Possiamo parlare di una psicologia degli italiani?
Domanda a Corrado Augias e risposta… (in La Repubblica, domenica 29 gennaio 2012)
Gentile Augias, ammetto di considerare Schettino come emblematico di un certo modo di essere italiani. Sono per esempio contento che l’ attuale governo incoraggi la pubblicazione dei dati su quanti italiani sono evasori, truffatori dello Stato, ladri. È banale dire che abbiamo i politici che ci meritiamo, ma non incoraggerei i punti di vista consolatori. Sono italiani quelli che posteggiano in doppia fila e i vigili che non li multano per non scontentare i commercianti. Lo sono quelli che si danno malati da sani, e i medici che firmano i certificati, etc. etc. Una tale montagna di generalizzazioni forse finisce per fare un carattere nazionale: l’Italia come patria della mancanza di integrità. Schettino, maldestro e codardo, mi sembra un italiano tipo, eppure non sono un giornalista tedesco. Forse i miei concittadini dovrebbero usare la vicenda per guardarsi dentro e provare a cambiare, piuttosto che sentirsi ingiustamente accusati. Schettino non è un italiano diverso, è uno come (quasi) tutti a cui è andata male.
Sergio Boscarol-sergioboscarol@hotmail. com
CORRADO AUGIAS, risponde
Tra la fine del Settecento e I’inizio dell’Ottocento, il filosofo tedesco WI1helm von Rumboldt coniò il termine ‘Psicologia dei popoli’ che avrebbe aperto un intero filone di studi e di ricerche. La sua ipotesi arrivava addirittura a dire che la stessa diversità della lingua darebbe ai parlanti una diversa immagine del mondo, la lingua madre condizionerebbe cioè la formazione psichica degli individui. Questa disciplina andò avanti a lungo; non tento nemmeno di riferirne sia per scarsa competenzasia per ragioni di spazio. Posso però dire che i dati pubblicati da questo giornale (La Repubblica) giovedì scorso possono anche essere visti, nel loro insieme, come un indicatore sociologico. A Frosinone 90 medici (90!) e 25 funzionari Asl passavano la mutua a 1.500 persone morte da annì, medicinali compresi. A Lecce 84 studenti evitavano di pagare le tasse dichiarando redditi sotto la soglia minima. Le cronache sono piene di fatti simili: decine di persone si mettono insieme per frodare il fisco, gli istituti previdenziali. l’Ue. Qui non è più il caso della singola parrucchiera di Ravenna che si finge cieca (dal 1997!) per rubare il sussidio all’Inps, qui siamo davanti a professionisti, titolari di aziende che si coalizzano in vere associazioni a delinquere. Possiamo parlare per questo di una ‘psicologia degli italiani? La questione è delicatissima, il confine tra la ‘psicologia collettiva di un popolo e il razzismo è molto sottile. La mia ipotesi è che negli ultimi anni siamo stati psicologicamente corrotti dal fatto che gli esempi virtuosi, le persone ‘per bene’, hanno perso la loro esemplarità mentre sono dilagati esempi opposti di impunita ribalderia. Spero che sia quelìa giusta.