TRA MPS E COLDIRETTI: QUANTO SAREBBE UTILE L’UNITA’ D’AZIONE! di Piero Marcialis

 

 

E’ abbastanza difficile, leggendo i documenti che  abbiamo qui a disposizione, trovare divergenze rilevanti tra le posizioni espresse dalla Coldiretti Sardegna e il Movimento Pastori Sardi in relazione alle vertenze aperte con la Regione Sarda.

 

Mentre sono plateali le differenze di impostazione delle forme in cui le due diverse organizzazioni sono solite presentarsi alla controparte per richiederne l’attenzione ai problemi del settore e soluzioni adeguate e conseguenti, non altrettanto emergono distanze divaricanti, almeno nello specifico vertenziale del momento e del breve periodo.

 

Gli uni e gli altri infatti non si propongono come controparti “politiche”, ma solo sindacali, non si occupano di contestare il governo regionale in quanto di centro-destra, ma solo per le inadempienze e le inefficienze nei confronti dell’universo agro-pastorale sardo.

 

Vogliono, gli uni e gli altri, precise garanzie sul prezzo del latte, “pur nel rispetto del mercato” e della legalità.

 

Entrambi sottolineano il dato drammatico, allarmante, delle perdite  subite nell’arco degli ultimi anni, con l’aumento dei costi di produzione mentre cala la remunerazione del prodotto.

 

Entrambi sollecitano interventi immediati della Regione a sostegno del settore, chiedendo un “tavolo operativo” ovvero una “cabina di regia”.

 

Entrambi si appellano, pur con accenti diversi, alla legge regionale 15/2010; entrambi chiedono la costituzione di una struttura mista pubblico-privato (non il solito carrozzone) per intervenire a sostegno, o magari con parziale progressiva riduzione e diversificazione (anche qui gli accenti sono diversi, non necessariamente contrastanti) del pecorino romano, l’allargamento del mercato, il rispetto delle regole e quant’altro.

Sulle cose immediate la Coldiretti Sardegna chiede l’attivazione di una “misura di benessere animale”, che garantisca produzioni di qualità, sicurezza alimentare e sanità animale.

 

La piattaforma del Movimento dei pastori si articola e si diffonde anche su varie proposte e richieste: centri di stoccaggio, restituzioni comunitarie, continuità territoriale e diminuzione dei costi di trasporto, incremento delle foraggere, ristrutturazione dei debiti nei confronti delle banche, mattatoi comunali e zonali, moratoria dei contributi previdenziali, utilizzo delle energie rinnovabili.

 

Insomma, l’insieme di tutti questi discorsi non sembra in così stridente alternativa, nè sembra la posizione della Coldiretti così quiescente alla politica regionale, nè così pericolosa la posizione del Movimento Pastori da dover essere affrontata con misure antiguerriglia come invece è stata.

 

Forse è il momento ora che significative convergenze vengano siglate e portate avanti di pari passo e a ranghi serrati con migliori possibilità di successo, raccordandosi anche all’intero movimento popolare sindacale e studentesco da qualche anno a questa parte sta rivendicando un futuro migliore per la Sardegna.

 

E tempo adesso di unità, di gridare nuovamente “forza paris!”

 

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