CHERES ALLEGARE IN SARDU? Si bideus cras ( a sas 18,” de sero) in sa partzighedda Savoja, in Casteddu! Non est brulla!
Vuoi parlare in sardo? Ci vediamo venerdì in piazzetta Savoia a Cagliari! No est brulla!
di Vito Biolchini e Su Sotziu “.. in sardu!”
E non vi va bene il sardo a scuola, e non vi va bene il sardo all’università. Meno che mai vi va bene il sardo nella pubblica amministrazione, per non parlare del sardo nelle assemblee elettive. Una volta non vi andava bene neanche il sardo in famiglia perché i bambini dovevano parlare in italiano, e anche per strada puzzi puzzi era meglio non farsi sentire parlare in sardo che era vergogna.
Insomma, per tanti anni il sardo non andava bene da nessuna parte. Poi improvvisamente qualcosa è successo. Qualcuno ha iniziato a parlare in sardo laddove prima si parlava solo in italiano: a scuola, all’università, nelle radio e nelle tv, in qualche pubblica amministrazione e perfino in qualche assemblea elettiva. Tanti artisti hanno iniziato a scrivere canzoni in sardo, e a cantarle pure. Continuando di questo passo a qualcuno un giorno verrà pure in testa di scrivere in sardo. Incredibile.
C’è ancora molta strada da fare. C’è chi preferirebbe farlo morire il sardo, piuttosto che vederlo contaminato dai germi della modernità, come se una lingua non potesse legittimamente trasformarsi senza per questo essere tradita. Poi c’è chi dice che va tutto bene e che dunque non c’è niente da fare. C’è chi dice invece che ormai tutto è perduto e dunque che cosa vogliamo fare? C’è chi dice che sì il sardo va bene, ma prima vengono altre cose. C’è chi dice che il sardo non va bene, ma state scherzando? Ma perché non impariamo il cinese? Che chi dice sì al sardo ma no ai soldi per il sardo: perché? Perché no. C’è chi dice questo e c’è chi dice quello.
Dite quello che volete. Per me il sardo è (repetita juvant) la più importante infrastruttura immateriale di cui disponiamo. Per cui dobbiamo riappropriarcene al più presto e in tanti modi.
Il più semplice è quello di riprendere a parlarlo, il sardo. Come? Dove? Con chi?
Poche storie: ci incontriamo venerdì 1° febbraio alle 18 in piazzetta Savoia a Cagliari. Ci salutiamo e poi ci dividiamo tra il Manamanà e il Bar Savoia. E incominciamo a parlare in sardo di tutto quello che ci passa per la testa.
Per chi vorrà sarà un’occasione per riascoltare sonorità perdute, per riprendere familiarità con una lingua dimenticata, per aiutare qualcuno a superare la vergogna. Ognuno parlerà il suo sardo e tutti ci capiremo lo stesso (funziona veramente così, ve lo assicuro)
L’iniziativa è del sotziu “In Sardu”, costituitosi per ora informalmente su iniziativa di questo blog e della Fondazione Sardinia. Siete tutti invitati.
Ci vediamo venerdì 1° febbraio, poi ancora venerdì 15 febbraio, e poi venerdì 1° marzo e ancora venerdì 15 marzo. Poi tireremo le somme e programmeremo altre iniziative.
Bisogna riprendere un cammino interrotto. Siete pronti a fare il primo passo?
Vi aspettiamo in tanti.