Confronto sulle rinnovabili a Sanluri: Agricoltura e energia: un matrimonio possibile, di Giuseppe Centore
È possibile conciliare le esigenze del mondo agricolo produttivo e delle società energetiche che si candidano a realizzare impianti di energia rinnovabile nelle campagne? La risposta è affermativa, come è emerso al termine del lungo e appassionato dibattito che si è svolto nella sala convegni del polo culturale comunale Scolopi. La tavola rotonda che ha unito esperti, rappresentanti del mondo delle campagne e imprese è stata patrocinata dal comune di Sanluri e organizzata da Sae Eventi, divisione aziendale di Sae Sardegna, società editrice della Nuova Sardegna, in collaborazione con uno dei player nazionali più presenti nel settore delle rinnovabili: Sorgenia (mezzo milione di clienti, con 370 megawatt di impianti installati, e con l’obiettivo di arrivare a 1000 nel 2026). Tra i relatori, gli assessori regionali all’agricoltura Gabriella Murgia e all’industria Anita Pili, il prorettore alla ricerca dell’università di Cagliari Fabrizio Pilo, il direttore di Coldiretti Luca Saba, il responsabile energia regionale di Legambiente Vincenzo Tiana «impariamo dagli errori e rspettiamo i paesaggi» e Alberto Bigi, responsabile innovazione e sviluppo di Sorgenia.
Dopo i saluti di Antonella Pilloni, vicesindaco di Sanluri, è toccato ai due assessori illustrare per la loro parte come si possano conciliare le esigenze produttive delle imprese agricole e delle imprese energetiche, sapendo che il tempo obbliga a decisioni rapide, credibili e soprattutto condivise. «Abbiamo la necessità di confrontarci col governo, sulle rinnovabili, soprattutto nelle campagne non vogliamo subire scelte calate dall’alto nè vogliamo sottrarci al confronto», ha detto la Pili che ha auspicato maggiori occasioni di confronto tra i produttori. L’assessore all’agricoltura ha invece dimostrato perchè il percorso da tutti auspicato non è ancora partito: momenti decisori che si moltiplicano all’infinito, programmi spesso stravolti dagli avvenimenti e nati già vecchi, rischi di speculazioni sui fondi assegnati agli stati per la transizione in agricoltura. «Nessuno di noi è contrario al binomio rinnovabili-agricoltura, ma non dobbiamo in ogni caso snaturare le imprese, nè dobbiamo rendere improduttive aree che mantengono intatte le loro peculiarità e che sono solo per fattori contingenti abbandonate».
Pochi numeri, ma pesanti, intrisi di scenari intriganti o spaventosi, sono stati invece forniti da Fabrizio Pilo, ordinario di sistemi elettrici per l’ energia e uno dei massimi esperti nazionali di sistemi distribuzione elettrica, di cui presiede il comitato tecnico nazionale. Pilo ha messo sull’avviso sulla “neutralità” delle proposte dei tecnici, «non esistono scelte tecniche neutre, ma solo scelte politiche, l’importante è che siano ben motivate e robuste», prima di illustrare le criticità dell’attuale sistema elettrico regionale e nazionale. «L’elettrificazione del settore agricolo, sia nel momento produttivo che in quello di utilizzo dell’energia prodotta, serve soprattutto all’agricoltura, non può essere sempre aliena da essa. Il fotovoltaico nei campi, l’agrivoltaico, l’eolico possono essere se ben temperati una risposta intelligente alla crisi delle produzioni. I terreni e i pascoli non vengono necessariamente danneggiati dagli impianti, l’importante è che questi non siano calati dall’alto. I numeri ci dicono che per produrre 13 gigawatt di energia da fonti rinnovabili la Sardegna dovrebbe occupare solo 133 chilometri quadri dei 24mila di cui dispone. Ecco perchè servono aree idonee e riconosciute da tutti come tali».Ma è possibile conciliare quello che spesso viene visto come inconciliabile? Luca Saba ne è convinto. «Siamo in ritardo, ma siamo in tempo per scegliere, partendo dai bisogni, dal mantenimento delle attività agricole, dalla conservazione parimenti dell’ambiente, dalle ricadute occupazionali possibili, senza demonizzare chi fa impresa e profitto, e mantenendo in equilibrio le produzioni di cibo, acqua ed energia. Un compromesso è possibile, ma la Regione deve avere adesso un proprio piano energetico per le campagne, dare indirizzi e spiegare i benefici».Il dialogo, la comprensione e la volontà di fare crescere il territorio e chi lo vive sono concetti ribaditi dal manager di Sorgenia, che ha di recente presentato un progetto sul fotovoltaico nelle campagne tra Samassi e Serrenti. «Oggi la tecnologia ci consente di migliorare di dieci volte rispetto a pochi anni fa l’efficienza degli impianti, ma senza la presenza virtuosa degli operatori nel territorio qualunque progetto nasce lontano dalla realtà dove dovrebbe innervarsi. Ci sono troppi operatori che stanno letteralmente dando l’assalto ai territori sardi con progetti non credibili». Il lungo dibattito che ne è seguito, appassionato e puntuale, ha messo in evidenza la necessità prima di tutto di regole chiare e condivise. Spetta alla politica darle. Le imprese, tutte le imprese, attendono.
La Nuova Sardegna 10 giugno 2022