καιρός, 16 marzo 2013, questa giornata particolare, di Salvatore Cubeddu

Kairos (καιρός) è una parola che nellantica Grecia significava “momento giusto o opportuno” o “tempo di Dio”. Per Agostino d’Ippona kairòs indica quel tempo cruciale in cui la  resurrezione di Cristo trasforma il mondo e la coscienza di ciascuno.

 

 

 

 

 

 

Papa e politica in Italia. Papa Francesco infiamma lo scetticismo di seimila giornalisti evocando una Chiesa per i poveri. Laura Boldrini fa sognare i giovani deputati della Camera annunciando la buona politica possibile. Il siciliano Piero Grasso vince sul siciliano Renato Schifani perché, altrimenti, gli elettori del M5S si mangiano i loro senatori. Berlusconi cerca la solidarietà della folla alla propria cecità e ne riceve il disprezzo del ‘buffone!’.

A due settimane dalla Pasqua. Contro tutti i pronostici. Sorpresa. Una settimana che rimanda situazioni inaspettate. Ma attese. Gradite. Sperate.

Una giornata particolare … giornata speciale … questa di oggi, il venerdì 16 marzo 2013. Emozioni che vengono da lontano, credo  …  dalla metà degli anni sessanta. Sanno di giovinezza, di ideali cristiani aperti al mondo nuovo, di ottimismo per ciascuno e per il mondo.

Il richiamo rimanda pure alla colonna sonora, quella  che offre la data, 1965. La canzone di quella primavera è “Dio è morto“. Francesco Guccini  … ha  visto la gente della sua età andare via lungo le strade che non portano mai a niente, cercare il sogno che conduce alla pazzia, alla ricerca di qualcosa che non trovano. Nel mondo che hanno già Dio è morto. E’ la disperazione che li porta all’autodistruzione della droga, della politica che è solo fare carriera, del perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai con il torto.  In tutto questo Dio è morto.

Non avevamo neanche vent’anni. Il consumismo in Sardegna era appena iniziato ma anche noi pensavamo di doverci ribellare all’inutile ricchezza. Perché… c’era il terzo mondo, i già numerosi studenti sardi sapevano, leggevano i giornali e ascoltavano radio e telegiornali. Papa Giovanni, Kennedy, basta con la guerra fredda, viva il disgelo, Fidel Castro non aveva tutti i torti e non lo si poteva buttare giù, allora i giovani Yenkee sceglievano la nuova frontiera non il push militare.

Il Concilio aveva chiamato i giovani cattolici all’impegno. Ci chiamavano ‘terzomondisti’. Il cantautore lo cantava. Io credo che questa mia generazione è preparata, a un mondo nuovo, ad una speranza appena nata. Ad un futuro che ha già in mano, ad una rivolta senza armi.  Perché noi tutti lo sappiamo che, se Dio muore, è per tre giorni, poi risorge. Poi risorge. Risorge. Oggi siamo a due settimane dalla pasqua.

Quella fu la canzone più gettonata dai juke box dell’estate del 1965. Quelle emozioni cambiarono la nostra esistenza. Come se tutto fosse possibile.

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