L’UNIONE SARDA e LA NUOVA SARDEGNA scrivono del convegno del 3 giugno.
I quotidiani di Sassari e di Cagliari hanno annunciato, rispettivamente il 30 aprile e il 20 maggio scorsi, il convegno di Seneghe del prossimo 3 giugno. E’ simpatico il fatto che, per motivi differenti, entrambi abbiano sbagliato le date. Nel primo caso la ‘colpa’ non è la nostra, nel secondo ne abbiamo una parte. Siamo comunque grati a entrambi dell’attenzione.
OGGI TAVOLA ROTONDA A SENEGHE
Sardegna al bivio. Idee e programmi contro il declino.
di Pietro Gori
SENEGHE. Nella Casa Aragonese a Seneghe si svolgerà – oggi a partire dalle 9,30′~ un incontro sui temi più urgenti del dibattito pubblico in Sardegna. «Un incontro che si pone in continuità ~ spiega il sociologo Salvatore Cubeddu, tra i promotori dell’iniziativa ~ con il seminario del’ 25 marzo scor¬so, svoltosi sempre a Seneghe, che ha segnato un importante momento di per riflessione sul rapporto tra il processo . che ha portato all’unità d’Italia e la storia della Sardegna. E’ nata così l’esigenza di proseguire la riflessione e. di orientarla verso i temi più urgenti della realtà sarda, nella prospettiva di approfondire l’analisi e di rinforzare sia la speranza progettuale e sia le proposte. programmatiche». «In riferimento a “Sa diede sa Sardigna” appena festeggiata – prosegue .Cubeddu – si è pensato di formulare cinque domande, in analogia con le cinque questioni sollevate di fronte al re nel 1793, alle origini, per così dire, della fase vertenziale della Sardegna moderna».
Sono cinque domande che investono aspetti istituzionali, sociali, economici e culturali. Innanzitutto la questione istituzionale, con i problemi dell’elaborazione dello Statuto sardo e della forza contrattuale dell’isola verso Stato. In secondo luogo, la questione sociale, che parte dal dramma della disoccupazione, soprattutto giovanile, e tocca questioni come lo spopolamento dei piccoli comuni dell’interno e la drammaticità della crisi industriale. Una terza domanda riguarda il modello di sviluppo: valorizzazione delle risorse locali, calcolato investimento nell’eolico e nel solare, questione dei trasporti che condiziona anche lo sviluppo turistico. Quarto tema, il ruolo degli intellettuali, come impegno sociale e come produzione culturale che investa l’economia e l’innovazione tecnologica delle forme produttive. Quale ruolo possono esercitare gli intellettuali nella formazione dell’opinione pubblica e nella riformulazione radicale dell’educazione scolastica in Sardegna? ‘La domanda conclusiva è sulla qualità della politica sarda e sulla sua incidenza nei confronti dello Stato a difesa degli interessi della Sardegna. «Tocchiamo ogni giorno con mano ~ dice Salvatore Cubeddu – i limiti della politica sarda, vediamo chiaramente che la Sardegna è abbandonata dallo Stato e mal governata. Ciò é dovuto al modesto peso dei parlamentari sardi nel governo e nel parlamento italiano, nonché alla scarsa autorevolezza, anche personale, degli uomini politici sardi, sia nell’ambito dei diversi partiti, sia nei giuochi di potere. Per non parlare della debolezza politica della giunta e del Consiglio regionale rispetto alle decisioni economiche e finanziarie del governo centrale. Le responsabilità di questa situazione sono tante e vengono da lontano. Ma non ci interessa ora soffermarci sulle mancanze dei protagonisti della politica. I discorsi che al momento ci appaiono pressanti sono i programmi e le azioni capaci di portarci al di là della presente situazione».
Tutti i temi. al centro della discussione di oggi a Seneghe saranno introdotti da studi specifici e arricchiti da molteplici contributi e da intervénti 1iberi, anche del pubblico. Tra i partecipanti: Bachisio Bandinu, Antonio Buluggiu, Vittoria Casu, Placido Cherchi, Mario Cubeddu, Giuseppe Doneddu, Federico Francioni, Piero Marcialis, Piero Marras, Luciano Marrocu, Alberto Merler, Maria Antonietta Mongiu, Michela Murgia Maria, Lucia Pìga, Paolo Pìllonea, Vindice Rìblchesu.
Domattina nella Casa Aragonese si terrà un convegno-dibattito
Seneghe, sas chìmbe preguntas
di Joseph Pintus
Parte da Seneghe la riscossa economica, sociale e politica per la Sardegna. Proprio nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia che ebbe i prodromi nel Regno di Sardegna, storici, antropologi, sociologi, giornalisti e intellettuali sardi dibatteranno domattina alle 9.30 presso la Casa Aragonese della crisi sociale ed economica che attanaglia l’Isola e formuleranno cinque domande, come sas chimbe preguntas rivolte dai Sardi al Re nel 1793, a cui classe politica e intellighenzia regionali dovranno rispondere. Partendo da Sa die de sa Sardigna e approdando all’indipendenza italiana i firmatari del documento “Faghimus s’istoria: sas chimbe preguntas … “, si interrogano sul percorso sociale, economico e politico da intraprendere per dare risposte concrete ai problemi del popolo sardo”.
Cinque questioni fondamentali che investono le istituzioni, il sociale, l’economia, la cultura, da risolvere con carattere di urgenza: dalla questione dello Statuto Sardo al dramma della disoccupazione, dallo spopolamen¬to dei paesi dell’interno alla crisi industriale, per arrivare alla necessità di un modello di sviluppo locale. Senza dimenticare il ruolo degli intellettuali e dei politici. Sarà il secondo appuntamento dopo quello del 25 marzo, sempre a Seneghe, per proseguire la riflessione storica e sociale sui temi più urgenti della società sarda con l’intento di approfondire l’analisi, sensibilizzare il governo regionale, e stimolare i cittadini alla partecipazione. Firmatari: Bachisio Bandinu, Antonio Buluggiu, Luciano Carta, Vittoria Casu, Placido Cerchi, Alberto Contu, Gianfranco Contu, Mario Cubeddu, Salvatore Cubeddu, Giuseppe Doneddu, Federico Francioni, Gianni Loy, Piero Marcialis, Piero Marras, Luciano Marrocu, Alberto Merler, Nicolò Migheli, Maria Antonietta Mongiu, Giorgio Murgia, Michela Murgia, Paolo Mugoni, Maria Lucia Piga, Gianfranco Pintore, Paolo Pillonca, Mario Puddu, Vindice Ribichesu, Andrea Vargiu.