CANDO SI PESAT SU ‘ENTU…EST PREZISU BENTULARE: la prima riflessione sulla rivoluzione annunciata. A TRAMATZA NASCE LA CONSULTA RIVOLUZIONARIA, di Giacomo Meloni, segretario generale della CSS
CANDO SI PESAT SU ‘ENTU…EST PREZISU BENTULARE: la prima riflessione sulla rivoluzione annunciata. A TRAMATZA NASCE LA CONSULTA RIVOLUZIONARIA, di Giacomo Meloni, segretario generale della CSS
Cagliari, 15 settembre 2012
Ieri a Tramatza si respirava un’aria diversa. La tensione dei 600 e più partecipanti all’assemblea generale di tutti i Movimenti facenti parte della Consulta Rivoluzionaria era altissima. Certo pesavano le situazioni drammatiche dei soggetti colpiti da questa crisi socio-economica-occupazionale devastante, che ha cacciato nella depressione e disperazione pastori, artigiani, commercianti, operai, piccole e medie aziende ed intere famiglie.
Ieri qui a Tramatza vi era uno spaccato vero della società sarda, di quella società a cui i massmedia si interessano soprattutto quando la disperazione diventa comunicazione-spettacolo, come sicuramente (fatte le debite eccezioni) sono stati i casi clamorosi di attestazioni di solidarietà sospetta e pelosa, talvolta strumentale, utilizzata da non pochi personaggi politici, che si sentono già in campagna elettorale e non hanno un benché minimo rispetto per il dramma che sta vivendo il popolo sardo.
Gli interventi erano pieni di rabbia, ma tutti riuscivano a coinvolgere la platea e a suscitare quei sentimenti di appartenenza che ti fanno scoprire la freschezza della politica quando è legata saldamente ai problemi di chi li vive in carne ed ossa. La vecchia politica sembrava distante anni luce e sicuramente è rimasta fuori da quella sala dove era invece presente un pathos che ti prendeva alla gola, ti attraversava la persona, i coinvolgeva totalmente.
L’apertura dei lavori da parte di Felice Floris, leader del Movimento Pastori Sardi – brevissima, piena di indicazioni di lotta, incisiva e puntuale, capace di riscaldare il cuore, soprattutto dei pastori presenti in forze – dà inizio agli interventi, numerosissimi, tra cui quello di Andrea Impera. Il leader del Movimento artigiani e commercianti Liberi del Sulcis ha un nodo alla gola quando dice che, uscendo di casa nel suo territorio, tocca con mano la disperazione della sua gente, che si imbottisce di ansiolitici perché non ce la fa più a reggere gli avvisi di mora, le scadenze fiscali, le minacce di fallimento, col terrore che gli venga sequestrata l’Azienda o perfino la casa dove abita con la famiglia. Eppure, continua il suo intervento sollevando il tono di voce: ci sarebbe la possibilità di nuovo sviluppo per la nostra Isola, istituendo immediatamente la Zona Franca, che la stessa Cancelliera Angela Merkel sul quotidiano tedesco Der Spiegel sollecita quando dichiara in una recente intervista:”Se i politici sardi non dormiranno, la Zona Franca in Sardegna potrà diventare a breve una realtà”.Ma i nostri politici, la Giunta ed il Consiglio Regionale sono latitanti e, se entro il 30 giugno del 2013 non faranno gli atti richiesti dalla CE, perderanno definitivamente questa grande opportunità.
Intervengono, quasi di fila, i leader indipendentisti presenti: Gavino Sale di IRS, Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione, l’on. Claudia Zuncheddu di Sardigna Libera. Si dichiarano tutti disposti a fare un passo indietro per costruire un blocco sociale forte e unito, mantenendo ognuno la propria identità, ma capaci di lasciare propri simboli e bandiere per costruire insieme un’unica piattaforma e un progetto capace di essere portato a compimento per cambiare radicalmente la Sardegna. Gli stessi concetti ribadiscono Felice Floris e Fortunato Ladu del MPS, il Segretario Nazionale della Confederazione Sindacale Sarda-CSS Giacomo Meloni (più volte interrotto dagli applausi dell’Assemblea), da Efisio Arbau del Movimento La Base di Nuoro, dall’impetuoso Ivan Garau leader del Movimento Artigiani Liberi, da Marco Mameli portavoce del Presidio di Piazzale Trento e del Movimento antiequitalia e usura bancaria.
E’ un grande giorno e forse un avvenimento storico. Mai in Sardegna si era formato un blocco sociale così forte e coeso, che si costruisce intorno ad una piattaforma e ad un progetto unitario capace di fare paura ai partiti e alla classe politica dominante. Esso è capace di rompere molti equilibri e, soprattutto, non è un fronte semplicemente contestatario. Finora la politica del governo e della Regionale, con le Istituzioni, ha risposto tappandosi occhi e orecchie, facendosi scudo delle forze dell’ordine che vergognosamente sono state mandate a bastonare pastori e operai, rei soltanto di difendere i posti di lavoro e la loro dignità.
L’Assemblea non è caduta nella trappola di schierarsi contro i minatori della Carbosulcis e contro gli operai di Alcoa, ma ha saputo distinguere tra la solidarietà agli operai che lottano per il lavoro, e i progetti folli che una classe politica imbelle e corrotta sostiene a suon di soldi pubblici e ingenti risorse, quelli che è ora di impegnare in imprese credibili, sostenibili con l’ambiente ed efficaci in termini di ricadute certe e immediate di posti di lavoro sui territori. Basta con gli sprechi di denaro pubblico che sono serviti a foraggiare una classe politica (e talvolta personaggi politici e sindacali corrotti!). La risposta dell’Assemlea a tutto ciò è stata chiarissima:A FORAS SA CLASSI SFRUTTADORA, A FORAS SA POLITICA COLLUSA,TRUNCARE SAS CADENAS, LIBERAI SU POLULU SARDU, MERIS IN DOMU NOSTA.
Appuntamento alle prossime riunioni delle Commissioni della Consulta Rivoluzionaria per affinare il programma e per tutti appuntamento alla grande Manifestazione che nel mese di Ottobre concentrerà su Cagliari – davanti al Palazzo del Consiglio – 50 mila persone che, all’unisono, chiederanno -con tutte le forme pacifiche e democratiche possibili, le dimissioni della Giunta e dell’intero Consiglio Regionale.
Giacomo Meloni
Cagliari,15/09/2012
By salvatore dedola, 15 settembre 2012 @ 14:51
Finalmente una buona notizia, dopo 60 anni di sciagure! Tenetemi informato. Sono anch’io dalla vostra parte.
Acco’ una nòa abbéru, deposca 60 annos d’isciaccu mannu! Chelzo d’asse’ infuimmàdu. Puru éo so’ dessa partida.