«Dare per vivere tutti meglio»: William MacAskill, il filosofo dell’altruismo che ha conquistato anche Musk, di Paola De Carolis
L’editoriale della domenica, della Fondazione Sardinia (oggi sostituito dalla presentazione di una figura di grande interesse culturale e umano).
A soli 35 anni, William MacAskill (qui sopra nella foto) – diventato docente a soli 28 anni - è il guru di riferimento dei magnati. A tutti insegna come, in nome del futuro, sia giusto fare beneficenza per migliorare la qualità della vita del genere umano
LONDRA — Banchieri, finanzieri e un giovane professore di filosofia di Oxford che tra i ricchi e i potenti è sempre più quotato. Tra gli interlocutori di Elon Musk spunta William MacAskill, 35 anni, pensatore, teorico della necessità di dare per stare meglio. La sua filosofia si basa sull’importanza di donare una parte dei propri introiti per migliorare la qualità di vita del genere umano. A Musk piace, tanto che quando quest’estate è uscito il suo libro, What we owe the future, già un bestseller nel mondo anglosassone, il magnate della Tesla ha scritto sui social di essersi riconosciuto: «È molto vicino alla mia filosofia». Ora si apprende che MacAskill ha cercato di trovare un accordo tra Musk e un amico miliardario che si occupa di criptovaluta, Sam Bankman-Fried, per l’acquisto di Twitter.
Ideatore e fondatore di un movimento globale — Effective Altruism, altruismo efficace il nome —, MacAskill è, grazie anche a una serie di interviste, interventi e pubblicazioni, tra i pensatori più in vista del momento: la sua formula ha conquistato imprenditori come il cofondatore di Facebook e Asana Dustin Moskovitz e la moglie Cari Tuna creando una comunità filantropica in forte crescita, presente in tanti Paesi: sul sito del Centro per l’altruismo efficace (www.centreforeffectivealtruism.org) basta digitare il proprio indirizzo per trovare gruppi già attivi. A Londra ce ne sono diversi, sia all’Imperial College come al King’s.
Forte di una brillante carriera accademica vissuta tra Cambridge, Princeton e Oxford, dove ha ottenuto la cattedra a soli 28 anni, il giovane filosofo nato a Glasgow da due genitori middle class pratica ciò che predica. Dà via più del 50% del suo stipendio, vive — ha raccontato al Financial Times — con 26.000 sterline annue e abita con due amici per ridurre le spese.
I suoi lussi? Una tastiera elettronica acquistata durante il Covid e una vacanza in Cornovaglia per fare surf. «Consigliare a miliardari come donare parte dei loro soldi non è cosa mi immaginavo avrei fatto da grande», ha raccontato «Se però posso incoraggiare gente che ha enormi risorse a investire sulla preparazione per la prossima pandemia o sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale piuttosto che comprare uno yacht posso dirmi soddisfatto».
La filosofia, spiega, ha cambiato la sua vita: spera che avrà lo stesso effetto su quella di milioni di altre persone. Come indica il titolo del suo ultimo libro, la sua teoria è che il cittadino abbia la responsabilità di pensare non solo a chi è meno fortunato oggi, ma anche alle generazioni future, una formula che, come ha sottolineato anche il New York Times, ha conquistato i giovani ma anche geni di Silicon Valley e i dirigenti di tanti gruppi d’investimenti. Bankman-Fried, un seguace, ha donato più di 140 milioni di dollari. Alla base del movimento c’è l’obiettivo di fare del bene e di aiutare il prossimo con i mezzi e il tempo che si hanno a disposizione.
Il gruppo iniziale, fondato a Oxford nel 2009, «Giving what we can», chiedeva di donare il 10% dei propri introiti ed Effective Altruism continua a rispettare gli stessi termini. Musk non si è unito al gruppo ma lui e MacAskill si conoscono dal 2015, quando si incontrarono a una conferenza internazionale sull’altruismo.
Da Il corriere della sera, 30 ottobre 2022