Cabudanne de sos poetas, Seneghe 5/8 settembre 2013
CABUDANNE DE SOS POETAS
SENEGHE
Giovedì 5 settembre
Ore 19, luogo da definire
Esito del laboratorio di teatro non-scuola a cura di Roberto Magnani del Teatro delle Albe
Ore 21.30, Putzu Arru
Esito del laboratorio di musica a cura di Francesca Amati, Glauco Salvo, Lea Tommasi ed Enrico Zambon
Ore 22.30, Partza de sos ballos
Gisèle Pierra Dai poeti provenzali all’Ottocento
Ore 24, Piazzetta Su Lare
Il racconto della buona notte
Guido Catalano e Matteo Castellan Piuttosto che morire m’ammazzo (live)
Dj set
Venerdì 6 settembre
Ore 11, Prentza de Murone
Giacomo Serreli e Marco Lutzu
Alle origini dell’etnomusicologia sarda: breve storia di un secolo di registrazioni
Ore 17, Putzu Arru
Incontro con la poetessa Ida Vallerugo
Ore 18.30, Partza de sos ballos
Alessandro Giammei dialoga con i poeti Roberto Concu e Giambattista Piroddi
Ore 21, Partza de sos ballos
Recital dei poeti Jaume Pons Alorda e Anna Gual Infinita la carícia que ha de venir (Cabudanne Remix)
Ore 22.15, Partza de sos ballos
Quarant’anni di Premio Tenco, 80 grandi protagonisti della canzone d’autore italiana e mondiale in un montaggio video di frammenti dal vivo ripresi al “Tenco”, a cura di Sergio Farinelli e Enrico de Angelis. Introducono il direttore artistico del Club Tenco, Enrico de Angelis, e Lea Tommasi
Ore 24, Piazzetta Su Lare
Guido Catalano e Matteo Castellan Piuttosto che morire m’ammazzo (live)
Dj set
Sabato 7 settembre
Ore 10, Prentza de Murone
Franco Fabbri Il folk revival e la dialettica tra folk e pop: una panoramica su anni e luoghi cruciali
Ore 11.30, Prentza de Murone
Incontro con la poetessa Annalisa Manstretta
Ore 17, Biblioteca comunale
Leonardo Sonnoli Come rubare ai poeti, conferenza
Ore 18.30, Partza de sos ballos
Incontro con la poetessa Chandra Livia Candiani
Ore 21, Partza de sos ballos
Tore Cubeddu, Franco Loi e Gabriella Caramore incontrano il regista Giovanni Columbu. A seguire, proiezione del film Su Re
Ore 24, Piazzetta Su Lare
La lettura della buona notte
Iosonouncane
Dj set
Domenica 8 settembre
Ore 10, Prentza de Murone
Gabriella Caramore dialoga con Mariangela Sedda e Bruno Tognolini su Come un bambino. Saggio sulla vita piccola
Ore 11.30, Prentza de Murone
La poesia della vita
Ore 16, Prentza de Murone
Bruno Tognolini Rime raminghe
Ore 17.30, Putzu Arru
Franc Ducros Tommaso Campanella
Ore 19, Partza de sos ballos
Le poetesse Franca Mancinelli, Rossana Abis e Annalisa Teodorani leggono i loro testi
Ore 21, Partza de sos ballos
Menoventi InvisibilMente, spettacolo teatrale
Ore 22.30, Partza de sos ballos
Arturo Stàlteri For Amusement only, concerto per piano
Ore 24, Piazzetta Su Lare
La lettura della buona notte
Vincenzo Vasi e Valeria Sturba OoopopoiooO
Dj set
I LUOGHI E I TEMPI DEL FESTIVAL
Chi non ha mai preso parte al festival della poesia di Seneghe, non chieda notizie in giro! L’ideale sarebbe raggiungere il luogo completamente a digiuno di informazioni, almeno quelle geografiche e logistiche. L’effetto sorpresa è assicurato. Solo qualche piccolo indizio: Partza de sos ballos, S’arruga de Putzu Arru, Prenza de Murone, Piazzetta Su Lare sono i luoghi in cui è possibile
scambiare due chiacchiere con i poeti e partecipare agli incontri. Attenzione, Seneghe non ha alberghi. C’è una sola possibilità: farsi accogliere e lasciarsi travolgere dall’ospitalità della gente del luogo.
Dal 5 all’8 settembre, le quattro giornate del festival saranno scandite dai diversi appuntamenti. Di mattina, a partire dalle undici; di pomeriggio, mai prima delle sedici; di sera, dopo le venti, e di notte, fino all’alba del giorno dopo.
Partecipare al festival significa lasciarsi coinvolgere completamente, senza l’obbligo di guardare l’orologio.
LA NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2013
Dopo nove anni di attività, gli organizzatori del Cabudanne hanno deciso di affidare la direzione artistica del festival ogni anno a un poeta differente.
Il ruolo, che il prossimo anno verrà ricoperto da Mariangela Gualtieri, è stato quest’anno affidato a Franco Loi, al cui fianco ha operato un gruppo ideativo composto da Mario Cubeddu, Tore Cubeddu, Silvia Loddo, Nicola Lotta, Roberto Magnani, Luca Manunza, Myriam Mereu, Pino Martini, Lea Tommasi, Flavio e Paola Soriga. Proprio a Loi si deve la scelta di coinvolgere un così copioso numero di poetesse, scelta che lui stesso spiega con queste parole:
“Da circa nove anni si svolge a Seneghe un festival di poesia- Cabudanne de sos poetas- per me tra i più importanti, con un programma insieme attento alle tradizioni sarde e a quanto viene presentato di nuovo nel segno della poesia. Ma un altro motivo giustifica questa mia preferenza: la capacità di coinvolgere i giovani di ogni età e la gente che lavora.
Anche per questo, rispondendo ad un invito degli organizzatori, mi è parso utile proporre quest’anno la poesia di cinque donne di provenienza e formazione molto diverse tra loro. Ciò che le unisce, oltre la qualità del loro fare (poiein), è l’attenzione incessante a ogni esperienza esterna ed interiore nell’amoroso trascorrere della vita. Lo rileva con acutezza Milo de Angelis quando sottolinea, per l’ultimo libro di Franca Mancinelli, che sembra scritto in una stanza con la finestra socchiusa, da dove può appunto, oltre all’aria, filtrare qualsiasi altra forma di vita. Ed è proprio, questa di Milo, un’analogia a quanto scrissi diversi anni fa per Ida Vallerugo, sia pure con un’altra metafora: una voce che sembra il sudore di un’anima tesa a dialogare con l’essenza stessa delle cose.
E ciò che abbiamo premesso in queste poche righe non è forse inerente alla sostanza stessa della poesia? Giacchè ciò che costituisce la nostra esperienza si risolve in un’attenzione a tutto ciò che promana dal mondo degli uomini e della natura e dal mare incolmabile del nostro inconscio personale che tutto raccoglie dalla complessità di quel mondo. Un aspetto che è ben reso dai versi di Annalisa Manstretta: Anche se volessi accogliere tutto in un solo sorriso,/ abbracciare il mondo in un unico abbraccio….c’è il vento che schiamazza a lungo nel cuore della notte.
Certo in poesia si parla comunque della nostra esperienza, ma essa ci insegna sempre qualcosa che la nostra mente non riesce a recepire. Come dice Benedetto Croce, in un paragone tra il fare poetico e quello filosofico: è la cosa che pensa se stessa in noi, o, come dice Livia Candiani: Rondine senza capo né coda/ puro volo. Un fare che testimonia pure Rossana Abis in una sua bella lettera, aggiungendo qualcosa di molto profondo: Come se il poeta solo in parte fosse responsabile di ciò che attraverso suo tramite desidera venire in esistenza. Tuttavia, giacché la poesia non è soltanto pensiero, ma musica di parole ed esperienza tangibile, è necessario dare un corpo e una chiara espressione sociale al nostro dire, mi pare qui opportuno citare cinque versi di Annalisa Teodorani: Le parole colano/ nel lamento della madre./ E penso al nonno/ ossa e calce/ dopo quarant’anni di fornace, che lei arricchisce della lingua materna di Romagna, quasi a dar corpo a quanto dice Leopardi nello Zibaldone che il poeta dovrebbe ascoltare il popolo quando parla, perché più vicino alla natura e privo di logica”
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