Solo il 30% dei sardi è ancora nelle zone interne
Il rapporto della Cna sullo spopolamento: in 7 anni persi oltre 230 milioni di reddito annuo. In aumento la popolazione costiera.
L’isola che si spopola non è una novità ma purtroppo negli ultimi tempi il fenomeno sembra avere una accelerata. E così, se da una parte c’è una Sardegna che lotta per emergere e guarda al futuro, dall’altra c’è quella che lotta per sopravvivere e tutelare sé stessa, la sua memoria e la sua storia.
Nell’entroterra infatti dell’isola la popolazione invecchia e i giovani vanno via: un impoverimento demografico accompagnato da un declino economico.
Lo spopolamento è iniziato dopo il piano di Rinascita e ora è diventato inarrestabile: se nel 1961 la popolazione dei comuni dell’interno dell’isola era pari al 47 per cento del totale regionale, nel 2020 è scesa al 33 e di questo passo potrebbe scendere al 29,7 nel 2050.
Lo rileva la Cna in un report sul fenomeno dello spopolamento. Il calo demografico dei comuni dell’interno è arrivato, nel 2020, a più di 137mila persone (meno 21 per cento), mentre la popolazione della fascia costiera cresce di 303 mila persone (più 40 per cento).
In soli sette anni sono andati perduti oltre 230 milioni di euro (valutati ai prezzi del 2019) di reddito annuo dei residenti dei paesi dell’entroterra sardo. In pratica tra 2012 e 2019 il reddito complessivo è diminuito del 4,2 per cento per i comuni dell’interno, mentre si è ridotto molto meno nella fascia costiera (meno 1,8).
Inoltre l’indice medio di accessibilità infrastrutturale calcolato dal Cresme è del 4 per cento inferiore rispetto ai comuni della fascia costiera. «Senza un progetto di sviluppo adeguato che ponga maggiore attenzione alle dinamiche socio-economiche dell’entroterra attraverso la valorizzazione e la tutela dell’immenso patrimonio paesaggistico e culturale delle aree interne, il rischio è che il fenomeno stesso, accelerando, possa portare, in certe realtà, non solo a una morte economica ma anche a una ben più irreversibile morte anagrafica – dichiarano in una nota Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionali di Cna -.
La crisi che ha fatto seguito all’emergenza sanitaria è solo l’evento più recente che si è inserito in un contesto di persistente debolezza economica e declino demografico un declino che va avanti da oltre trent’anni e che ha colpito alcune aree più di altre».
Sul tema è intervenuta la ministra alle Politiche giovanili, Fabiana Dadone. «Il tema dello spopolamento legato ai territori di area interna e montana è un tema molto attuale, non riguarda solo i giovani ma riguarda in questo frangente principalmente loro – ha detto -. Si possono supportare con degli incentivi, anche per quello che riguarda la possibilità di mantenere aperti dei presidi alimentari di prossimità o delle attività commerciali».
La Nuova Sardegna, 23 settembre 2021