La Giunta regionale presenta ricorso contro il bilancio dello Stato. Insularità tradita, di Giuseppe Meloni
CINQUEMILIONI DI EURO, IL DONO DEL GOVERNO A CHI SOFFRE PER L’INSULARITA’. ANGOSCIA NEL MOVIMENTO.
Il danno e le beffe. Cosa succede ai Parlamentari sardi quando si trovano davanti i rappresentanti del governo ed i colleghi che questo bilancio hanno votato? Visto da qui: ma non doveva già essere lo Statuto speciale, approvato nel 1948 quale documento costituzionale, a risolvere il differenziale tra la Sardegna e il Continente? (S. C.)
Cinque milioni per risarcire la Sardegna degli svantaggi dell’insularità? Non scherziamo: se tutto deve ridursi a pochi spiccioli, non avrebbe avuto senso mobilitare una regione intera per cambiare la Costituzione.
Finora però lo Stato ha concesso ben poco, e allora la Giunta Solinas, a sorpresa, ha fatto ricorso contro la legge di bilancio approvata a dicembre dal Parlamento.
La parte contestata è appunto quella che stanzia 5 milioni per il 2023 (e 15 dal 2024) per «garantire un completo ed efficace sistema di collegamenti aerei» con la Sicilia e la Sardegna. Somme che fanno quasi tenerezza, visto che la sola continuità sarda costa, al lordo dei ribassi d’asta, una cinquantina di milioni all’anno.
La Regione chiede che sia chiarito un aspetto: per compensare il disagio insulare non bastano quelle briciole. «Non possiamo consentire che l’interesse dei sardi sia messo in discussione», è il grido di battaglia di Christian Solinas. Il vero obiettivo Al di là del risultato concreto che il ricorso potrà ottenere, c’è comunque una novità storica: per la prima volta l’Isola porta il Governo davanti alla Corte costituzionale sulla base del principio di insularità, inserito l’anno scorso nella Carta fondamentale. Il verdetto della Consulta potrà quindi servire a definirne i reali contorni e i risvolti pratici. La decisione della Giunta di impugnare il bilancio dello Stato è di qualche giorno prima del 14 marzo.
. Il ricorso riguarda i commi 494, 495 e 496 del maxi articolo 1 che contiene i provvedimenti sostanziali della manovra per il 2023. Appare chiaro però che il vero obiettivo non è tanto la revisione dello stanziamento per i voli, ma un altro più ambizioso. Vale a dire l’attuazione concreta del riequilibrio degli svantaggi geografici, che è ora scolpito nella nuova versione dell’articolo 119 della Costituzione.
Finora la novità non si è tradotta nell’auspicato aumento di risorse per la Sardegna, se non per cifre marginali. Oltre a quelle per la continuità, già dal 2022 il bilancio nazionale ha concesso all’Isola 100 milioni di euro come “anticipazione” di un più completo ristoro dell’insularità. Per quantificare i danni reali derivanti dalla condizione insulare e le misure utili a ripararli, l’accordo sulle entrate del 2019 (firmato da Solinas con l’allora ministro degli Affari regionali Francesco Boccia) aveva previsto la creazione di un tavolo tecnico-politico tra Stato e Regione. «La sede ideale per certificare definitivamente il dovere di rimuovere le disuguaglianze che cittadini e imprese sarde hanno subìto per decenni, sopportando maggiori costi su energia, trasporti e altri settori», rimarca il governatore. Ma dopo un inizio promettente, al momento quel tavolo è di fatto smontato, come un mobile da dismettere: «Nonostante le nostre ripetute sollecitazioni – prosegue Solinas – quel tavolo ha visto un’interruzione improvvisa». Questo aspetto ha pesato, nel ricorso, almeno quanto i problemi legati ai commi con la mancia sulla continuità territoriale. «È evidente la necessità di ripartire nelle interlocuzioni col Governo – conferma l’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino – per ridiscutere le criticità che riguardano la nostra Isola, storicamente in una posizione inferiore rispetto alle altre regioni. Siamo pronti a favorire una nuova fase di sviluppo che accresca le nostre potenzialità, ma per farlo è necessario superare i ritardi strutturali della Sardegna, di cui lo Stato deve tenere conto». La decisione della Consulta sul fondo per la mobilità potrebbe dunque aiutare la Regione nelle sue rivendicazioni. Quei 5 milioni per Sardegna e Sicilia messe insieme (ma anche i 15 promessi a regime), secondo la Giunta, «certificano la distanza tra quanto asserito nelle varie interlocuzioni istituzionali e quanto messo in pratica con la legge di stabilità». Insomma, sottolinea Solinas, «ci siamo trovati davanti al fatto compiuto, uno stanziamento non certo sufficiente ad assicurare un efficiente sistema di collegamento aereo». Eppure il comma 494 fa riferimento proprio all’articolo 119 della Costituzione e alla rimozione degli svantaggi dell’insularità: la mossa della Regione punta a chiarire allo Stato che non può cavarsela con 5 milioni, e nemmeno con 15.