Come si impadroniscono della banche sarde, nel silenzio generale, tranne…

Documento della Confederazione Sindacale sarda, di Sardigna Natzione Indipendentzia e di A manca po s’Indipendentzia.

SIT-IN

PER LA SOVRANITA’ SUL CREDITO

FERMARE LA SVENDITA DEL BANCO DI SARDEGNA

 

LUNEDI’ 17  DALLE ORE 10

FRONTE  PRESIDENZA DELLA GIUNTA VIA TRENTO – CAGLIARI

 

UNA DELEGAZIONE VERRA’ RICEVUTA DAL PRESIDENTE DELLA REGIONE

 

Premesso che, la Fondazione Banco di Sardegna costituita a seguito della legge n. …. del  1998 (Ciampi Amato per la privatizzazione degli Istituti di credito) ha tenuto fino al 2001 l’intero pacchetto azionario della costituenda Banca SpA, rappresentato del capitale pubblico del Tesoro e quindi della collettività Sarda.

Che con l’accordo di patto sociale Federale del marzo 2001 tra la Fondazione Banco e la Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper) veniva ceduta una prima quota del 20% delle azioni del Banco di Sardegna, e nei messi successivi un’ulteriore quota fino al 51% dell’intero capitale sociale della Banca Sarda.

Che l’accordo prevedeva che, il Banco di Sardegna conservava all’interno del gruppo il ruolo di Sub Holding, coerentemente lo spirito dei “Patti Federativi”, rivolti al potenziamento e valorizzazione delle due Banche e dei rispettivi Territori.

Che, le Istituzioni RAS, CCIA e le Provincie Sarde, a voce dei rispettivi rappresentanti, avevano “salutato “ positivamente tale accordo, in virtù dei fini “solidaristici”, che avrebbero dovuto garantire l’Autonomia decisionale della Banca per rafforzare le politiche del credito a favore dell’imprese e le famiglie nel territorio.

Che, contrariamente agli auspici di dette Istituzioni, nella realtà, si è assistito nel tempo:
1- ad un progressivo svuotamento dei poteri decisionali delle strutture operative centrali, con un intuibile affievolimento dell’autonomia operativa;

2- ad una progressiva sostituzione degli uomini di vertice e dintorni delle strutture centrali di estrazione interna, con uomini Bper, con un evidente e netto affievolimento di conoscenza delle caratteristiche della realtà operativa territoriale, e che è lecito interpretare oltreché mortificante per il    personale, come funzionale a rendere più effettivo il punto 1.                                                        .
3- ad un progressivo, conseguente scollamento della banca rispetto al territorio; generando caratteristiche di indifferenzialità delle stesse rispetto alle altre realtà creditizie operanti in Sardegna, annullando sostanzialmente la caratterizzazione che in precedenza le distingueva;

4- una generale ed accentuata demotivazione del personale, correlata alla progressiva consapevolezza sul proprio status di subalternità, a seguito delle politiche adottate dalla Bper nei confronti del personale della banca.

Che il Gruppo BPER ha presentato un piano industriale 2012-2014 che prevede la cessione di intere lavorazioni, servizi e funzioni proprie della Banca, ad una società di servizi controllata dalla Bper, la cessione delle 35 filiali della penisola (delle filiali,  6 a Milano, 7 a Roma, 3 a Genova, Pisa, la Spezia 35 e Civitavecchia, resterebbero solo una  “rappresentanza” a Roma, Genova e Milano) presidio indispensabile per la banca Sarda e la chiusura di oltre 65 agenzie nell’isola. L’attuazione del progetto, oltre a cancellare posti di lavoro farebbe mancare un servizio alle imprese ed i residenti nel territorio interno.

Che in data 26/10/2012 la Fondazione Banco di Sardegna e la Banca popolare dell’Emilia Romagna Soc. Coop. (“Bper”) hanno sottoscritto un Accordo Parasociale che sostituisce analogo accordo avente ad oggetto azioni del Banco di Sardegna S.p.A. stipulato in data 30 marzo 2001 e successivamente rinnovato, con modifiche.

Che tale precedente patto, che aveva durata sino al 30 marzo 2013, è stato consensualmente risolto dalla Fondazione e dalla Bper, contestualmente alla stipulazione del nuovo Accordo che lo sostituisce.

Che il nuovo accordo, nel caso di trasferimento di azioni da parte della Fondazione, non solo dà diritto di prelazione alla Bper ma, al fine di impedire l’inserimento di altre banche nel pacchetto   azionario, vincola la fondazione a non ridurre la propria partecipazione al di sotto del 20% portandola al limite del diritto di esprimere il consenso vincolante nelle deliberazioni dell’assemblea straordinaria del Banco.

Sardigna Natzione, A Manca pro s’Indipendentzia e Confederazione Sindacale Sarda denunciano che tutto ciò fa parte di un’operazione tendente ad espropriare i sardi di uno spazio di sovranità che è il credito. La sovranità creditizia è necessaria per dare alle aziende, ai lavoratori e alla gente di Sardegna uno strumento finanziario indispensabile non solo allo sviluppo economico ma anche al mantenimento di un servizio che è diventato pietra fondante delle nostre comunità, specialmente di quelle del centro Sardegna soggette a spopolamento.

 

QUESTA OPERAZIONE DI ESPROPRIO DI UN BENE SARDO, COME QUELLA DEL 2001,  E’ POLITICA E POLITICA DEVE ESSERE L’AZIONE DI CONTRASTO PER BLOCCARLA

Nel 2001, per la misera conservazione di alcune poltrone lautamente prebendate, è stato permesso alla Bper, banca amica di politici in poltrona e nelle grazie dell’allora presidente della Banca d’Italia Antonio Fazio, di rifilare le proprie obbligazioni, cambiali vuote, al Banco di Sardegna e, con i soldi veri da esso ottenuti, comprarsi il 51% delle azioni e diventare padrona del Banco senza spendere un euro.

Per la prima volta ad un pesce piccolo è stato permesso di mangiare un pesce più grande.

La prossima azione, quella permessa dall’Accordo Parasociale firmato il 26/10/12, è anch’essa di carattere politico ed è finalizzata a offrire la poltrona di Presidente ad un politico amico del gruppo emiliano che permetterà alla Bper di emettere ulteriori cambiali scoperte per acquistare dalla Fondazione un ulteriore quota di azioni al fine di venire in possesso della stessa fondazione e dei suoi beni patrimoniali.

Il popolo sardo non può permettere questo scempio del credito sardo, accumulato in tanti anni di sacrifici dai risparmi dei nostri lavoratori e delle nostre aziende.

CHIEDIAMO

A LEI SIG. PRESIDENTE DELLA GIUNTA

A LEI SIG.RA PRESIDENTE E DEL CONSIGLIO

A VOI CAPI GRUPPO CONSILIARI

A VOI TUTTI CONSIGLIERI REGIONALI

Tenuto anche conto delle prerogative che in materia di credito vengono previste dallo statuto speciale della Sardegna all’art. 4 comma b);

DI ASSUMERVI LE RESPONSABILITA’ VERSO IL POPOLO DELLA SARDEGNA

E INTERVENIRE POLITICAMENTE SULLA FONDAZIONE BANCO DI SARDEGNA

PERCHÉ

1)      NESSUNA ULTERIORE QUOTA AZIONARIA VENGA CEDUTA ALLA BPER  DA PARTE DELLA FONDAZIONE BANCO DI SARDEGNA, ciò sarebbe un’ulteriore umiliazione del popolo sardo ed una perdita di sovranità irreparabile.

 

2)       NON RINNOVI LE OBBLIGAZIONI EMESSE DALLA BPER NEL 2001, in quanto più volte scadute e tuttora prive di qualunque copertura finanziaria e non esigibili. La Bper non è in grado di onorare le obbligazioni e neanche di convertirle in azioni, l’unica copertura che godono quelle cambiali è solo ed esclusivamente di tipo politico.

 

3)      SI CHIEDE INFINE DI PROVVEDERE,  in virtù delle prerogative di cui all’art. 4 dello statuto speciale della Sardegna ed al disposto contenuto nel decreto legislativo n.171/2006 che ad oggi, dopo oltre 6 anni dalla entrata in vigore, risulta inattuato. Tale decreto  fissa le caratteristiche delle “Banche a carattere Regionale”, basandole su alcuni parametri di identificazione:

-    ubicazione della sede e delle succursali nel territorio di una stessa Regione;

-          localizzazione regionale dell’operatività basata sui seguenti parametri tecnici (crediti erogati, raccolta di depositi,);

-          compiti assumibili da parte delle Regioni quali (istituzione di un albo delle Banche a carattere Regionale), (autorizzazione all’esercizio dell’attività bancaria, alle modifiche statutarie), (modalità di verifica dei requisiti di esperienza e onorabilità dei partecipanti al capitale e degli esponenti aziendali).

 

L’urgenza di una risposta, nel merito, è insita nella costatazione che questi fatti, (svendita del Banco nel 2001, approvazione piano industriale 2012-2014 ed accordi Parasociali del 2012 ) porterà al totale azzeramento del ruolo, di Banca del Territorio, svolto dal Banco di Sardegna, con un irrigidimento dei parametri (esterni al contesto socio economico del territorio) di concessione al credito alle imprese Sarde, all’azzerare dei servizi e dei posti di lavoro, conseguenti alla chiusura delle filiali nell’Isola e nella Penisola.

 

PER LA SOVRANITA’ SUL CREDITO

PER RIPRENDERSI IL BANCO DI SARDEGNA

SNI         Bustianu Cumpostu       CSS Giacomo Meloni AMPI  Cristiano Sabino


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