B’AT PASTORES E … PASTORES…
LETTERA ALLE AUTORITA’ E AI MEDIA.
Preg.mo
PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
Preg.mo
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
Preg.mo
ASSESSORE ALL’ AGRICOLTURA
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
Preg.mo
PRESIDENTE COMMISSIONE AGRICOLTURA
V° COMM. – CONSIGLIO REGIONALE
Preg. mi
ON. LI CAPOGRUPPO – PARTITI POLITICI
CONSIGLIO REGIONALE – R. A. S.
SPETT. LI ORGANI DI STAMPA
REDAZIONE “LA NUOVA SARDEGNA” REDAZIONE “L ‘UNIONE SARDA”
SPETT. LI ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
COLDIRETTI – SEDE REGIONALE CONFAGRICOLTURA – SEDE REGIONALE COPAGRI – SEDE REGIONALE CIA – SEDE REGIONALE
LEGA COOP – SEDE REGIONALE
Oggetto: adempimenti legge 15/2010 sull’agricoltura in relazione al settore ovino.
In seguito a lamentele, manifestazioni e cortei vari del mondo pastorale, nel novembre 2010, dopo vari passaggi e discussioni in Consiglio Regionale, la Giunta della Regione Sardegna vara la legge 15 sull’agricoltura. Per il settore ovino si affacciano alcune agevolazioni contributive a condizione che si riduca la percentuale di pecorino romano del 20% subito, e del 25 % entro tre anni. Messaggio chiaro ed urgente se collegato alla produzione eccessiva di questo formaggio individuato come problema principale della crisi di mercato. Bisogna diversificare la produzione con altre tipologie di formaggi o in alternativa vendere latte fuori dalle zone di produzione. Da subito! Alcune aziende immediatamente si attivano, si organizzano e procedono nella direzione indicata; altre invece no, probabilmente in attesa degli eventi. Attendiamo riscontri e reazioni ufficiali in merito.
Oltre che sulla mancata attuazione, abbiamo da lamentarci in particolare su due articoli della legge in questione.
Chi scrive, rappresenta la cooperativa lattiero casearia ovina più importante, per volumi di latte e fatturato, della Sardegna e non , oltre che essere un OP (organizzazione di produttori). Da oltre vent’anni, attuiamo autonomamente il controllo e il pagamento a qualità del latte, premiamo i soci meritevoli e penalizziamo chi lavora con minore attenzione (siamo ancora in attesa degli sviluppi dell’interessante progetto, purtroppo accantonato non si sa bene perché, della griglia unica regionale sul pagamento del latte a qualità).
Controlliamo scrupolosamente il latte dei nostri soci attuando appieno tutte gli adempimenti di legge in materia previsti ( ciò può apparire scontato ma basta guardarsi intorno per rendersi conto che così non è) determinando disdette da parte di alcuni in ragione del fatto, dicono LORO, che da altre parti è “meno complicato” conferire.
Viene offerta la possibilità di conferimento del latte per tutto l’anno da oltre un decennio, incentivando il processo di destagionalizzazione dei parti, di cui si parla tanto ultimamente, con una maggiore remunerazione della materia prima nel periodo estivo- autunnale. Vengono attualmente conferiti 22 milioni di litri di latte ovino di cui circa il 40% trasformato in Pecorino Romano DOP. Nel giro di 2 anni abbiamo diminuito la percentuale del Pecorino Romano di oltre il 25%. Con il supporto di figure manageriali ( tecnica e commerciale ), ci garantiamo un organizzazione in grado di supportare al meglio la vendita autonoma di un ampia gamma di referenze in tutti i canali commerciali e distributivi in Italia ed all’ Estero, distinguendoci in particolare sulla tipologia dei porzionati . Nonostante gli alti costi, legati alla gestione dell’azienda e, soprattutto, agli alti oneri degli ammortamenti dovuti agli investimenti per il nuovo stabilimento di Fenosu, che ancora per qualche anno dobbiamo sostenere, riusciamo comunque ad essere tra le aziende che meglio remunerano il latte di pecora in Sardegna.
Questo hanno costruito quasi 700 soci conferitori. Stiamo bene? Assolutamente no.
Favoritismi particolari non ne vogliamo, gradiamo essere considerati per il giusto peso. Non ci fa piacere essere snobbati o presi in giro.
Siamo stati presi in giro o messi da parte?
L’art. 5 della citata legge promuove l’aggregazione fra aziende del settore con degli indici minimi per quantitativi e fatturati. Sono stati bilanciati 10 milioni di euro all’uopo destinati per il ritiro del prodotto in eccesso da capitalizzare in cambio di contributo da assegnare alle aziende facenti parte di una aggregazione e per un massimo di 500 mila euro . La CAO è stata fondatrice insieme ad altre 14 aziende di trasformazione di un consorzio di cui allo spirito della legge, aggregazione del prodotto, diminuzione del Pecorino Romano e commercializzazione dello stesso. All’interno del consorzio la CAO detiene quasi il 30% delle quote. Chi scrive oltre a rappresentare la CAO, ha rappresentato anche questo “ IL CONSORZIO “, fino al mese di aprile u.s, poi lasciato l’incarico una volta presentato il bilancio relativo al primo esercizio di vita. Sono caduti i presupposti per continuare, demotivazione vera e propria. La CAO come su citato, ha ottemperato a tutto il richiamo della legge e non ha avuto un minimo di riguardo in merito; (INFATTI, PUR ESSENDO STATA INSERITA IN GRADUATORIA TRA LE IMPRESE BENEFICIARIE, NON HA PRESO UN SOLO CENTESIMO). Non solo ma ancora non ha ricevuto spiegazioni formali ne’ dalla regione ne’ dagli organismi collegati riguardo alla mancata istruttoria, in pratica non si è ottenuto nessun vantaggio contributivo stimolando la scelta per l’abbandono dell’iniziativa.
In dialetto sardo diremmo: FAGHE BENE E BAE IN GALERA!
L’art. 7 della stessa legge promuove appunto la vendita del latte e la diversificazione dei prodotti. Appare dalla pubblicazione del bando che i due anni passati non contino più, proiettando l’opportunità contributiva al prossimo anno. Si tratta di un massimo di 4 mila euro ad allevatore che dimostri con certificazione rilasciata dall’azienda ove ha conferito il latte, di aver trasformato il latte in prodotti diversi dal pecorino romano per almeno 20 mila litri. Tre sono i livelli considerati: vendita latte in polvere; vendita latte fuori dalla Sardegna ed in ultimo conferimento del latte ad aziende che diversificano la produzione dal Pecorino Romano. Rileviamo con chiara evidenza che ci troviamo all’ultimo posto di priorità. Ma se io in casa mia riesco a raggiungere il risultato e possono essere fatti tutti i controlli del caso, perché vengo lasciato in ultimo a poterne beneficiare?
( Il caso è molto simile a quella ragazzina con ottima referenza negli studi ma di famiglia un pò abbiente, la compagna di banco scarsa di meriti scolastici ma di famiglia un po’ meno abbiente che risultò beneficiaria di borsa di studio. Immaginate la delusione della meritevole ).
E’ possibile che le poche realtà SARDE, soprattutto nell’attuale situazione di congiuntura economica, che svolgono integralmente in Sardegna i processi produttivi, rispettando appieno gli obiettivi indicati nella legge in oggetto, creando direttamente ed indirettamente sviluppo e occupazione, vengano penalizzate a vantaggio di chi annulla tutto o buona parte di questo, trasferendo fuori dall’isola l’attività di lavorazione della materia prima e delle produzioni??
Sugli incentivi per la produzione di latte in polvere ovino , per cui valgono le stesse considerazioni in termini di sviluppo ed occupazione fatte in precedenza, mi chiedo se esiste ed è sufficientemente remunerativo, tenendo anche conto dei benefici della legge 15, un mercato per questa tipologia di prodotto??
Non mi risulta che in passato nessuno abbia manifestato in maniera evidente e concreta il proprio interesse per questo tipo di referenza.
L’orientamento della Regione è questo? Ci necessitano spiegazioni chiare ed urgenti in merito, non fosse altro per il dovere e il rispetto per i poveri pastori e soci conferitori MERITEVOLI , che si sentono perennemente ingannati e condannati a sparire.
Attendiamo con trepidazione la convocazione per un incontro anche allargato con le altre aziende di trasformazione SARDE al fine di capire meglio quali sono le strategie per il settore.
Nell’ occasione sarà necessario l’ ulteriore chiarimento riguardo al Consorzio Latte. La CAO fa parte di quel Consorzio e ha beneficiato del contributo pubblico per la realizzazione del nuovo caseificio. Un progetto di circa 15 milioni di euro, che fin’ora ha visto la cooperativa contribuire di propria tasca all’investimento per circa il 70%, in attesa che il Ministero delle Attività Produttive eroghi il saldo finale che sarà meno del 10% del contributo concesso. E la Regione è bene si impegni anche in questa direzione, dato che a distanza di 3 anni dalla data del collaudo ancora non abbiamo ricevuto il dovuto. Così cessano le chiacchiere distorte che negli ultimi tempi hanno alimentato parecchia confusione.
Cordiali Saluti
PER L’ OP CAO FORMAGGI