impegnato nella scrittura di un quartetto d’archi, nato da un incontro, anni fa, col drammaturgo José Sinisterra, durante il seminario “La scena senza limiti” di cui ero il curatore musicale. Inoltre sto curando la prima italiana di un mio pezzo per flauto ed archi, che sarà  eseguito dall’orchestra “Chambre de Lyon” con la flautista Claudine Leroux. Nel 2014 saranno trascorsi dieci anni dagli esordi del progetto multimediale di pittura, musica e spazio, in collaborazione col pittore Nicola Marotta  e con l’architetto Antonello Marotta. Insieme stiamo preparando la rimodulazione dell’evento artistico per alcuni importanti spazi come l’Accademia di Ungheria in Roma e per altri luoghi espositivi, sia di Roma, sia di Firenze.

CaminerasMi sembra di aver capito, in seguito ad altri nostri precedenti colloqui, che da anni ormai la Sardegna soffra di un deficit di partecipazione alle vicende della musica contemporanea, della composizione e della concertistica.

Arru. Certamente: a parte le esperienze storiche di “Spaziomusica” a Cagliari e di ”Nuova Musica” ad Alghero, da me diretta e fondata, abbiamo assistito, in questi anni, al drastico ridimensionamento della musica contemporanea in Sardegna, mentre vediamo diffondersi attività jazzistiche o parajazzistiche, a volte col pretesto dell’etnia, che riscuotono – al di là del loro effettivo valore – una risonanza, un acritico consenso presso le istituzioni pubbliche ed arrivano a configurare una sorta di lobby del contributo, in grado di usufruire di spartizioni monopolistiche. Sia chiaro: questo è un giudizio estetico personale, che si riferisce anche all’attenzione che questo tipo di iniziative ha avuto presso le istituzioni pubbliche e la stampa locale. Invece alcune esperienze di ricerca e concertistiche davvero importanti sono state abbandonate a se stesse e sono morte per inerzia istituzionale. È così venuto meno il  Cern di Sassari, fondato dal compositore sassarese Antonello Doro; sono stato coordinatore del Comitato artistico di questo centro di ricerca che – mi sembra semplicemente doveroso ricordarlo – si è avvalso negli anni passati di prestigiose collaborazioni internazionali ed ha partecipato a festival e simposi.

 

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    1 Comment to “UNA POLITICA CULTURALE DIVERSA PER ALGHERO E LA SARDEGNA Intervista a Diodato Arru, compositore e chitarrista, di Federico Francioni”

    1. By Mario Gesuino, 23 ottobre 2013 @ 17:07

      Il Maestro Arru, ha pienamente ragione! Quello che dice é vero. Ma come si fa aed essere cosi miopi per lasciarsi sfuggire occasioni simili di,cultura,musica, e di conseguenza,cosa non secondaria, quella di far conoscere la città di Alghero all’estero? Vogliamo e chiediamo con molti sforzi (sia degli imprednitori turistici che quelli del commercio e divertimento) che si faccia qualcosa per far venire la gente in città, e poi quando ci si presentano situazioni simili che,attraverso questi grandi maestri della musica, direttori d’orchestra, etc, possono attrarre il turismo (non solo quello culturale), le amministrazioni diventano latitanti. Ha fatto bene il maestro Arru,seppur credo a malincuore, esportare tali manifestazioni a Malta. Per colpa di certi amministratori, incapaci, e culturalmente ignoranti, la città di Alghero sta affondando nel Nulla!!