QUANDO I SARDI MORIVANO PER LA LIBERTA’ – 200 ANNI DEI MARTIRI DI PALABANDA
CONVEGNO STORICO, Sala settecentesca della Biblioteca Università, via dell’Università, 32, Cagliari, 20 ottobre 2012, ore 9 - 13.
Nel 1812 esponenti del ceto professionale cagliaritano stabilirono un rapporto assai stretto con membri delle antiche corporazioni di arti e mestieri e, tramite loro, col popolo minuto delle “appendici” della città: l’obiettivo era dare vita a una sollevazione che rinnovasse le gesta del 28 aprile 1794 (cacciata dei governanti piemontesi) e ponesse fine all’intollerabile stato di carestia e fame, nonché all’asservimento istituzionale della Sardegna. La sollevazione popolare doveva avere luogo nella notte tra il 30 e il 31 ottobre, festa di Santu Sadurru (Saturnino, patrono di Cagliari) e mirava all’arresto di Vittorio Emanuele I e alla cacciata dei reali e della sua corte da Cagliari. Gli organizzatori furono scoperti e in tanti finirono impiccati o furono costretti in lunghi anni di prigionia. In tempi come quelli attuali, caratterizzati da una sempre più drammatica crisi dell’economia isolana e da un sempre più accentuato distacco fra la politica e la società civile, giova riflettere sull’esempio di quegli intellettuali, di quei giuristi, di quegli uomini del popolo, cioè di quei veri patrioti, di quei giusti, che impegnarono fino in fondo se stessi per assicurare alla Sardegna un futuro di sovranità e di dignità.
QUANDO I SARDI MORIVANO PER LA LIBERTA’
200 ANNI DEI MARTIRI DI PALABANDA – CAGLIARI
PROGRAMMA
Saluti e interventi delle Autorità
FEDERICO FRANCIONI, “1812, appuntamento con la storia mondiale: la presenza della Sardegna”.
CARLO PILLAI, La Sardegna nei traffici del Mediterraneo occidentale durante la permanenza della Corte di Savoia in Sardegna”.
LUCIANO MARROCU, I Cadeddu e la “congiura” di Palabanda.
ROBERTO PORRA’, “Intellettuali e clero nella congiura di Palabanda”.
SALVATORE CUBEDDU, “Perché avete perso?”. Domande ai protagonisti.
By Giuanne Masala, 16 ottobre 2012 @ 13:45
A questo proposito va anche ricordato che Vincenzo Bacallar Sanna, 100 anni prima (1712-1714), elaborò un progetto che aveva come obiettivo quello di cedere l’isola al duca di Baviera, Massimiliano Emanuele, e di farlo incoronare re di Sardegna. Progetto ben noto ai martiri di Palabanda e a Giovanni Maria Angioy.
Tutta la vicenda, ancora pressoché sconosciuta, è ora riassunta nel volume curato da Sabine Enders dal titolo: La Sardegna Paraninfa della Pace e un piano segreto per la sovranità 1712-1714.
Il volume La Sardaigne Paranymphe de la Paix (La Sardegna Paraninfa della Pace) fu pubblicato anonimo nel 1714. Successive edizioni (fino al 1725) furono date alle stampe con il titolo Déscription géographique, historique et politique de la Sardaigne. La presente edizione è introdotta da una dettagliata prefazione di Sabine Enders che in base a nuove prove documentali e interpretative attribuisce la Paraninfa definitivamente a Vincenzo Bacallar Sanna. L’argomento del volume è l’imminente e definitivo distacco della Sardegna dalla Spagna dopo la guerra di successione spagnola e la cessione ad un altro dominio. Nel trattato di pace di Utrecht dell’11 marzo 1713 Max Emanuel, duca e principe elettore di Baviera, fu designato nuovo re di Sardegna, e la Paraninfa sostiene appassionatamente questo progetto da un punto di vista sardo. Ma contro Carlo d’Asburgo, dal 1711 imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, il sogno del principe elettore di Baviera nonostante l’attivo sostegno di Bacallar non si avverò. Il progetto di Max Emanuel avrebbe significato per la Sardegna la tanto desiderata sovranità sotto un proprio re, e lo stesso Giovanni Maria Angioy verso la fine del Settecento sottolineò la modernità di questo piano. Chiude il volume un’appendice con lettere inedite del conte Louis Joseph d’Albert – inviato bavarese a Madrid – su un piano segreto che aveva per obiettivo la conquista militare dell’isola da attuare con l’aiuto degli esuli sardi a Madrid per incoronare Max Emanuel re di Sardegna.