Il SARDEX, la moneta sarda.
II Sardex, la moneta virtuale inventata da 4 ragazzi di Serramanna, fa proseliti: a 2 anni dall’esordio ci sono 420 imprese affiliate, 2mila transazioni effettuate per 1 milione e mezzo di euro. Così si scambiano beni e servizi e si fa fronte alla carenza di liquidità.
di M. GIOVANNA FOSSATI (da SARDEGNA24, sabato 21 gennaio 2012)
CAGLIARI. Il cuore della Wall Street sarda è al primo piano di una tipica casa campidanese, a Serramanna, dove opera una società che gestisce una rete di imprese locali che comprano e vendono senza utilizzare Euro. La moneta scambiata nelle transazioni è il Sardex. Non palpabile come una banconota: è una sorta di documento digitale – che viene trasferito attraverso il web – con il quale si può comprare tutto, i beni come i servizi. Non rientrano nelle transazioni solo benzina, farmaci, elettricità e (per scelta) le armi.
Funziona così: ogni unità di conto vale 1 euro. Quando un’azienda entra nel circuito,
mette a disposizione un plafond di beni o servizi. A fronte di questo gli viene assegnato un massimale di spesa (simile a un fido di cassa,) prima ancora di aver effettuato una vendita. Effettuato l’acquisto, l’azienda ha 12 mesi di tempo per ripagare vendendo nel circuito i propri beni o servizi. Nel contempo il venditore potrà utilizzare· i crediti derivanti dalle vendite per le proprie spese. La trasparenza dei conti è massima: le aziende affiliate pagano le tasse e ogni transazione ha tracciabilità on-line.
Sardex è operativo dal gennaio 2010. A due anni esatti continua ad espandersi: ci sono 420 imprenditori affiliati, 2 mila operazioni di compravendita effettuate per un valore di un milione e mezzo di euro con una richiesta di ingressi nel circuito di circa 80 imprenditori al mese.
Sardex nasce con la crisi di liquidità, sulla scia dell’esperienza della Grande depressione del 1929. I suoi ispiratori sono quattro ragazzi di Serramanna: Carlo Mancosu, Piero Sanna e i fratelli Gabriele e Giuseppe Littera. L’origine di tutto data al 2006 quando i quattro giovani si trovano in giro per l’Europa . Si appassionano a quel particolar re ramo della materia monetaria che si occupa della moneta come strumento per confermare la fiducia reciproca. Sono a digiuno di economia, ma in un paio di anni cominciano a maneggiare con disinvoltura espressioni come “aggregati monetari” e “camere di compensazione”.
Carlo Mancosu,che è diventato (quasi) un economista, spiega: “Il Sardex serve per sbloccare l’economia in un momento difficile. In questo modo si smaltiscono le giacenze di magazzino, si riempiono i tavoli vuoti del ristorante, si dà ossigeno alle prestazioni professionali pèrché si scambiano con beni e servizi che servono in azienda. Gli interessi sono banditi. Il sistema è basato su ciò ” che viene prodotto realmente. Non si rischia di far nascere quelle bolle speculative che stanno facendo implodere l’Occidente». In comune con i meccanismi di Wall Street, il cìrcuito Sardex ha qualche parola in voga nelle piazze borsistiche: «Sono loro che favoriscono le transazioni delle aziende, ma solo se queste ne fanno richiesta”, precisa Littera. “E poi c’è un must: prima di tutto si cerca di favorire i prodotti sardi, per tirare su la nostra economia”.
Qualche mese fa è andato nella City a spiegare il sardex a una platea di investitori. Sono arrivati a Serramanna per studiare il sistema Sardex, persino i dirigenti della Banca Centrale dell’Ecuador, E, attenzione: l’euro non ha nulla da temere. Spiega «Perché il Sardex non. è una moneta alternativa ma complementare. E può far crescere il fatturato di un’ azienda fino a un massimo del 10-20%». La “moneta sarda” smantella il piacere feticista del possesso della banconota e rimanda al meccanismo del baratto. In fondo, è una raffinata organizzazione di quel sentimento sentimento.
By Gian Mario, 5 febbraio 2012 @ 22:31
Bellissima iniziativa..molto ma molto interessante…mi piacerebbe saperne di più…