Censimento della popolazione sarda nel 2011: stesso numero, più anziani e cittadini, con più forestieri.

Articolo di Matteo Sau su L’UNIONE SARDA 28/03/2013: Triplicati gli stranieri nell’Isola Popolazione sempre più vecchia. Pressione demografica su Cagliari ma solo durante la mattina.


Sono gli stranieri residenti in Sardegna ad aumentare rispetto alla popolazione italiana. I dati ufficiali del Censimento Istat del 2011 evidenziano, a distanza di dieci anni dall’ultima rilevazione, che il numero dei residenti è cre­sciuto di poco, arrivando a 1.631.880 e che il leggero incre­mento, pari allo 0.5%, dipende dall’ aumento della popolazione straniera che in dieci anni è tri­placata. Cresce, in generale, an­che la percentuale dell’indice di vecchiaia che rappresenta il rap­porto tra le persone ultra sassan­tacinquenni e i ragazzi con meno di 15 anni. Sono variabili, invece, le dinamiche di aumento e diminuzione della popolazione: l’au­mento più corposo si è avuto nel­la provincia di Olbia Tempio con +8.8% mentre la provincia col dato più negativo è quella del Me­dio Campidano con un -3.9%. In dieci anni cambia anche il ruolo dei grandi comuni, Cagliari e Sas­sari su tutti, caratterizzati dalle dinamiche dell’ area vasta, ve­dendo aumentare la popolazione in transito dai centri limitrofi du­rante le giornate lavorative. Ieri mattina, a Cagliari, sono stati presentati e commentati i primi dati ufficiali del censimento.

STRANIERI. È la popolazione straniera residente a caratteriz­zare uno dei dati più evidenti del­la rilevazione statistica. In dieci anni, la Sardegna ha visto au­mentare il numero di stranieri da 10.755 del 2001 ai 30.672 del 2011. Stessa cosa per quanto ri­guarda l’incidenza degli stranie­ri per ogni mille abitanti: da 6,6 si è passati al 18,7. È la provincia di Cagliari a ospitare il maggior numero di stranieri (lO,229), se­guita da quella di Olbia Tempio che, però, ha il primato di 50 stranieri per ogni mille abitanti.

Dunque, è nelle province di Ca­gliari e Olbia Tempio che si con­centra la gran parte della popola­zione straniera (58% del totale), con particolare concentrazione in alcuni comuni costieri della Gal­lura. La provincia dell’Ogliastra, fanalino di coda anche per il nu­mero totale dì abitanti, ha il mi­nor numero di stranieri residen­ti che sono 700. Da sottolineare che l’aumento della popolazione straniera è avvenuto, seppur con alcune differenze numeriche, in tutte le otto province. Nonostan­te l’incremento e l’aumento degli stranieri per ogni mille abitanti, la Sardegna si discosta dai dati a livello nazionale per quanto ri­guarda il meridione e le isole che registrano un’incidenza, rispettivamente, di 27,7 e 23,4 stranieri ogni mille residenti. Questo feno­meno conferisce all’isola, secon­do il parere degli esperti del­l’Istat, «una progressiva mutazio­ne nel profilo demografico della popolazione sarda, sempre più simile alle aree del nord Italia più che a quelle meridionali».

VECCHIAIA. Negli ultimi dieci anni la popolazione sarda è note­volmente invecchiata. Anche in questo caso è la popolazione stra­niera a compensare la fascia d’età che perde maggiore consi­stenza: dai 15 ai 39 anni. L’indi­ce di vecchiaia, nell’intera regio­ne, è aumentato dal 116.1% al 164.1 %. Conseguenza di questo dato è la percentuale dell’indice di dipendenza che per i giovani passa dal 19.8% al 18,1%, men­tre per gli anziani varia dal 23% al 29.6%. La distribuzione sul ter­ritorio è decisamente omogenea, seppure vi siano alcune differen­ze legate soprattutto alle caratte­ristiche dei centri urbani. In pro­vincia di Cagliari si concentra il maggior numero di giovani nella fascia d’età compresa tra i 15 e 39 anni con un numero di resi­denti pari a 169.590. Le provin­ce che hanno fatto registrare il maggiore aumento dell’indice di vecchiaia, sono quella di Carbo­nia Iglesias, con un incremento del 67.9% , dì Oristano 60.1% e del Medio Campidano con 58.5%. Nella fascia tra il 40 e 50% tutte le altre province tran­ne quella di Olbia Tempio che, in­vece. con il 27.1% registra l’au­mento più lieve dell’indice di vec­chiaia.

POPOLAZIONE, TI numero dei re­sidenti pari a 1.639.362 dimostra che, negli ultimi trent’anni, il nu­mero degli abitanti sia variato in maniera quasi impercettibile, Di­minuisce nell’ultimo decennio la popolazione di nazionalità Italia­na (-0.8%) e cresce quella stra­niera del 64.9%. Anche se non di moltissimo, le donne (5 1,1%) so­no in maggior numero rispetto agli uomini, fenomeno questo uguale per tutte le province, Per quanto riguarda invece le dina­miche all’interno dell’isola, i dati scaturiti dal censimento sono dif­ferenti. L’incremento di popola­zione più massiccio si è verificato nella territorio della Gallura che, in dieci anni, ha aumentato la popolazione di circa il 9%. Au­mento, seppure contenuto per Cagliari e Sassari, rispettivamen­te di 1.3% e 1.8%. A soffrire l’ef­fetto spopolarnanto sono soprat­tutto le zone interne, come il Me­dio Campidano che ha perso il 3.9% della sua popolazione e la provincia di Nuoro con un meno 3.1 %.In sogno negativo anche lo province di Carbonia Iglesias (­2.5%), Oristano (-2.4%) e Oglia­stra (-1.8%). Le due province di Cagliari e Sassari accolgono il maggior numero di abitanti che contribuiscono a creare l’Area vasta, scenario di flussi demografici particolari.       -

 

IL CAPOLUOGO. La situazione di Cagliari, visti anche i numeri che registra, rappresenta una parti­colarità nel panorama regionale. La lettura dei dati, e le conse­guenti azioni nella gestione della città, «non possono prescindere da un ragionamento di Area va­sta», ha spiegato Margherita Sa­brina Perra, dell’Università di Ca­gliari, «sul capoluogo c’è una concentrazione di pressione de­mografica notevole». Un effetto che anche la città di Sassari co­mincia a provare a causa della concentrazione di attività e servi­zi sulle quali insistono anche re­sidenti dei centri limitrofi. «È normale che la vita delle persone si sposti dove ci sono i servizi e il lavoro», ha detto Perra, «spesso, però, i servizi risultano insuffi­cienti». Il problema cagliaritano si riflette sull’ azione amministrativa, chiamata a erogare presta­zioni per un numero di persone più alto rispetto ai residenti effet­tivi. «Il censimento è uno stru­mento utile per dimensionare le politiche dell’amministrazione», ha sottolineato il vice sindaco Paola Pìras, «Cagliari è una città fortemente vissuta durante la giornata e dobbiamo essere in grado di agire nel miglior modo possibile». Per riuscire a sopperi­re a queste problematiche più volte è stata evidenziata la neces­sità di avere una maggiore dota­zione di fondi. Un aspetto sul quale si è soffermata Susanna Orrù, assessore alle politiche so­ciali di Cagliari: «Per qualsiasi ti­po di intervento è necessario tro­vare le risorse», ha ribadito, «so­lo in questo modo potremo riu­scire a fare delle politiche effica­ci dal punto di vista sociale».

Matteo Sau

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