Luigi Oggiano : austero e apprezzato alfiere della libertà, della sardità e dell’autonomia, di Tonino Bussu
Il volume “Luigi Oggiano, l’autonomia è intelligenza”, verrà presentato a Nuoro venerdì 17 dicembre, a partire dalle 16,00, nell’auditorium della biblioteca S. Satta. E’ curato dal ‘Centro Studi Luigi Oggiano’, grazie all’impegno certosino dei soci e di Antonello Pipere, che di questo attivissimo centro studi ne è il presidente.
Su Luigi Oggiano, nobile figura di sardista baroniese, nato a Siniscola nel 1892, scomparso a Nuoro nel 1981, è uscito da poco un bel volume che s’intititola:
“Luigi Oggiano, l’autonomia è intelligenza”, curata dal ‘Centro Studi Luigi Oggiano’, grazie all’impegno certosino dei soci e di Antonello Pipere, che di questo attivissimo centro studi ne è il presidente.
Quest’opera esce a quarant’anni dalla scomparsa di questo grande padre del Sardismo quale è stato l’Avvocato Luigi Oggiano, e a cento anni dalla nascita del Partito Sardo d’Azione che egli stesso, nell’aprile di quel lontano 1921, a Oristano, aveva contribuito a creare insieme agli altri ex combattenti sardi, reduci dalla Prima Guerra Mondiale.
E la sua autorevolezza, insieme a quella del nuorese Pietro Mastino, si fecero sentire nel 2° Congresso del Partito Sardo, facendo prevalere la linea federalistico – autonomista, della Zona Franca e interclassista dei sassaresi Camillo Bellieni e Luigi Battista Puggioni.
Vedremo poi che Luigi Oggiano, il 29 ottobre 1922, al 3° Congresso sardista verrà eletto Direttore Generale del Partito e quindi pure del giornale ‘Il Solco’, cioè il giorno dopo che Mussolini aveva fatto quella che è passata alla storia come ‘La marcia su Roma’, preludio per l’inizio del ventennio fascista per l’Italia intera.
E così Luigi Oggiano diventerà un personaggio di primo piano nella vita politica del Novecento perché eletto alla guida del Partito Sardo d’Azione in un momento cruciale per la storia della Sardegna e per l’Italia, circa cento anni fa, quando il fascismo muoveva i primi passi e cercava consensi, e in Sardegna voleva stringere l’alleanza con i sardisti, anch’essi giovane forza politica, ex combattenti soprattutto, giovani animati da una forte desiderio di creare un Risorgimento tutto Sardo.
E proprio qualche mese dopo, nel dicembre del 1922 quando Luigi Oggiano come Direttore del Partito, così allora si chiamava il Segretario, insieme a Camillo Bellieni, Dino Giacobbe e altri dirigenti del Partito, si recano a Roma per incontrare il capo del Governo, il Duce in persona, per trattare la “fusione” tra i due partiti in Sardegna, si rendono conto che non c’è alcuna possibilità d’intesa tra le due forze politiche.
E infatti da quel momento Oggiano prenderà sempre più le distanze dal regime e ne ribadirà la sua ferma opposizione anche con articoli apparsi in periodo repubblicano.
Dino Giacobbe, altro gigante del sardismo, pare abbia confidato ad amici fidati: ”Di quell’incontro mi rimane un cruccio: Non aver strozzato Mussolini. Così avrei evitato all’Italia la dittatura”.
L’avvocato Oggiano manterrà sempre quel rigore morale e di grande austerità che caratterizzerà il suo comportamento nella vita privata, professionale e in politica e nel contempo si batterà per la soluzione dei problemi della sua Terra, la Sardegna, con grande dignità, a fianco degli umili, della sua gente, dei poveri come un coraggioso e attivo missionario laico, che per difendere i suoi ideali e la sua libertà non si ferma dinnanzi a nessun ostacolo, nemmeno quando, durante il fascismo, per es., insieme ad altri suoi colleghi, essendosi dissociato dall’esprimere il suo cordoglio, nel tribunale di Nuoro, per la morte del duca di Genova, cugino del re, fu punito con la rimozione delle decorazioni e della pensione di Guerra (che fu ridotta al minimo).
Oggiano prestava la sua opera, a nome del partito, per spirito di servizio, con la competenza e la serietà che sempre lo contraddistinguevano per cui, se si rendeva conto che per un motivo qualsiasi veniva a mancare la fiducia in lui da parte di qualche dirigente del Partito, come avvenne una volta quando era presidente dell’Amministrazione dell’Ospedale di Nuoro, toglieva il disturbo senza pensarci due volte, anche se le dimissioni venivano altrettanto respinte.
In seguito, quando da senatore in periodo repubblicano, chiese che gli venissero reintegrate sia le decorazioni militari che la pensione di guerra, dinanzi al diniego del Governo e all’ingratitudine di quella Patria e di quello Stato per il quale aveva combattuto e aveva subito gravi ferite corporali, rispedì anche la sua pensione minima di guerra e rispose con questa motivazione: ”Se non ho più i gradi di ufficiale significa che non ho fatto la guerra e neppure sono rimasto ferito”.
Anzi, da ex senatore poi, udite, udite, fu tra i pochi in Italia che rinunziò pure all’indennità parlamentare e dichiarò che poteva vivere in modo parsimonioso dei suoi proventi derivanti dalla attività di avvocato e basta, senza pesare sulle pubbliche finanze.
E su senadore Predu Mastinu at fatu sa matessi cosa.
Ja parimus oje, ja!
Questi sì che erano Galantuomini e Gentiluomini!
Pertanto già il titolo dell’opera ‘Autonomia è intelligenza’ è tutto un programma per un sardista di lungo corso come me che dà alle parole il giusto peso.
E questo perché quegli ex- combattenti, nel momento in cui cento anni fa, creando quel nuovo soggetto politico che sarà il Partito Sardo d’Azione, quando parlarono di autonomia intesero autonomia di pensiero, libertà di azione, principi federalisti e quindi sovranità per la propria isola a cui allora mancava tutto, rispetto al Nord d’Italia, mentre gli altri inneggiavano al centralismo romano sancito nel primo dopoguerra con la retorica della Vittoria contro gli austro – ungarici.
Da qui anche per i sardisti autonomisti l’accusa, già da allora, di separatisti era immediata.
Ecco perché l’Autonomia era intelligenza, era autogoverno, effettivo, reale e concreto decentramento, tematiche che sono di grande attualità ancora oggi e che si traducono con la richiesta dell’INDIPENDENZA.
Nell’opera curata dal ‘Centro Studi Luigi Oggiano’, che è di notevole importanza e quindi da divulgare, emerge ancora una volta la figura emblematica, moralmente impeccabile, politicamente limpida, di Luigi Oggiano sia nella bella ed esauriente biografia, sia sotto l’aspetto familiare, sociale, economico, professionale e politico, ma anche umano.
Ecco perché ho letto questo bel volume con grande passione e vi ho scoperto molte curiosità e pure novità e riconferme, ma ho ulteriormente verificato soprattutto l’opprimente centralismo statale romano in tutti i campi e, in particolare, l’inadeguatezza dello Statuto Regionale, per cui Oggiano dai banchi del Senato rimarcava spesso che le norme attuative lo rendevano ancora più limitato e limitante dall’interpretazione ministeriale che tarpava gli slanci autonomistici della nascente Regione Sarda, che tentava di muovere in quel periodo i primi passi in una situazione economica e sociale molto difficile e precaria.
Tra l’altro il Governo, e la politica statalista che lo ispirava, tendeva a reprimere non solo qualunque ulteriore tendenza autonomistica, ma sembrava quasi pentito di aver creato le Regioni a Statuto Speciale e si avvertiva una sorta di tentativo di retromarcia tendente a scoraggiare l’applicazione dell’articolo costituzionale per concedere l’autonomia alle Regioni a Statuto Ordinario.
E infatti questo adempimento costituzionale vedrà la luce solo nel 1970, ben 22 anni dopo l’approvazione della Carta Costituzionale.
E questo atteggiamento non rafforzava certamente le Regioni a Statuto Speciale.
Per cui è, inoltre, avvilente ancora oggi assistere ogni tanto alle secche bocciature della Corte Costituzionale che rimarca la limitatezza dell’attuale Statuto Regionale che ogni giorno rivela quanto la sua “Specialità” sia veramente superata poiché la Sardegna si trova davanti i problemi di sempre irrisolti.
Perciò quanto sono attuali, puntuali, precisi, curati, i discorsi del nostro Senatore sull’agricoltura, sulla pastorizia, sulla giustizia, sui trasporti, sulla sanità, sull’istruzione, sulle pensioni sui rapporti Stato-Regione!
Sembrano tematiche di oggi, di grande attualità odierna, eppure già Luigi Oggiano d’accordo con il collega Pietro Mastino e qualche volta anche con Emilio Lussu, animati dall’antica fede sardista, facevano sentire alta e autorevole la voce della Sardegna più autentica nel Senato della Repubblica ricevendo vasti consensi e apprezzamenti dell’aula.
Questo nuovo volume sull’illustre personaggio baroniese, che verrà presentato a Nuoro il 17 dicembre nell’auditorium della biblioteca S.Satta, pubblicato grazie agli scritti di valenti studiosi come Antonello Pipere, Gian Luca Scroccu, Salvatore Cubeddu, Giovanni Strinna, Guido Melis ed Aldo Borghesi che con una serie di interessanti, acute e mirate relazioni, corredate da saggi rigorosi e ponderati, permetteranno ai lettori di capire a fondo le lotte, le battaglie e le idee di questo austero e apprezzato cavaliere della libertà, della sardità e dell’autonomia che è stato Luigi Oggiano.