LAICI E FEDELI…., spigolature di Aldo Antonelli
Finché un cristiano, oggi, non raggiunge e attraversa la soglia della LAICITA’ non potrà mai essere un cristiano adulto e, soprattutto, secondo lo statuto evangelico.
Oggi vi consegno questa breve riflessione di Massimo Cacciari, augurandovi un buon Martedì Santo.
Aldo
«Nulla contrassegna la volgarità del pensiero più della concezione, oggi largamente dominante, che oppone laicità ad a…tto di fede. Laico può essere il credente come il non credente. E così entrambi possono essere espressione del più vuoto dogmatismo. Laico non è colui che rifiuta. o peggio deride il sacro, ma – letteralmente – colui che vi sta di fronte [profano significa: che sta di fronte al tempio]. Di fronte in ogni senso: discutendolo, interrogandolo, mettendosi in discussione di fronte al suo mistero. Laico è ogni credente non superstizioso, capace, cioè, anzi desideroso di discutere faccia a faccia col proprio Dio. Non assicurato a Lui, ma appeso alla Sua presenza-assenza. E così è laico ogni non credente che sviluppi senza mai assolutizzare o idolatrare il proprio relativo punto di vista, la propria ricerca, e insieme sappia ascoltare la profonda analogia che lo lega alla domanda del credente, all’agonia di quest’ultimo».
(Massimo Cacciari: La Repubblica 29 ottobre 2003)
Trattando della forma autoritaria della Fede, Vito Mancuso, alla pagina 354 del suo libro “Io e Dio” scrive: «…La forma della fede diviene intellettualismo, e il cattolico è colui che concorda con gli articoli di fede della Chiesa e sottomette la propria intelligenza. Da qui il paradosso di molti uomini corrotti e corruttori, avvinti al potere e al denaro come più sarebbe difficile, faccendieri di bassa levatura morale, portaborse senza dignità, giornalisti al soldo dei potenti e dei loro interessi, e altre tipologie di personaggi di questo genere, che non esitano a definirsi cattolici. Immorali, lontani dal vivere l’esistenza concreta secondo i valori evangelici, si dichiarano tuttavia, e anche con un certo orgoglio, cattolici. Com’è possibile? Semplice, è stato insegnato loro che la fede è accettazione della dottrina; e perché mai essi non dovrebbero accettare qualcosa di cui non sanno nulla, e a cui non sono interessati per nulla, e che non costa nulla, ma che qualche volta può fare comodo in questo paese?».
Potrei anche essere d’accordo, ma ho l’impressione che il discorso sia altro e più profondo e che non si tratti solo di una “Fede dottrinale”, come scrive lui, contro una “Fede Esistenziale”. Il fatto è che la Fede è stata pensata, articolata e coniugata con una ideologia patronale e all’interno di una prassi coloniale. Per cui oggi si ha bisogno di teologi che la ripensino con categorie diverse e cristiani che la testimonino con una pratica di servizio. E non è poco!
Buona settimana da vivere.
Aldo