LE PECORE DEL “VILLAGGIO” … la bufala di un italiano st…zo.

 

 

 

 

LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : «I sardi si accoppiano con le pecore».  Paolo Villaggio fa esplodere un caso in tv

SCEMENZA RIVELATRICE, Giovanni Maria Bellu (SARDEGNA24)

LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : L’attore: «Solo una battuta ma mi scuso»

11.01.2012
L’UNIONE SARDA – Cronache : Dai politici ai pastori fino a Gavino Ledda: sono tutti indignati

LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : «Forse sognava una donna-capra»


11.01.2012

L’EDITORIALE/2

SCEMENZA RIVELATRICE, Giovanni Maria Bellu

 

Sparare su Paolo Villaggio è come sparare sulla Croce rossa. Infatti, ieri, tutti dal Governatore in giù (o

in su?) cisisono buttati a capofitto. La battuta sui sardi che s’intrattengono con le pecore andava censurata. Ma non per “razzismo”: perché è vecchia. Certo, l’iterazione è una delle chiavi della comicità.Madeve avere unritmo inesorabile, deve arrivare con precisione millimetrica al centro del bersaglio,se no non funziona, soprattutto non provoca la risata. La triste verità è che Paolo Villaggio è un po’ bollito. E sempre più spesso incorre in quello che secondo Picasso era il crimine più grave per un artista: imitare se stesso.

L’effetto è imbarazzante e patetico. Il modo migliore per rispondere a questa infelice uscita era una risata,meglio ancoraunabattuta più divertente. Cappellacci avrebbe speso una volta tanto bene isoldi che spende e spande se si fosse rivolto a BenitoUrgu.

La sollevazionedelmondopoliticodavanti a una simile scemenza non è però del tutto inutile. Rivela – per come contrasta con gli interminabili silenzi che hanno accompagnato problemi serissimi – una certa idea della politica e anche dei cittadini.

Sì, anche sparare su Ugo Cappellacci è un po’ come sparare sulla Croce rossa. Ma come dimenticare la telefonata nella quale questo paladino dell’orgoglio nuragico, e probabilmente anche delle pecore, diceva

al potente amico continentale che la Sardegna bella ma ha il problema d’essere popolata dai sardi? Una battuta vecchia e usurata come quella di Villaggio, pronunciata nell’intimità (violata dalla magistratura) di una conversazione tra uomini di mondo.

Che, chiuso il telefono, si rimettono la maschera,salgono sul podio e parlano al popolo bue come il Nerone di Petrolini: «Bravo!», «Grazie!».

Resta la pena per un servizio pubblico che riesce a farsi avvertire in Sardegna attraverso vicende come questa. Anche se almeno un merito la scemenza di Villaggio l’ha avuto: riportarci a ragionare sulla Rai e sul

suo ruolo.

Ricordando i tempi belli nei quali la nostra Isola era raccontata all’Italia da uno scrittore come Giuseppe Dessì. E le pecore, caste e indisturbate, animavano l’Intervallo in tv.

Giovanni Maria Bellu

 

L’UNIONE SARDA – Cronache : Dai politici ai pastori fino a Gavino Ledda: sono tutti indignati

11.01.2012
Le reazioni a senso unico
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L’infelice battuta che scatena il patacrac arriva lunedì mattina. Ore 9, su Raitre va in onda il programma Brontolo di Oliviero Beha. Tema: in piena crisi economica, tra la manovra del governo Monti, possibilità di crescita, lavoro e famiglia, quale ruolo giocano le donne? Paolo Villaggio è uno degli ospiti, insieme ai politici Alessandra Mussolini e Ignazio Marino, la sociologa Chiara Saraceno; la giornalista Giuseppina Paterniti e le operaie della Omsa. Polo e pantaloni blu, Villaggio interviene sul calo delle nascite in Sardegna spiegando («Me lo hanno riferito, anzi me l’hai detto tu» dice al conduttore cercando di preparare la battuta), che la colpa è dei pastori «che preferiscono avere relazioni con le pecore». RISA E IMBARAZZO In studio ride solo Alessandra Mussolini, Oliviero Beha imbarazzato cambia subito discorso (e nel suo blog oggi si scusa «doverosamente con chi si è sentito offeso da Paolo Villaggio per la battutaccia») anche se qualcuno l’accusa di non aver stigmatizzato sul momento l’episodio. La frittata è fatta: da Fantozzi contro tutti a tutti (i sardi) contro Fantozzi. I primi a mobilitarsi sono i pastori con una denuncia, a ruota il web si affolla di commenti a senso unico contro l’attore e anche le istituzioni si aggiungono all’indignazione collettiva. CAPPELLACCI Commenta il presidente della Regione in una nota: «Il servizio pubblico, pagato dai cittadini, non può essere ridotto a veicolo di stupidità, volgarità e ignoranza». E aggiunge: «Non preoccupano tanto gli sproloqui e le lacune culturali di chi evidentemente ha esaurito il proprio repertorio quanto il fatto che questi possano trovare spazio in una trasmissione della televisione di Stato». I partiti politici dell’isola chiedono le scuse della Rai (Fli anche le dimissioni dei vertici aziendali), tuona anche il segretario della Fnsi Franco Siddi: «Vergogna di un attore decadente. Peggio la Rai: il servizio pubblico deve informare non insultare». Mentre loro, i pastori, chiamati pesantemente in causa dal ragionier Fantozzi, sono sul piede di guerra e hanno già dato mandato all’avvocato cagliaritano Anna Maria Busia di querelare Villaggio per le sue dichiarazioni. GAVINO LEDDA Sulla vicenda non poteva mancare l’intervento di Gavino Ledda, lo scrittore sardo che nel 1975 pubblicò Padre padrone , libro di successo che per primo ha raccontato i tumulti sessuali poco ortodossi di un adolescente e da cui i fratelli Taviani, due anni dopo, realizzarono il film vincitore della Palma d’oro a Cannes. «Se ha detto questa cosa, Paolo Villaggio è un co…- attacca Ledda – mi meraviglia che un autore che vale abbia detto certe cose. Ma siccome anche io sono un autore gli rispondo che se un ragazzo di 14-15 anni, per curiosità, ha avuto qualche rapporto con le pecore pensando ad una bella donna, lui evidentemente quando va con una donna pensa alle capre. I pastori sardi non hanno niente di cui vergognarsi, questa gente da salotto dimentica cos’è la specie umana». LA BUFALA DELLO SPETTACOLO Per ora Paolo Villaggio si scusa, ha detto che lo farà anche di persona se il suo nuovo spettacolo La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca , che ha debuttato il 31 dicembre a Verona, farà tappa in Sardegna. La notizia che a fine gennaio sarebbe stato a Cagliari era una bufala del web, e anche la Promo Music titolare dello spettacolo ha smentito: nessun contratto con l’Isola. Ma dopo quello che è successo, di sicuro preferiranno evitare.

LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : «Forse sognava una donna-capra»

11.01.2012
La reazione di Gavino Ledda, autore di Padre padrone
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SILIGO. «Se ha detto questa cosa, Paolo Villaggio è un co… ». Non usa mezzi termini Gavino Ledda, lo scrittore sardo che nel 1975 pubblicò «Padre padrone», libro di successo che per primo ha raccontato i tumulti sessuali poco ortodossi di un adolescente, e da cui i fratelli Taviani, due anni dopo, realizzarono il film vincitore della Palma d’oro a Cannes. Adesso Ledda ha 73 anni e vive a Siligo. «Mi meraviglia che un autore che vale come lui abbia detto certe cose, non è corretto – dice – Ma siccome anche io sono un autore gli rispondo che se quando avevo 15 anni, per curiosità, ho avuto una o due volte un rapporto con le pecore pensando a una bella donna, lui evidentemente quando va con una donna pensa alle capre». «Chi dice certe cose oggi – attacca lo scrittore – è gente che non è gente, non sono uomini. Non si possono sostenere certe cose di un popolo. I pastori sardi non hanno niente di cui vergognarsi, questa gente da salotto dimentica cos’è la specie umana. Il film “Padre padrone” è stato reso un po’ caricaturale. Io nel libro racconto certe cose, che non riguardano la zoofilia ma la curiosità di un ragazzino che non avendo la possibilità di conoscere delle donne prova quell’esperienza con una pecora, sempre pensando però di farlo con una donna». «Sono passati quasi 40 anni – conclude Ledda – E mi sembra assurdo sentire dire ancora che i sardi si accoppiano con gli animali».

 

 

LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : L’attore: «Solo una battuta ma mi scuso»

11.01.2012
«I politici avevano fatto del programma una palla, ho voluto animarlo»
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-Signor Paolo Villaggio, in Sardegna infuria lo sdegno per la sua battuta sui pastori che nell’isola s’accoppiano con le pecore. La insultano pesantemente. «Davvero? E cosa dicono?» – Che lei è stato un grande attore ma ora è soltanto un vecchio rincoglionito, che non dovrebbe andare più in televisione, che ha offeso i sardi e via su questi toni». «Sì, va bene… no, il fatto è che la trasmissione stava morendo. C’erano i politici che a ogni domanda rispondono “questo l’abbiamo fatto, questo lo faremo” e promettono. Insomma il solito talk, una palla micidiale. Si parlava di scarsa natalità». – Ed è stato lo spunto per passare alla Sardegna. «Sì, ho sentito che nella vostra isola nascono pochi bambini. Allora in quella situazione di noia abituale imposta dai politici, che non hanno alcun senso dell’umorismo ma solo il senso del proprio potere, ho cercato di rompere la monotonia con qualcosa di divertente. L’intenzione era di dire una cosa assurda, una cosa paradossale e in studio ha funzionato». – In Sardegna meno. «Sì, ma questo perché sono un vecchio rincoglionito. Se non fossi stato vecchio e soprattutto rincoglionito, sarebbe andata meglio». – Ma come le è venuto in mente di spararla così? «Guardi, avessi parlato di omosessualità mi sarei riferito a qualcosa che esiste. Ma parlare di rapporti con le pecore… una cosa paradossale». – Una cosa di cui però si parla in termini realistici in “Padre padrone”, il capolavoro dello scrittore sardo Gavino Ledda, un’opera conosciuta nel mondo. Ed è una cosa che in Sardegna ricorre, almeno nelle barzellette. «Sì, forse quel libro mi ha ispirato. Ma in realtà, mi creda, volevo dire solo una cosa paradossale. Chi può offendersi per una battuta del genere?». – Molti sardi, signor Villaggio, a guardare i social network e le agenzie. Un gruppo di pastori ha incaricato un legale di querelarla per diffamazione. «Sì? Anche una querela… va bene, ma non sono preoccupato. È chiaro che non c’era la minima credibilità in quello che ho detto». – Oliviero Beha, il conduttore del programma, si è scusato con i sardi spiegando che si è trattato di una battutaccia sulla quale ha preferito glissare. «Non se n’è nemmeno accorto, veramente. Aveva la cartella in mano… comunque meglio per lui». – Ma lei intende seguire l’esempio del conduttore? «(ride) Ma no, guardi… mi fa una domanda particolare. Piuttosto: ci sono casi di relazioni lunghe tra pastori e pecore? No no, scherzo. Ho detto una cosa cercando di essere divertente. Ho detto pecore, potevano anche essere cavalli… ma non credo che sia possibile, che cosa ne pensa?». – Insiste? «No, mi dispiace e mi scuso coi sardi. Per punizione sono pronto ad andare in traghetto a Olbia e poi, vestito da francescano o da Gesù Cristo con le spine in testa, a farmi tutta la Sardegna a piedi e fermarmi ogni 500 metri a chiedere scusa per la battutaccia». – Ma lei conosce i sardi, almeno attraverso i racconti del suo amico Fabrizio De Andrè? «Sono andato per vent’anni a Porto Rotondo, ma quando c’erano solo poche casette. Poi è diventata una cittadina. Senta, ma non è che si offenderanno anche perché dico questo?». – Ma no, stia tranquillo. «Tranquillo mica tanto, visto che… vabbé, insomma, poi ho preferito andare in Corsica dove c’è un rispetto diverso per l’ambiente. Ho casa a Bonifacio, dove ho trovato molti immigrati sardi, la maggior parte parlano con l’accento gallurese. È un paradiso». – La Sardegna non lo è? «Guardi, non devono incazzarsi per questo che dico, ma in Sardegna hanno fatto sparire i boschi, sono stati i legnaioli toscani e piemontesi. Poi le coste, ha visto no? In Corsica è diverso». – Niente pecore? «Adesso, per favore, non insista lei». (m.l)

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LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : «I sardi si accoppiano con le pecore». Villaggio fa esplodere un caso in tv

11.01.2012
MAURO LISSIA
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CAGLIARI. Non è un caso politico, ma a leggere le reazioni su agenzie di stampa e social network sembra che insieme alla crisi dell’industria metallurgica si sia abbattuta sulla Sardegna un’ondata razzista di taglio zoofilo. Tutto perché Paolo Villaggio, il celeberrimo interprete di Fantozzi e di film diretti da Fellini e Monicelli, ha rilanciato in tivù la vecchia battuta sui pastori sardi che se la farebbero con le pecore. Teatro del misfatto è lo studio di Brontolo, talk di informazione condotto da Oliviero Beha su Rai3, che nella puntata di ieri s’è occupato della Sardegna. Tema: la questione femminile ai tempi del governo Monti, con servizi nell’isola affidati all’inviata Chiara Zammitti. Villaggio era in studio, davanti a lui Alessandra Mussolini e politici vari. Il petardo è scoppiato quando il dibattito è scivolato sul problema della natalità: nell’isola nascono pochi bambini, meno che nelle altre regioni italiane. Prima che chiunque aprisse bocca Villaggio l’ha buttata d’improvviso: «Ma in Sardegna – ha detto – nascono pochi bimbi perché i sardi s’accoppiano con le pecore». Poi ha aggiunto: «Così mi hanno detto». Una battuta, chiaramente. Ma la notorietà di Villaggio e il tam tam televisivo-telematico l’ha trasformata in poche ore in un’affermazione letale, venata di razzismo sardofobico. Villaggio è famoso anche per i suoi paradossi dissacranti: in un programma radiofonico è arrivato a dire che madre Teresa di Calcutta era una donna «di una cattiveria pazzesca» riprendendo con più energia l’impressione espressa in un articolo dal grande Indro Montanelli. Ma quella volta nessuno tra i fedeli della santa missionaria colse nella boutade dell’attore il peso di un’offesa. In Sardegna è andata diversamente: sui network è partito il coro digitale degli insulti e già a metà mattina la casella di posta elettronica intestata a Brontolo era intasata di messaggi dove la protesta ha rapidamente lasciato spazio a richieste di dimissioni rivolte all’intero vertice Rai. Immancabili, i politici sardi hanno colto al volo l’occasione per diffondere quintali di sdegno secondo un rituale ormai invariabile: massimo allerta di fronte alle parole e formule di circostanza quando da affrontare ci sono i problemi veri. Arriverà anche una querela per diffamazione: un gruppo di pastori ha incaricato l’avvocato Annamaria Busia di presentarla immediatamente alla Procura di Roma, sede del programma. «Sono furibondi – ha riferito il legale – e c’è da capirli, immaginiamo se a subire un insulto del genere fossero stati i leghisti. Sarebbe nato un problema di Stato. Ma quando si tratta di cittadini sardi…». Al primo pomeriggio le agenzie hanno sentito Beha, che ha preso le distanze dal grande attore genovese: «Mi scuso doverosamente con chi si è sentito offeso dalla battutaccia di Paolo Villaggio – ha detto il giornalista – Prendo atto delle immediate e crescenti reazioni dell’opinione pubblica dell’isola e dei suoi vertici istituzionali. Se non ho risposto seriamente a Villaggio e a quello che disgraziatamente diceva, mentre la trasmissione trattava questioni serissime della Sardegna e del resto d’Italia, il motivo è uno solo: ho giudicato in diretta – e la mia espressione e il modo in cui sono andato oltre subito testimoniano della mia buona fede – che l’uscita di Villaggio fosse stata tanto infelice da meritare la sordina e niente di più». «Non intendevo dilatare tempo e attenzione per un’insensatezza offensiva mentre si parlava della natalità sarda, la più bassa d’Italia, con il massimo del rigore – ha concluso – Se la si considera una scelta sbagliata, magari senza aver visto il programma e solo di riporto, me ne dolgo ancora di più essendo tutto ciò l’opposto delle mie intenzioni».

LA NUOVA SARDEGNA – Cronache : «Forse sognava una donna-capra»

11.01.2012
La reazione di Gavino Ledda, autore di Padre padrone
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SILIGO. «Se ha detto questa cosa, Paolo Villaggio è un co… ». Non usa mezzi termini Gavino Ledda, lo scrittore sardo che nel 1975 pubblicò «Padre padrone», libro di successo che per primo ha raccontato i tumulti sessuali poco ortodossi di un adolescente, e da cui i fratelli Taviani, due anni dopo, realizzarono il film vincitore della Palma d’oro a Cannes. Adesso Ledda ha 73 anni e vive a Siligo. «Mi meraviglia che un autore che vale come lui abbia detto certe cose, non è corretto – dice – Ma siccome anche io sono un autore gli rispondo che se quando avevo 15 anni, per curiosità, ho avuto una o due volte un rapporto con le pecore pensando a una bella donna, lui evidentemente quando va con una donna pensa alle capre». «Chi dice certe cose oggi – attacca lo scrittore – è gente che non è gente, non sono uomini. Non si possono sostenere certe cose di un popolo. I pastori sardi non hanno niente di cui vergognarsi, questa gente da salotto dimentica cos’è la specie umana. Il film “Padre padrone” è stato reso un po’ caricaturale. Io nel libro racconto certe cose, che non riguardano la zoofilia ma la curiosità di un ragazzino che non avendo la possibilità di conoscere delle donne prova quell’esperienza con una pecora, sempre pensando però di farlo con una donna». «Sono passati quasi 40 anni – conclude Ledda – E mi sembra assurdo sentire dire ancora che i sardi si accoppiano con gli animali».

 

 

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    1 Comment to “LE PECORE DEL “VILLAGGIO” … la bufala di un italiano st…zo.”

    1. By Tore, 13 gennaio 2012 @ 21:20

      Io la penso come Giovanni Maria BELLU.