IL VERDETTO: il balzo di Fratelli d’Italia, la caduta della Lega, la fatica del Partito Democratico, la rimonta del M5S.
Sardegna, vince il centrodestra ma il primo partito è l’astensionismo: ha votato solo il 53,16 dei cittadini, quasi undici punti in meno rispetto al 2018.
Il dato più rilevante delle Politiche in Sardegna è stato l’asenzionismo, ma, tra i partiti: Fratelli d’Italia, che aveva un solo parlamentare uscente (Salvatore Deidda), si ritrova ora a eleggerne nell’Isola ben sette. Al Senato, la coordinatrice regionale vince il collegio uninominale della Sardegna meridionale e il già citato Marcello Pera quello del nord; nel proporzionale, essendo capolista la stessa Zedda, il quoziente pieno ottenuto dal partito va a beneficio del secondo, Giovannino Satta. Alla Camera, oltre al bis di Deidda, si aggiungono Gianni Lampis e Barbara Polo, che hanno vinto i collegi uninominali del Sud Sardegna e della Sardegna centrale; e poi il capogruppo regionale Francesco Mura, terzo in lista nel proporzionale, a sua volta favorito dalle regole elettorali. Infatti la seconda dopo Deidda, Paola Frassinetti, ha vinto anche l’uninominale di Monza e quindi fa scorrere il secondo seggio di FdI fino a Mura. Il centrodestra, che come indicavano i primi dati di domenica notte ha vinto in tutti i sei collegi uninominali, completa la sua pattuglia con le due conferme di Forza Italia a Montecitorio (Ugo Cappellacci si aggiudica l’uninominale di Cagliari e Pietro Pittalis passa nel proporzionale) e con l’affermazione di Dario Giagoni nell’uninominale di Sassari alla Camera. Nessun sardista sarà presente nel Parlamento italiano.
Il centrosinistra, oltre a Silvio Lai e Francesca Ghirra, elegge al senato Marco Meloni, capolista Pd nel proporzionale. Il M5S, per effetto delle elezioni peninsulari di Todde e Licheri, porta a Montecitorio i numeri due e tre della lista proporzionale, Emiliano Fenu (senatore uscente) e Susanna Cherchi, e a Palazzo Madama Sabrina Licheri, sindaca di Assemini.
Quanto alle liste, FdI è il primo partito anche nell’Isola: alla Camera raggiunge il 23,6%. Netto il distacco con Forza Italia (8,5) e Lega (6,3): queste ultime due liste vanno un po’ meglio al Senato. Noi moderati si ferma al 2,1: comunque più del doppio della media nazionale. Seconda forza sarda è il M5S col 21,8%, chiaramente davanti al 18,6 del Pd (19,8 al Senato). Nel centrosinistra, Più Europa è sul 2,3% mentre Impegno civico (la formazione di Luigi Di Maio) è una presenza pressoché irrilevante: seimila voti, meno dell’1%. Non un granché la performance del Terzo polo in Sardegna: il 4,6% è nettamente al di sotto della media nazionale. Italexit raggiunge il 2,4. Unione popolare (De Magistris) sopravanza alla Camera di 87 voti Italia sovrana e popolare, col 2,57% contro il 2,54, ma al Senato De Magistris resta dietro (1,49 contro 1,57). Circa 4mila gli elettori che hanno scelto la lista Vita, uno 0,6% tutto sommato in linea con le aspettative.