“Nel vertice Cappellacci non somigliava per niente a su patriottu sardu del componimento», Francesco Sanna, PD.

Dal sito di Sardegna Democratica, 22.10.2012 Il bluff di Cappellacci: nessuno responsabile! LA NUOVA SARDEGNA - Legge di stabilità, il Pd a Cappellacci: «No ai polveroni», 22.10.2012L’UNIONE SARDA –  Flash-mob, in mille ballano il “Gangnam”, 22.10.2012, L’UNIONE SARDA –  Vertenza Sardegna, già diviso il fronte comune, 23.10.2012

 

Il bluff di Cappellacci: nessuno responsabile!

Dopo anni di prese in giro del governo del suo protettore Berlusconi, l’inquilino di Villa Devoto si sveglia ed incita i sardi alla rivolta contro il governo Monti. Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna scrive nel suo profilo FB: “Lancio un appello ai sindaci e a ciascun cittadino affinché possiamo alzare insieme la voce, inviando un messaggio al governo con una e-mail all’indirizzo centromessaggi@palazzochigi.it (e per conoscenza al sottoscritto:presidente@regione.sardegna.it) con poche e significative parole: “Procura de moderare, presidente Monti. In un momento in cui ci troviamo a difendere gli interessi della Sardegna sia in sede politica che giurisdizionale, anche i gesti simbolici assumono un’importanza rilevante per significare che la vertenza Sardegna, in tutte le sue sfaccettature – dai trasporti, alla questione-entrate, dal patto di stabilità ai tagli indiscriminati ed iniqui – che vanno a colpire il cuore della nostra società è una battaglia di tutti i sardi e di ciascuno”.

Se non fosse una delle tante farse che Cappellacci ha copiato da Berlusconi l’appello è la prova della tragedia anche istituzionale in cui versa la Sardegna. L‘appello viene dopo l’incontro che Cappellacci ha organizzato sabato 20 ottobre a Villa Devoto. Una parte autorevole del centro destra, che conosce l’inaffidabilità e la poca autorevolezza del presidente della Regione, ha disertato. Tra cui presidente del Consiglio regionale ed ex capogruppo del Pdl. Presenzia quel che resta di quel partito. Arrivano in ordine sparso pezzi del centro sinistra. Ecco la foto: Idv e Sel, all’opposizione in Regione e a Roma; Pd, in opposizione in Regione ed in maggioranza a Roma, qualcuno in supplenza di ruoli istituzionali in una riunione di carattere politico! Presenti anche i sindacati confederali.

Dopo cinque ore ecco l’idea rivoluzionaria: mettersi insieme, centro sinistra compreso, non contro Cappellacci artefice di tanta disfatta ma contro Monti! Cappellacci, come sempre va sopra le righe, e getta il cuore oltre l’ostacolo. “Rivolta contro Monti”. Il popolo sardo invitato a subissare di mail la Presidenza del Consiglio! I partecipanti dell’adunata di sabato che dicono? I consiglieri regionali ed i parlamentari del Pd come la mettono con il gesto futurista di Cappellacci tutto teso ad occultare l’incapacità sua e delle sue giunte? Tutti insieme a coprire il bluff di Cappellacci? La foto di Villa Devoto questo racconta ai sardi sempre più confusi. Quando in Sardegna le classi dirigenti non si assumono responsabilità, la via più breve è fare branco e trovare un colpevole esterno. Roma ed i suoi governi senza distinzioni tutto fa brodo.

Presidente Cappellacci, con questo gesto lei vorrebbe far dimenticare che il suo governo è un bluff? Utilizza il vincolo esterno per occultare la sua incapacità. Crede di aver saputo usare la confusione politica di questa fase? Ma chi la segue fin dal suo insediamento e conosce passo a passo la caduta negli inferi della Sardegna ed il tracollo della sua amministrazione sa che lei non è così babbeo come si definì nel clamoroso caso della P3 che l’ha vista protagonista. Al netto della pubblicità istituzionale conta in forme mai viste sui media privati e sull’atteggiamento paraistituzionale del servizio pubblico. Non si ricorda un’intervista in cui qualcuno faccia il contraddittorio. Non c’è differenza dalle trasmissioni pubblicitarie in cui lei parla senza filtri ed a briglia sciolta di una Sardegna che non esiste. La sua vicenda è il paradigma della pulsione di pezzi delle classi dirigenti sarde di auto infeudarsi perché c’è un’unica fonte che fa diventare benestanti. Si chiama Regione Sardegna e lei ha le chiavi della cassa. Nondimeno lei persiste nelle retrovie della classifica di gradimento dei presidenti delle Regioni. Crede con un ridicolo appello di solleticare il ribellismo, di recuperare consenso e di far dimenticare che la Sardegna è allo sbando?

Di chi la responsabilità della perdita dei Fondi FAS? Di non aver proseguito nella rivendicazione per le entrate? Del trasferimento del G8? Del cappio sui trasporti marittimi? Del disimpegno dei fondi comunitari non spesi? Dei 50 milioni che il mondo delle campagne attendeva entro dicembre e non vedrà mai? Dello sforamento del bilancio della sanità per 350 milioni all’anno? Della scomparsa della continuità territoriale e della servitù nella mobilità mai vista prima? Provi a prenotare l’aereo per Milano e si renderà conto che siamo tornati indietro di quarant’anni. Di chi è la responsabilità della definitiva morte dell’industria in Sardegna? Cosa dirà tra qualche settimana quando arriveranno i ministri Passera e Barca? Chi si deve vergognare degli interventi a pioggia e discrezionali nella cultura, nell’istruzione, nella ricerca e dell’interruzione del percorso virtuoso iniziato dalla giunta precedente? E’ colpa del governo Monti o della sua inettitudine?

Quando migliaia di sardi, a nome della comunità regionale, andarono a Roma nell’autunno del 2006 con Renato Soru, la sua giunta, le massime istituzioni autonomistiche lo fecero a testa alta perché in Sardegna erano in corso il risanamento del deficit del bilancio regionale, causato sopratutto dalla giunta di cui lei faceva parte, la riduzione delle spese superflue, la riqualificazione della spesa.

Presidente Cappellacci, la colpa dello stato delle cose è sua, delle sue giunte, della maggioranza che la sostiene dal febbraio del 2009. Sull’onda del malessere dei sardi lei ci specula, ci si nasconde, fa in modo che nella notte che viviamo anche la sua oscurità si mimetizzi. Altro che rivolta contro Roma. Qui ci sarebbe bisogno di un commissario governativo che ci liberi della sua presenza. Siccome non siamo e non vogliamo passare per antiautonomistici, la invitiamo ad essere conseguente. Si dimetta, indica nuove elezioni, torni alla sua professione di curatore fallimentare, perché quella le si addice ed il suo non governo lo certifica. I sardi senza di lei risaliranno la china.

Questo appello più credibile del suo resterà inascoltato perché la dignità non è il suo forte. Rimarrà fino all’ultimo giorno utile della legislatura, con la Sardegna sempre più immiserita ed umiliata. Chiediamo ai compagni ed agli amici del centro sinistra di staccare la spina e nel mentre di cancellarsi da quella brutta fotografia di sabato scorso.

 

22/10/2012

 

 

L’UNIONE SARDA – Politica: Vertenza Sardegna, già diviso il fronte comune

23.10.2012

L’unità dei sardi sul confronto col governo, se c’è mai stata, è durata lo spazio di un mattino. In senso letterale: il mattino di sabato, quando parlamentari e consiglieri regionali di tutti i partiti si sono riuniti a Villa Devoto, insieme ai leader di Cgil, Cisl e Uil, per rispondere all’appello del governatore Ugo Cappellacci. Già nel pomeriggio, a incontro appena concluso, sono ripartite le polemiche tra i poli. E ieri sono divampate in maniera ancor più violenta. Pd e Sel sono andati all’attacco del presidente della Regione. La reazione è arrivata dal Pdl. Lo schema, insomma, è quello consueto. L’ironia del centrosinistra si scatena soprattutto sull’invito di Cappellacci, che ha chiesto ai sardi di inondare di e-mail la posta elettronica di Palazzo Chigi, con un monito ricalcato sull’inno contro i feudatari: Procura de moderare, presidente Monti . Col premier al posto dei barones citati dal testo di Francesco Ignazio Mannu. L’ATTACCO Già sabato sera il Pd aveva criticato l’iniziativa, col capogruppo in Consiglio regionale Giampaolo Diana («una buffonata») e il senatore Francesco Sanna («nel vertice Cappellacci non somigliava per niente a su patriottu sardu del componimento»). Poi è intervenuto il leader dei democratici, Silvio Lai: «Sul presunto attacco all’autonomia speciale si sta facendo un gran polverone, che rischia di occultare le responsabilità di Berlusconi e di Cappellacci. Ho molti dubbi sul fatto che sia messa a rischio da modifiche al Titolo V ancora da discutere. I grandi problemi dei sardi hanno nome e cognome in Sardegna e ad Arcore: continuità territoriale, deficit della sanità, ritardo nella spesa europea, nessuna proposta sulle riforme e ritardo nelle opere pubbliche». Dovuti, secondo Lai, «alla subalternità della Regione verso il governo Berlusconi-Bossi: non intendiamo confonderci col fallimento del centrodestra». Ieri si è aggiunto il consigliere regionale di Sel Luciano Uras: «Cappellacci per l’ennesima volta ha reso inutile la disponibilità unitaria dimostrata dall’opposizione e dalle forze politiche sulla vertenza Sardegna». Per l’esponente vendoliano «tutto è scaduto nello sterile e ridicolo annuncio mediatico», con «cartoline a Monti il cui solo effetto sarà arricchire le poste». Insomma, «tutto fumo, niente arrosto, come al solito»: il presidente avrebbe dovuto invece «imporre un tavolo negoziale col governo, attraverso la mobilitazione istituzionale, sociale, politica e dell’associazionismo». LA REPLICA Il governatore e il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis difendono invece l’iniziativa delle e-mail (entrambi ricordando a Uras che per la posta elettronica «non serve francobollo»): «Sarebbe auspicabile che la Sardegna archiviasse la vecchia logica della lite continua e delle divisioni», risponde il portavoce di Cappellacci, Alessandro Serra: «La Giunta ha chiesto a tutte le forze politiche un’azione unitaria perché sul patto di stabilità, sui tagli indiscriminati, sulle violazioni dell’autonomia, sulla vertenza entrate e tutte le altre questioni non è possibile fare sconti a nessun governo». Non è richiesto «un atto di fede nei confronti di chi oggi guida la Regione Sardegna», precisa il portavoce, ma «si spera che il centrosinistra non sia disposto a perdonare al governo tecnico le stesse mancanze sulle quali predicava la massima intransigenza nei confronti del precedente esecutivo». Concetti simili da Pittalis, che sottolinea: «I numerosi conflitti che Cappellacci ha avviato nei confronti del Governo, sia in sede politica che giurisdizionale (ben 10 procedimenti dinanzi alla Corte costituzionale), sono iniziati durante il governo Berlusconi. L’atteggiamento subalterno è di chi, dopo l’avvento di Monti, ha buttato in cantina la bandiera sarda, riponendola nello stesso angolino dove l’aveva dimenticata durante i mandati del governo Prodi». (g. m.)

 

 

LA NUOVA SARDEGNA – Politica: Legge di stabilità, il Pd a Cappellacci: «No ai polveroni»

22.10.2012

CAGLIARI Le mail del sabato mattina inviate a Mario Monti, l’idea è del presidente della Regione Cappellacci al termine del super vertice a Villa Devoto sulla legge di stabilità, continua a far sorridere il Pd. «Confesso che il governatore Cappellacci, nell’incontro di due giorni fa non appariva per niente a su patriottu sardu dell’inno scritto da Francesco Ignazio Mannu. Evidentemente ha subito una repentina trasformazione qualche momento dopo l’uscita da Villa Devoto», ha scritto in un comunicato e con ironia il senatore del Pd, Francesco Sanna. La seconda stoccata al presidente è arrivata dal segretario del Pd, Silvio Lai: «La strategia del centrodestra è scoperta. Vogliamo sollevare un gran polverone, per occultare le responsabilità del governo Berlusconi e della giunta Cappellacci». C’è dell’altro, nel valzer delle accuse. Sulla richiesta del governatore ai parlamentari di votare contro la modifica del Titolo V della Costituzione proposta dal governo – scrive ancora Sanna – «mi pare molto difficile che trovi approdo a causa dei tempi stretti da qui alla conclusione della legislatura. Credo invece che per difendere con successo in Parlamento la specificità regionale della Sardegna, aiuterebbe molto che la Regione riconquisti quella credibilità che oggi le manca». Sullo stesso tono è anche il seguito della dichiarazione del segretario del Pd: «Non intendiamo confonderci con il fallimento quotidiano del centrodestra in Sardegna – scrive Silvio Lai – Ho molti dubbi sul fatto che l’autonomia speciale sia messa a rischio sulla base di modifiche al Titolo V che sono ancora tutte da discutere e da vedere. Non si possono scambiare piccoli interventi di normale revisioni sui decreti nazionali come minacce straordinarie alla storia di sessant’anni di Sardegna che delle ultime rappresentazioni del presidente Cappellacci non ha proprio bisogno». Detto comunque che i parlamentari del Pd chiederanno al Senato di ascoltare una rappresentanza dei consigli regionali prima dell’avvio della discussione, questo scrive Sanna, è Silvio Lai a gettare la croce addosso alla giunta: «La responsabilità non è dell’attuale governo, ma dalla subalternità di questi anni della maggioranza di centrodestra in Sardegna nei confronti del governo Berlusconi-Bossi. Ecco perché da sempre i problemi della Sardegna hanno un nome e un cognome». (ua)

L’UNIONE SARDA – Economia: Flash-mob, in mille ballano il “Gangnam”

22.10.2012

L’appuntamento è nato su Facebook, e il risultato è andato forse oltre le attese: migliaia di giovani hanno partecipato sabato sera al flash-mob in piazza del Carmine. Tutti a ballare con gli occhiali da sole sulle note del tormentone Gangnam style. L’euforia dei ragazzi è esplosa puntuale alle 18. I giovani, che si erano dati appuntamento sul social network, hanno iniziato a ballare sulle note dell’hit dell’artista coreano Psy, diventata una delle più ascoltate del momento. Così piazza del Carmine si è trasformata in una discoteca all’aperto. Il traffico, tutto attorno, è andato in tilt. L’eco del delirio collettivo sui social network: «Un’esperienza straordinaria – dicono i partecipanti – il problema non è stato la troppa gente ma il poco spazio». Ma è stato l’unico inconveniente. Dopo la fine della coreografia, la piazza si è svuotata in pochi minuti, senza nessun problema. Cosa sono i flash-mob (dall’inglese flash, lampo, e mob, folla)? Wikipedia spiega: «È un termine coniato nel 2003 per indicare una riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con la finalità comune di mettere in pratica un’azione insolita. Il raduno viene generalmente organizzato via internet o con i cellulari».

L’UNIONE SARDA – Economia: Flash-mob, in mille ballano il “Gangnam”

22.10.2012

L’appuntamento è nato su Facebook, e il risultato è andato forse oltre le attese: migliaia di giovani hanno partecipato sabato sera al flash-mob in piazza del Carmine. Tutti a ballare con gli occhiali da sole sulle note del tormentone Gangnam style. L’euforia dei ragazzi è esplosa puntuale alle 18. I giovani, che si erano dati appuntamento sul social network, hanno iniziato a ballare sulle note dell’hit dell’artista coreano Psy, diventata una delle più ascoltate del momento. Così piazza del Carmine si è trasformata in una discoteca all’aperto. Il traffico, tutto attorno, è andato in tilt. L’eco del delirio collettivo sui social network: «Un’esperienza straordinaria – dicono i partecipanti – il problema non è stato la troppa gente ma il poco spazio». Ma è stato l’unico inconveniente. Dopo la fine della coreografia, la piazza si è svuotata in pochi minuti, senza nessun problema. Cosa sono i flash-mob (dall’inglese flash, lampo, e mob, folla)? Wikipedia spiega: «È un termine coniato nel 2003 per indicare una riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con la finalità comune di mettere in pratica un’azione insolita. Il raduno viene generalmente organizzato via internet o con i cellulari».

 

 

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