Comunicato stampa della Fondazione Sardinia

(Striscione esposto da Sardigna Natzione Indipendentzia, sotto il palazzo del Consiglio regionale, il mattino del 17 marzo 2011).

 

La Sardegna  è da 150 con l’Italia: parliamone!

Che cosa ha da festeggiare la Sardegna nella ricorrenza celebrativa dei 150 anni dell’Unità d’Italia? E’ una domanda che invita i Sardi a una riflessione storica per andare oltre gli accenti trionfalistici di maniera  e chiarire invece come i Sardi hanno vissuto quel periodo storico e le conseguenze che esso ha prodotto. E’ perlomeno curioso che a festeggiare la ricorrenza siano i cattolici che furono accaniti avversari, e la sinistra socialista e comunista che ha dimenticato improvvisamente la lettura di Gramsci sul Risorgimento. Così come risulta paradossale chel’entusiasmo celebrativo coinvolga il Sud che fu martoriato dalle violenze delle annessioni, mentre il Nord si mostra del tutto tiepido e addirittura contrario alle celebrazioni. A noi Sardi, al posto di una gratuita adesione, occorre invece una illustrazione storica come lezione di educazione civile e come consapevolezza del nostro essere nella storia. E se mettessimo in relazione la data del 17 Marzo con quella del 28 Aprile, sa Die de sa Sardigna? Ai fautori delle celebrazioni risorgimentali non piace il confronto: c’è persino la tentazione di credere che i favorevoli dei 150 anni siano contrari alla celebrazione della Festa dei Sardi.Con l’obiettivo di una corretta analisi storica dei fatti pre e post – risorgimentali un gruppo di persone interessato alla  ricerca storica e alla produzione culturale, insieme a numerosi cittadini impegnati nel sociale e nella politica, hanno organizzato per venerdì 25 Marzo 2011, a partire dalle ore 16,00, presso la Casa  Aragonese del comune di Seneghe, un incontro nel quale si dibatteranno questi temi. I cittadini che lo desiderassero possono aggiungere la propria firma al documento di seguito allegato.

SARDEGNA, 14 MARZO 2011

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