Messaggio della Fondazione Sardinia ai 25′preguntadores’
Cari Amici,
La ricorrenza 2011 di Sa die de sa Sardignava avvicinandosi, la situazione sarda richiederebbe ogni giorno di più un moto di dignità e di responsabilità da parte della classe dirigente e di ribellione del suo popolo, l’abbandono dell’ “esterno” e la debolezza del nostro “interno” pongono l’urgenza del ragionare e dell’agire… Ma sa die necessaria non c’è. Può individuarsi all’orizzonte?
Con le 5 domande rivolte al re nel 1793 è iniziata la fase vertenziale della Sardegna moderna. Non so neanche se i nostri sindacati ne siano consapevoli. Tante cose ci dicono però che quella fase è al tramonto, non perché manchi l’oggetto, ma perché non c’è nessuno che ci ascolti e, come successe allora, che neanche ci riceva. Il destino dei sardi è più che mai nelle loro mani.
Da tanti elementi mi rendo conto che io non sono solo a ragionare in questo modo. E, come altri tra voi, anch’io mi chiedo quale siano le domande che oggi dobbiamo fare a noi stessi per trovare da soli le risposte: al livello istituzionale, economico, culturale, sociale. Come allora, ma apprendendo le lezioni della storia.
Mi sembra che sia con questo atteggiamento che ci siamo lasciati a Seneghe, la sera dello scorso 25 marzo.
Quindi: tra qualche giorno riceverete un nuovo messaggio con la bozza di documento in vista del nuovo incontro. Stiamo pensando alla data di sabato 21 maggio prossimo, di mattina (ci rendiamo conto che qualcuno potrebbe essere occupato, ma esporremo le ragioni della probabile scelta).
A presto dunque, e saluti in questa bella domenica delle palme.
Ciao a tutti SALVATORE CUBEDDU
Ps: Approfitto di questo messaggio per mettervi al corrente di un pezzo, scritto da Maria Antonietta Mongiu e uscito nel sito di Sardegna Democratica. Mi sembra molto interessante .
17 aprile, domenica, ore 11,42